Umberto Calcagno è tornato a parlare della ripresa del campionato e degli orari della gare pomeridiane, che si dovrebbero disputare alle 17:15. L'AIC ha già espresso parere negativo su questo tema e il suo vicepresidente ha voluto spiegare la situazione. Queste le sue parole:
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AIC, Calcagno: “Passi avanti per risolvere il problema degli orari, tuteliamo la salute degli atleti”
Il vicepresidente dell'Assocalciatori: "Siamo pronti per la ripresa, far ripartire il calcio è un bel segnale per tutto il Paese"
CALCAGNO A RAI GR PARLAMENTO
"Sono stati fatti dei passi avanti, segno che il problema c’era e si è cercato di risolverlo: evitare di giocare con il caldo pomeridiano era una proposta costruttiva per tutelare la salute degli atleti, reduci da un lungo periodo di inattività e che dovranno oltretutto affrontare un calendario molto compresso. E’ interesse di tutti la tutela della salute di chi va in campo, anche a salvaguardia dello spettacolo. Dietro le quinte abbiamo lavorato tanto e siamo pronti per la ripresa: far ripartire il calcio è un bel segnale per tutto il Paese, e per il nostro sistema con tutto l’indotto che crea anche per le categorie minori. E’ stato un periodo molto difficile le cose che si dicevano un giorno venivano smentite il giorno seguente, ma non per colpa di qualcuno in particolare, ma per un virus sconosciuto che ha generato molte incertezze. Credo comunque che, al di la’ della diversità di vedute tra le varie componenti calcistiche, oggi il nostro mondo si sia ricompattato, tutti si sono messi a remare dalla stessa parte e i risultati si vedono. Non tutti i problemi sono stati risolti e continueremo a lavorare per trovare insieme le soluzioni adeguate".
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"La nostra posizione sulle scadenze contrattuali è stata ribadita in questi giorni, e si rifà anche alle raccomandazioni della FIFA: non possiamo entrare nel merito di rapporti lavorativi tra privati. Se ci fosse la voglia di dettare una cornice contrattuale ce lo dirà magari la FIGC prima del Consiglio, ma ad ora rimangono i dettami FIFA: un conto è allungare i termini della stagione sportiva, un altro quelli contrattuali. Partendo da questi presupposti, e sapendo che trovare una quadra sarebbe più semplice per tutti, ho fondati timori nell'immaginarmi che ci sarà una contrattazione tra i singoli".
Cosa intende per cornice?
"La Federazione potrebbe dettare linee guida, si potrebbe immaginare un protocollo d'intesa ma non spingersi oltre. Penso a chi è in scadenza e non ha impegni preliminari per la prossima stagione, o chi è in prestito: questi non possono impegnarsi se non a far data dal primo settembre. Questo comporta la determinazione di contratti che dovrebbero essere impostati alla stessa maniera rispetto a com'era oggi. Un mancato accordo impedirebbe anche al calciatore di potersi tesserare subito altrove dal primo luglio, come invece normalmente avviene".
I prestiti con diritto di riscatto e obbligo vanno in automatico al 31 agosto?
"Lo stabiliremo, quelli automatici sono biennali in essere o che prevedono prosecuzioni contrattuali differenti. Gli altri, sì, si troveranno sospesi: il Consiglio Federale dell'8 giugno servirà a risolvere anche questi aspetti. Mi preoccupa però chi non ha nuovi impegni e non potrebbe tesserarsi per altre club fino all'1 settembre: quello crea un danno ingiusto".
I calciatori cosa pensano della volontà di Gravina di chiedere una riduzione della quarantena?
"Lo stesso Gravina attende risultanze dal Comitato Tecnico-Scientifico: è un auspicio, e lo abbiamo soprattutto come sistema paese, vorrebbe dire che la curva continua a migliorare. Per questo ho criticato la Lega Pro: si è messa subito sulla difensiva, rinunciando troppo presto a concludere i campionati, senza darsi alcuna possibilità come invece stiamo facendo per la Serie A e per la B. Oggi, con modalità di playoff e playout, la Lega Pro rischia di scaricare sulle squadre una situazione davvero mal gestita".
Ci saranno poche partite di pomeriggio, ma di polemiche ce ne sono state eccome
"Il nostro voleva essere, e lo è stato, un contributo. Il fatto che la Lega sbandieri ai quattro venti la cosa significa che il problema c'era, e l'abbiamo proposto in maniera costruttiva. Siamo abituati alla demagogia e alla strumentalizzazione, ma noi non abbiamo mai detto che non saremmo mai scesi in campo. Non eravamo su certi livelli di interlocuzione".
Si parla di accordi preliminari sui contratti per le date 1 luglio-31 agosto. E poi, come dovrebbe essere il funzionamento ideale per i prossimi quattordici mesi di stipendi?
"Non vorrei essere troppo tecnico, ma è difficile pensare che un ente terzo possa andare a modificare le durate dei contratti. Ci vuole una contrattazione individuale o comunque norme che non facciano pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra. Il compenso potrebbe rimanere invariato, e si andrebbero ad aggiungere due mensilità. Chi è in scadenza invece non se le vedrebbe mai coperte, e penso che sia una questione di equità. Già le norme sui contratti a termine imporrebbero un surplus dal 20 al 40%: questo nessuno si sogna di chiederlo, ma quantomeno di ricevere il medesimo compenso".
Come stanno prendendo i calciatori l'idea di non doversi praticamente mai fermare?
"L'eccezionalità della situazione va a creare condizioni particolari, ma con la professionalità elevata che hanno gli staff, sapranno gestirla bene. Per chi non ha rose costruite per giocare ogni tre giorni è difficile. Noi abbiamo chiesto che, per la prossima stagione, almeno la pausa natalizia non venga toccata, e speriamo che possano staccare e ritrovare serenità in quei sette giorni".
Quanta preoccupazione c'è per il futuro dei calciatori di Serie C?
"C'è, in un'emergenza certe situazioni possono acuirsi. Mi dispiace perché eravamo arrivati all'equilibrio: a dicembre avevano pagato tutte i loro stipendi, e poi c'erano comunque solo quattro casi di cui due erano riuscite a riaggiustarsi. Le fidejussioni di quest'anno sono buone, certo che la foto che facciamo ad inizio stagione ci deve accompagnare fino al 30 giugno 2021. Non vorrei si falsasse anche il prossimo campionato".
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