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Zaniolo in chiaroscuro: viaggio nella crisi dell’intoccabile giallorosso

LaPresse

Il gioiello della Roma vive un momento non semplice, complice il calo fisico, la posizione in campo e una situazione futura che tiene in apprensione i tifosi

Gianluca Viscogliosi

Qualche spunto isolato sulla fascia destra, un sinistro potente parato da Radu e un duello che lo ha visto soccombere all'esperienza di Mimmo Criscito. Dopo poco altro e dopo 71 insipidi minuti, Ranieri ha deciso che la trasferta di Marassi contro il Genoa poteva finire lì per Nicolò Zaniolo. Quella che poteva e doveva essere la partita del rilancio personale dopo l'ultimo periodo in ombra, si è invece trasformata nella prova tangibile del momento di involuzione del ragazzo. Fisiologico secondo molti, Roberto Mancini in primis, preoccupante secondo altri. Quelli, ad esempio, che avevano storto il naso dopo le prime richieste milionarie di adeguamento di stipendio, oppure quelli che predicavano calma reputando di difficile lettura il ruolo in campo. Un percorso di crescita stoppato anche dal calo fisico e dal rapporto forse mai sbocciato con Claudio Ranieri, intrigato sì dalle prospettive del ragazzo, ma preoccupato più dal presente claudicante giallorosso. Un presente caratterizzato dall'assenza rumorosa di Nicolò Zaniolo.

A BRACCETTO - Lo stesso rumore che il ragazzo ha prodotto con delle prestazioni esaltanti nelle prime uscite. Fisico imponente, testa alta, cognizione del gioco e della materia calcistica. Un impatto devastante su un campionato che atleticamente ha presentato però il conto: un ritmo e un'intensità distanti da quelli dell'Inter Primavera dello scorso anno o della poca Serie B con l'Entella la stagione addirittura precedente. A braccetto con il calo fisico c'è stato poi il drastico cambio di posizione imposto da Ranieri. Il sacrificio del talento per il bene della squadra: più solidità, meno brillantezza ed estro. In campionato con Di Francesco 10 presenze da trequartista, 4 da ala destra e una da punta, con un bilancio di 3 gol e 2 assist, ma soprattutto una presenza costante nel cuore del gioco. Con Ranieri la metamorfosi tattica: soltanto un gol in 6 presenze, 2 sulla trequarti e 4 da esterno destro.

CENTRIFUGA - Bastone e carota. Questa la tattica di un vecchio lupo di mare come Ranieri: l'elogio tecnico, ma anche l'invito all'impegno soprattutto in un periodo non facile. Un atteggiamento burbero, ma anche protettivo, quello dell'allenatore, specialmente fiutando i pericoli della sovraesposizione mediatica del ragazzo. Il 'caso Iene', l'attenzione morbosa dei media romani e nazionali alle mosse social della madre e poi, soprattutto, la spinosa questione del rinnovo di contratto. L'interesse dei grandi club europei non è tardato ad arrivare e Francesco Totti in prima persona si è esposto per velocizzare un matrimonio auspicato da molti a Roma. Un peso enorme per delle spalle si già grandi, ma comunque fragili del diciannovenne Nicolò. Spalle su cui molti tifosi già hanno riposto speranze, sogni e - perché no - anche la numero 10 del futuro. Quei tifosi che lo considerano così intoccabile e importante da spingerli nel post partita di Genova al pellegrinaggio a casa Zaniolo, nella vicina La Spezia. Quegli stessi tifosi che cullano e sostengono il loro campioncino del futuro, proteggendolo dalla centrifuga mediatica e sportiva di questo finale di stagione.