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Vespa, pizza e vittorie: così Mourinho ha abbattuto le barriere del cuore

Getty Images

Dall'inno cantato con i giocatori in campo ai pugni sulle vetrate del settore ospiti: l'uragano Mou ha spazzato via tutto

Redazione

Il sorriso con cui guarda in camera gustandosi la pizza è solo l’ultimo dei meme-Mourinho. Prima c’erano stati la cover personalizzata, la “corsa” sulla Vespa regalata da Ryan Friedkin a Trigoria, lo show in conferenza, lo sfottò ai giardinieri dell’Olimpico per le condizioni del terreno e tutti i dietro le quinte girati dal suo smartphone e puntualmente pubblicati sui social. Se Fonseca si era presentato con addosso il ricordo della maschera di Zorro ma poi inizialmente aveva stupito per la sua pacatezza ed eleganza, José ha spazzato via tutto. Ricordi, consuetudini, vecchie tossine: tutto abbattuto dall’uragano Mou. I tifosi, che lo avevano accolto in migliaia all’aeroporto di Ciampino in un caldissimo 2 luglio, se ne sono innamorati ancora di più. Dopo l’appello ai romanisti di “giocare” con la squadra grazie al tifo dagli spalti e l'inno cantato con i giocatori in campo, ieri l’altro tributo: a fine partita ha stretto il pugno ritornando negli spogliatoi dell’Arechi passando sotto al settore ospiti. Anziché imboccare il tunnel, si è avvicinato alla vetrata, ha applaudito e poi ha sbattuto la mano quattro volte sulla barriera che lo divideva dai tifosi. Una barriera solo fisica, perché quella del cuore è già crollata.

Dal ritiro alla famiglia: ora Mourinho si sente a casa

L’italiano lo parlava bene ed era un vantaggio niente male. La Serie A la conosceva perfettamente e anche questo ha aiutato il suo inizio a Trigoria. Ma ciò che conta veramente poi è il campo ed è lì che Mourinho ha impressionato tutti. Dai giocatori, che da increduli sono poi rimasti impressionati dai suoi metodi di lavoro, alla dirigenza: il ritiro in Portogallo ha cementato il gruppo e creato un ambiente come non si vedeva da anni. È presto per dire se i calciatori si “butterebbero nel fuoco” per lui. Di certo la Roma ha iniziato con le marce altissime in campo con quattro vittorie che negli ultimi trent’anni si erano visti solo un’altra volta. La sua famiglia ha trascorso gli ultimi mesi in Italia: prima in Costiera Amalfitana, poi a Roma insieme a lui e poi di nuovo in Sardegna per gli ultimi giorni di vacanza. Anche questo ha contribuito alla sua serenità. E così ieri anche il Mourinho-prudente delle prime settimane tanto attaccato alla parola “tempo”, si è sbottonato: tempo sì, ma Mourinho è sempre lo stesso. E i tifosi, stanchi di cominciare la stagione con le ambizioni di quarto posto a basso tasso di responsabilità, finalmente sognano. Pensare a un titulo, come direbbe lui, ora non è più vietato.