Francesco Totti si racconta al giornalista Fabrizio Romano. L'ex capitano e numero 10, i un'intervista rilasciata al canale Youtube di Betsson Sport, ha affrontato diversi temi: dal suo amore per la Roma a Dybala, passando per Nico Paz e Frattesi. Queste le sue parole:


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Totti: “In panchina vorrei Ancelotti o De Zerbi. Investirei su Frattesi e Nico Paz”
Come stai? "Bene grazie".
Il giorno in cui saluti il calcio. Cosa prova quando torna a casa? "Quella era una giornata particolare. Noi giocatori non vorremo che arrivasse mai. Purtroppo però c'è un inizio e una fine. L'ho vissuta tranquillamente ma allo stesso tempo ero molto emozionato e contento di vivere una giornata dedicata interamente a me. Non è mai finita quella serata".
Come è stato il prepartita della finale del Mondiale. "È il sogno di tutti i ragazzi. Le possibilità sono pochissime e quando ci sei cerchi di entrare in quel contesto. L'abbiamo vissuta come tutte le altre serate, non pensando che fosse la finale del Mondiale. Nessun dormiva la sera prima. Io e Gattuso abbiamo giocato a carte fino alle 6 di mattina. L'adrenalina era tanta. Era un contesto troppo grande però è indimenticabile".
Sul rigore contro l'Australia. "Quando l'arbitro ha fischiato, c'è stato un momento in cui tutti i giocatori si sono allargati. In quel momento ho trovato una prateria e mentre camminavo fino al dischetto, pensavo di poter fare il cucchiaio ma ero titubante. Dopo il rigore sapevo che la partita sarebbe finita perciò era troppo complicato. Me la sentivo ma non ero troppo convinto. Il portiere era enorme, come van der Sar. Alla fine ho calciato forte ed è andata bene".
Sul no al Real Madrid. Hai mai parlato con Florentino? "No, ne sono rimasto fuori. C'era la società che parlava con lui visto che era in ottimi rapporti con Sensi. Lui non voleva vendermi a nessuno. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenermi. Nella sua gestione non avrebbe mai accettato una mia cessione. Mi reputava il suo figlio maschio".
Milan e Inter hanno provato a prenderti. Chi ci ha provato di più in Italia. "Milan e Inter spingevano più di tutte. Dopo la prima riunione con il presidente però gettavano la spugna".
Su Vito Scala. "Non esiste un aggettivo per descriverlo. È stato un padre, un fratello, un amico, tutto. Mi ha gestito un campo e fuori. Mi ha aiutato nei momenti difficili. Tutt'ora abbiamo un grandissimo rapporto. Sono cose che ti porti fino alla fine. Siamo cresciuti insieme a San Giovanni e poi nel settore giovanile. Dio ha voluto che facessimo tutto questo percorso insieme. Dentro la Roma Vito è una risorsa, una forza della natura".
Che tipo di futuro vedi per De Rossi? "Il rapporto che ho con lui extra campo e bellissimo. Gli auguro il meglio per la sua nuova avventura che sappiamo non essere semplice. Lo vedo voglioso e determinato. Ho visto che ha buoni margini di miglioramento. Parla bene l'inglese, è un comunicatore. Penso che possa avere un grande futuro da allenatore".
C'è un allenatore che ti piacerebbe vedere alla Roma in futuro? "Spero che possa venire Ancelotti che è sempre stato tifoso. Penso sia arrivato il momento giusto. L'ho visto tempo fa quando sono andato a trovare alcuni giocatori. Un discorso è sentirlo al telefono, dal vivo invece riesci a dirti altre cose".
Se fossi un presidente, prenderesti Mourinho? "Sempre, per quello che è il mio pensiero. È un nome che sta in cima ai miei desideri. Per vincere servono grandi personaggi e lui ha fatto la storia del calcio. Mi piacerebbe molto lavorarci. È uno che non ha peli sulla lingua. Mi faceva piacere giocarci contro. Le persone che hanno avuto la fortuna di essere stati allenati da lui mi hanno confermato il mio pensiero. Ti fa stare bene e ti difende".
Da tifoso, c'è un allenatore che ti piacerebbe vedere a Roma? "Se dovessi scegliere un allenatore giovane punterei su De Zerbi. Ha grandi doti e visioni di come impostare la squadra. È un ragazzo eccezionale, ci mette l'anima. Se dovessero prendere un altra strada mi piacerebbe lui".
Sul lavoro di Ranieri. "È speciale come persona. Entra in punta di piedi e va via da Re. È il campo quello che decide e lo cercano sempre tante squadre. Aveva smesso ma poi la Roma per i problemi che ci sono stati lo ha richiamato. Lui ha sempre detto sì alla Roma. È una figura troppo vera, leale, importante. Sia per i tifosi, per la società, per i tifosi ma soprattutto per la squadra che è rinata".
Su Leao. "Potrebbe diventare un grande giocatore ma deve cambiare il modo di ragionare. Non lo conosco personalmente ma da fuori, se fossi tifoso del Milan, non mi farebbe impazzire l'atteggiamento. In quella società devi fare uno scatto diverso. Per imporsi con la squadra, i tifosi, l'allenatore, l'atteggiamento deve essere diverso".
Un giocatore che ti piacerebbe vedere a Roma? "Non mi viene un nome specifico. Punterei su un giovane come Nico Paz. Mi piace, è estroso e cattivo allo stesso tempo. Il Real ha fatto la scelta migliore. Ritornerà a Madrid e diventerà tra i migliori al mondo".
Com'è stata la parentesi da procuratore? "Tutt'ora ho l'agenzia ma non ho il tesserino da procuratore. Cerco di trovare talenti. Non mi piace andare in giro a prendere quelli che hanno già una storia. Cerco ragazzi giovani per farli crescere nel migliore dei modi spiegandogli veramente com'è il calcio. Il problema in questo momento non sono i ragazzi ma le famiglie. Anche per chi ha talento, il problema è interfacciarsi con i genitori. Tutti credono che il proprio figlio sia il migliore".
Avevi preso Retegui. Com'è stato? "È stato il primo giocatore che ho preso in procura. Nessuno tra presidenti e dirigenti mi ha creduto. Mi dicevano che non faceva gol".
Cosa si prova nel vederlo capocannoniere oggi? "Sono molto contento. È un ragazzo eccezionale, umile, con i piedi per terra. Ha una famiglia top. Sono contento per lui perché se lo merita. È un lavoratore. Pensa solamente al calcio. Ha ancora margini di miglioramento".
Frattesi vale l'investimento che si pensava potesse fare su di lui la Roma? "Stiamo parlando di uno dei giovani più forti in circolazione a centrocampo. Lui è tifoso della Roma, spero che su di lui possano fare un grande investimento. Sarebbe un sogno per lui e per i tifosi. Ogni volta che entra fa il suo, con la voglia e la testa giusta".
Come vedi il calcio arabo? "È un altro calcio. Hanno la fortuna di poter fare quello che vogliono. In questo momento non esistono più bandiere, il calcio è diverso rispetto ai miei tempi. Parliamo di cifre assurde. Rispetto chi fa la scelta di andare lì".
Finirà a breve? "Credo di sì. Metteranno un punto ma fino al quel momento non c'è fine alle loro possibilità. Non hanno freni. Se hanno la possibilità di investire, lo fanno".
Nel calcio di oggi pensi sia possibile ripetere una storia come la tua? "Sarà quasi impossibile. Ci sono stati tanti alti e bassi. Roma è una città dove si vuole sempre vincere ma non era possibile. Non è semplice gestire tutto questo. Difficile che possano tornare quei tempi e quelle persone che si legavano ad un club per tantissimi anni".
C'è un calciatore di oggi con il quale ti sarebbe piaciuto giocare? "L'unica pecca è non aver giocato con Ronaldo il Fenomeno. Per me è il più forte di tutti, anche di Messi e Cristiano. Sono giocatori diversi, fuori dal normale. Ma il periodo tra Barcellona e Inter era incredibile. Dalla lista va tolto Maradona, lui è il calcio".
Il calciatore più sottovalutato con cui hai giocato? "Pizarro. Aveva qualcosa in più rispetto a tanti altri. Nessuno lo reputava un fenomeno ma chi sa di calcio vedeva qualcos'altro. Non aveva paura di prendere palla e in quel ruoli questa cosa fa la differenza".
C'era un giocatore che era forte in allenamento ma che poi in partita faceva fatica? "Ce ne sono stati tanti che dal lunedì al sabato erano diversi dalla domenica. Non voglio fare nomi perché dopo un'altra intervista è successo un casino".
C'è mai stata veramente la possibilità di tornare a giocare? "C'è stata qualche telefonata con una squadra di Serie A e l'avevo presa in considerazione, veramente. Poi ragionandoci meglio, da una parte mi avrebbe fatto piacere ma dall'altra parte ho pensato di poter essere patetico. È iniziato tutto per scherzo, poi è nata questa cosa. Poi alla fine è andata così".
Modric ti ha sempre ammirato. Tra poco compirà 40 anni, cosa pensi di lui? "Per me è tra i migliori giocatori in circolazione. Ha un talento e una classe diversa. Mentalmente è più pronto rispetto a tanti altri giocatori".
Oggi dire no al Real Madrid sarebbe ancora possibile? "Se parli di me, sì. Continuerei a dire di no. Sono un pazzo con i sentimenti e nessuno me li toglierà mai. Quello che provo per questa città, questa maglia non lo sa nessuno. Se dovesse capitare ad altri però non ci penserebbero più di tanto".
La Premier con il Leicester vinta da Ranieri, è l'impresa calcistica più importante di sempre? "Sì, un risultato impossibile. A Roma però quando venne la prima volta, stava per fare la stessa cosa nell'anno del triplete dell'Inter. Siamo andati sopra nelle ultime tre giornate ma poi abbiamo perso con la Sampdoria.
Chi voteresti oggi per il Pallone d'oro? "Ancora non ho capito come si vince il Pallone d'oro. Salah ogni anno fa 30, 40 o 50 gol".
Il miglior giocatore italiano oggi? "Non è facile. Diciamo Donnarumma. È quello che spicca di più. Non è una bella risposta però eh".
Chi è l'allenatore migliore al mondo oggi? "Guardiola, Ancelotti o Mourinho".
Il migliore italiano? "Conte, anche se ti fa lavorare tantissimo. Trasmette voglia, stimoli. Lo avrei voluto vedere a Roma. Quando ho fatto per poco tempo il dirigente lo abbiamo contattato e ci è mancato poco. Ci ho provato personalmente insieme a Guido Fienga".
In quale giocatore vedi un futuro da allenatore? "Quando giocavamo noi non ne parlava nessuno. Alla fine invece quasi tutti gli ex allenatore sono diventati allenatori. Non riuscirei a gestire 30 giocatori. Sono un rosicone, permaloso".
Chi vince il prossimo Mondiale? Come vedi l'Italia? "Le squadre sono sempre quelle. Poi ci può essere la sorpresa ma il cerchio si chiude sempre su quelle 4. Spero che l'Italia ci possa arrivare".
Vedi un miglioramento? "Spalletti ha cambiato alcune cose e la squadra ha recepito subito. Penso che possano fare un bel Mondiale".
L'Inter può arrivare lontano? "Penso di sì. Spero che possa arrivare in finale. Vedere un'italiana in finale è sempre gratificante".
Hai giocato contro Cristiano Ronaldo e contro messi. Chi ti ha colpito di più? "Entrambi. Sono totalmente diversi, me li prenderei entrambi anche se non avrebbero tanta voglia di giocare insieme con me alle loro spalle. Sono giocatori fuori dal comune. Vincono le partite da soli. Quando giocavano al Real Madrid e al Barcellona sembrava un videogioco. Facevano 70 gol a stagione".
Se dovessi far tirare un rigore per salvarti la vita, a quale ex compagno lo daresti? "A De Rossi. È un rigorista. O a Montella".
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