Nella sua carriera e nella sfida pluriventennale alla Juventus, forse solo una cosa ha dato più fastidio a Totti rispetto agli ‘aiutini’: i traditori. Il capitano non sopportava l’idea che si potesse rinnegare la Roma per la Juve. Il giallorosso per il bianconero. La lupa per la vecchia Signora. Mai. Per questo, Totti non le mandò di certo a dire a Capello il 14 novembre 2005, a 5 giorni dalla sfida con il tecnico che quattro anni prima lo aveva portato alla vittoria dello scudetto: "Non mi accadrà mai più di essere allenato da Capello. Non ho mai detto che tornerei a giocare in una sua squadra. Spalletti, rispetto a Capello, è una persona vera. A me interessa prima di tutto l'uomo che l'allenatore. Mentre Spalletti non fa distinzioni fra Totti, Montella e gli altri, Capello si comportava in modo diverso nei rapporti". Anche per Emerson il trattamento fu più o meno lo stesso: “Al massimo gli darò solo una stretta di mano a centrocampo, perché obbligatoria. Sinceramente non mi sento di andare oltre.Se stai tutti i giorni con alcune persone e ti accorgi che loro 'ci giobbano', come si dice a Roma, ci rimani male. Non posso perdonare certi atteggiamenti”. Non lo farà mai in 25 anni.
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