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Stadio Roma, Piovani: “Le torri di Libeskind abbattute dal terrorismo della demagogia”

Il pianista romano: "So che amministrare Roma è molto difficile e per essere giudicati serve più di un anno. Sono tifoso romanista"

Redazione

Lo stadio della Roma continua a far discutere. Anche Nicola Piovani, il noto premio Oscar per le musiche di “La vita è bella”, ha voluto dire la sua scrivendo una lettera sulle pagine di “La Repubblica”. Piovani, noto tifoso giallorosso, si è soffermato a parlare del sindaco di Roma Virginia Raggi. Ecco un estratto della sua lettera:

"Caro direttore, per come la vedo io, quando viene eletto un nuovo sindaco, bisogna aspettare almeno-almeno un anno per farsi un'idea dell'efficienza del suo lavoro. Se poi parliamo di Roma, un anno è pure poco: Roma non è un semplice municipio con qualche problemuccio da risolvere, Roma è un pachiderma difficile da maneggiare, un labirinto burocratico pieno di botole e trabocchetti. Roma è difficile da guidare! E certo, lo sanno pure i sassi (e lo dovrebbe ben sapere anche chi si candida alla sua guida). Mi dicono che nel programma del partito-movimento che guida Roma non compare neanche la parola "cultura". Non lo so, non l'ho letto, ma se così fosse non mi stupirei, non sarebbe certo il primo partito a vantarsi del proprio analfabetismo. Dello stadio della Roma non posso parlare, perché sono in "conflitto di interesse" in quanto tifoso romanista. So che è stato raggiunto un accordo fra le parti e quindi lo stadio "se fà". Sono contento, da cittadino e da tifoso, anche se mi ero affezionato alle belle torri di Daniel Libeskind: le avevo viste tante volte su plastici e disegni e, a forza di guardarle, mi parevano reali, mi piacevano. E ora, infantilmente, mi sembra come se me le avesse virtualmente abbattute qualche terrorista, forse un terrorista della demagogia".

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