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Spalletti: “Solo con Totti non si vince, ne servono altri come lui” – VIDEO

Il tecnico: "Se Francesco vuole giocare un altro anno, gli si rinnovi il contratto. Quelli importanti sono i calciatori e non gli allenatori"

Redazione

Al termine del match vinto dalla Roma sul Torino per 4 a 1, è intervenuto ai microfoni dei giornalisti il tecnico giallorosso Luciano Spalletti. 

SPALLETTI A PREMIUM

Grande vittoria stasera…

Stasera siamo stati bravi, dopo la vittoria forte che abbiamo portato a casa col Villarreal c’era il rischio di non avere ritmo partita, e dare vantaggio al Toro. Invece siamo entrati bene, con pressing, facendo vedere le nostre qualità. Ci siamo abbassati dopo il 2 a 0.

Ossessione vittoria ormai…

Deve essere quella, perchè le avversarie fanno da traino anche perchè le vincono tutte. Se ti accontenti mai e ti passano davanti. Se ci togliamo dalla testa il pensiero continuo se non passare belle serate coi nostri tifosi allo stadio facendo gol e vincendo le gare.

In cosa state migliorando?

La crescita è visibile sotto tutti gli aspetti. Per contendere le posizioni con Inter, Milan, Lazio, Napoli e tenere il passo della Juve, anche se siamo dietro di tanti punti, non puoi crescere in una sola cosa. Ma migliorare su tutti tanti aspetti. E bisogna trovare calciatori forti come è stato Totti, ancora dobbiamo trovare giocatori forti come lui, per questo siamo costretti ad averlo e tenerlo il più lungo possibile. Di leader come Totti ce ne vogliono più di uno, se vuoi contendere posizioni alle squadre che ho detto prima.

Dzeko?

Ora Dzeko si è messo in testa di essere importante, e ci dà vantaggio. Sente la fiducia dell’ambiente, compagni. Ultimamente ho parlato di squadra forte perchè sono convinto che sia una squadra forte. Siamo in condizione, sappiamo giocare al calcio.

Florenzi?

Abbiamo messo il numero sulla maglia, se lo avete visto. Lui si è fatto conoscere bene attraverso il calcio giocato e la qualità della persona.

Il suo rinnovo?

Sono convinto che Totti debba rinnovare. Si è capito di cosa parlate, proprio perché non ne abbiamo trovato uno uguale va fatto a Totti. Il suo rinnovo deve essere naturale, come è naturale il boato del pubblico quando si alza dalla panchina. Viene tutto da sè.

Non basta solo Totti per vincere trofei importanti?

Ci vogliono personalità, come ne aveva lui quando giocava. Aldilà del fatto che all’ultimo andava piano (parlando a Panucci in studio, ndr). Sotto l’aspetto del controllarti era micidiale, bastava uno sguardo e si capiva tutto.

Incredibile la metamorfosi di Dzeko…

Bisognava fargli sentire la fiducia addosso. E’ venuto come calciatore importante, poi è stato riconosciuto come un ‘mezzettone’ e l’ha messo in confusione. Lui è eccezionale, un ragazzo molto sensibile. Ti fa vedere come è il campione sotto l’aspetto dello spogliatoio, umiltà, presenza, garbo. Lui è una persona garbatissima, è una persona perbene. Non è il classico furbetto, il fatto di non esser accettato dentro una piazza importante gli ha portato confusione. Da parte mia gli ho detto ‘vedrai che sto con te’. Anche oggi si potrebbe fare questo giochino però. In qualche ripartenza stasera poteva essere anche altruista, ma essendo attaccante ci stava che provava a far gol. Se si stufa e ci risponde si rischia dato che è grosso, quindi lasciamolo stare.

SPALLETTI A SKY SPORT

Squadra cambiata per 4/11 rispetto a Villarreal e grande vittoria: cosa vuol dire questo, oltre che l'allenatore è bravo?

Ti ringrazio, ma è meglio se sono bravi i calciatori perché attraverso la qualità dei giocatori si riesce, laddove la trama di gioco non funziona, ad arrivare a quei numeri, quei gol che portano a casa il risultato. Stasera siamo entrati bene in campo, c'era il rischio che dopo un risultato roboante in trasferta in Europa League come quello di giovedì partissimo un po' viziati. Invece abbiamo subito capito che dovevamo prendere il Torino per il verso giusto, abbiamo forzato la partita nonostante avessimo fatto un po' di fatica anche nel viaggio. Poi però gli abbiamo conesso qualche pallone di troppo ed è successo quello che temevano, ovvero che abbiamo perso energie quando potevamo riposarci e fare possesso palla.

Arriveranno ora gli scontri diretti con Inter e Napoli nel momento migliore.

Sono momenti migliori che durano da un po' di tempo, la squadra era in difficoltà nel girone di andata col Torino, poi siamo cresciuti in condizione mentale e fisica in più elelemti, potevamo cambiare anche altri e sono sicuro che il risultato sarebbe stato lo stesso. E' stato invertito qualcosa con questo 4-0, c'era la possibilità di far giocare qualcuno giovedì e far riposare quelli che hanno giocato domenica per domenica. Abbiamo preferito così. La squadra sta bene e trattasi di gruppo che sta bene. In questo periodo conterà il gruppo, non la squadra.

Sarebbe un peccato che non ci fosse più lei a fine anno...

Io lo so che da qui a fine anno si passa sempre di lì. Però è semplice, lo abbiamo chiarito bene il perché. O vinci altrimenti hai perso. E' la prima domanda che fai sempre, noi la pressione ce la prendiamo da soli. Noi se non si vince si va a casa quindi non ci mettete niente. Spostiamo il discorso sulle cose importanti. Se Francesco vuole giocare un altro anno, giochi e gli si rinnovi il contratto, quelli importanti sono i calciatori e non gli allenatori. Io dopo tre secondi posti, quando sono arrivato quinto si è cominciato a dire 'deve andare via' e sono andato via. Negli ultimi anni la Roma è arrivata sempre seconda.

Se vince l'Europa League rimane quindi?

Se Totti vuole giocare è giusto che giochi.

Perché sposta sempre il discorso su Totti?

Ne avete sempre parlato voi, ora ne voglio parlare io. Deve venire tutto naturalmente come il boato di tutti gli sportivi dell'Olimpico quando Totti si alza per scaldarsi. E' tutto molto semplice. Noi non ne ancora abbiamo trovato uno uguale, stiamo lavorando e ora ce ne sono alcuni che si stanno prendendo le responsabilità. Dzeko, Nainggolan, Fazio, Strootman...

SPALLETTI A ROMA TV

Vittoria contro una squadra forte?

Sì, lo abbiamo visto nella gara di andata. Avevano molti ex che potevano essere motivati. Certe volte puoi pensare di rimettere quello che avevi messo nell'andata senza fare tropppo di più, invece i nostri sono stati bravissimi, hanno dimostrato un bel calcio.

Cerca la continuità?

Dobbiamo crescere, non dobbiamo avere dubbi sugli obiettivi. Il pensiero va solo lì: vogliamo vivere serate di bel calcio come queste qui.

Sulla qualità della rosa..

Sì, ce ne sono anche altre però la nostra lo è. Questo soprattutto ve lo dovete dire tra voi. Per i nostri calciatori non ci devono essere scusanti. Abbiamo allestito una rosa che ci dà la possibilità di competere e noi lo facciamo. Non c'è bisogno che uno giochi essendo stanco, c'è qualcuno pronto in panchina.

I preparatori?

Secondo me è soprattutto merito loro, dei massaggiatori, dei dottori e tutti quelli che lavorano dietro di noi che ci fanno trovare tutto a posto. Vederli così attaccati al lavoro, mi spinge a motivarli: devono darci il loro meglio.

Sulla difesa.

Sì può far meglio. Se si fosse fatto bene non avremmo preso il gol. Era una lettura facilissima. Siamo stretti? Anche qui si può far meglio. Dopo il 2-0 siamo andati in difficoltà perché non riuscivamo a fraseggiare. E' il segno che ci eravamo staccati. Per gli altri riconquistarla, se si è corti, diventa difficile. Mentre se stai lungo, diventa difficile anche riconquistare palla. La palla è di nessuno finché non si fanno 2 o 3 tocchi. Farli corti ti agevola.

Cosa vi siete detti con Florenzi?

Noi gli abbiamo detto che gli vogliamo bene. E' così, se lo conosci bene e sai com'è lui da un punto di vista personale. Ti senti nelle condizioni di poter dare tu a lui qualcosa in questo momento difficile, o sobbarcarcene alcune. Abbiamo passato un giorno in cui ci siamo chiesti come potesse succedere. Lui sa che gli vogliamo bene e ci ha chiesto di vincere e di dedicargli la vittoria.

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

Partita quasi perfetta...

Mi ha fatto particolarmente piacere la maturità nel saper riconoscere le insidie della partita e non portarsi niente della serata di Vila-Real, a volte nei calciatori succede questo pensiero facile di ripartire bene dopo aver vinto bene. Se non riparti dal basso, con avversari ancora più stimolati dal match precedente...e invece abbiamo subito direzionato la partita, rimanendo corti e andando avanti in velocità. Dopo il 2-0 non ce la faccio a insegnargli meglio, vedo che ci succede stesso, ma è difficile parlarne. Ma non riusciamo ad avere quella continuità che si esercita in alcuni momenti della partita, non si riesce a rimanere corti e intensi, non si riesce a evidenziare che se vieni a prenderla io ti faccio male, gli si è concessa qualche palla dove hanno gestito e ci è successo quello che poteva succedere all’inizio. Ci hanno fatto correre per riprenderla, quella fatica risparmiata l’abbiamo dovuta fare dopo sul 2-0. Nel secondo tempo siamo entrati in campo meglio e poi c’è stata la possibilità di andare sul 3-0, alcune trame sono state fatte bene, poi c’è stato il 3-0 che ha messo tutto a posto. A quel punto la partita l'hai chiusa.

Nainggolan a livello tattico si è abbassato a sinistra nella ripresa?

Giocando in questo modo, il problema diventa il mediano basso. All’inizio, per scelta, avevamo tentato di farlo prendere a Momo che resta più alto quando riconquista e il campo te lo fuma in un attimo, 40-50 metri te li fa in 5 secondi, ha questa qualità da velocista assoluto. Poi però lui è uno che gli piace andarsi a mettere là, è il suo covo. E allora anche un po’ Radja, ma poi Radja quando spingeva il terzino destro lo doveva rincorrere, ci hanno fatto un po’ ballare. Ma ci siamo messi a posto. Abbiamo riconquistato meglio e gestito meglio. Nainggolan doveva attaccare il terzino destro, Salah il mediano basso, mediani contro mezz’ali e Peres che dipendeva da Barreca. Ljajić con Manōlas, perché a lui piace entrare dentro al campo. Però c’è stato un momento nel primo tempo che hanno gestito bene e potevamo prendere gol, non eravamo belli compatti nel prendere queste posizioni. Loro hanno qualità e ci hanno fatto girare. Se ci ricordiamo l’andata diventa facile capire e ricordarsi che sono una buona squadra.

Dedica a Florenzi?

Lui torna a giocare con noi, l’abbiamo portato con noi in campo. Perché come ho già detto ieri lui, vivendo con noi, stando con noi, facendosi conoscere e apprezzare come bravo ragazzo e grandissimo professionista che nonostante quello che vorrebbe sembrare dalla stazza, Alessandro ha grandissima personalità e un grandissimo impatto fisico, con velocità e contrasti, ci ha trasferito il suo modo di essere, ci ha dato un pezzetto di lui e noi ce lo siamo preso volentieri in questa vicenda. Quando è rientrato dall’allenamento, è entrato e gli ho detto che avevo visto 10 minuti e mi erano bastati. Lui mi ha detto che si era rifatto male. Trovami qualcosa che non è vero, che non sto sognando. È stata una botta clamorosa e dispiace soprattutto per il ragazzo, non ci si può credere. Per cui il giorno dopo erano un po’ turbati tutti, è stato un continuo di telefonate. Tutti dispiaciuti, non poteva esser vero. La sua sensazione era quella lì, aveva alluso a qualcosa perché era convinto di aver risentito male. Ci è dispiaciuto, lo siamo andati a trovare e l’abbiamo portato in campo con noi. Col numerino. Ci ha detto di dedicargli la vittoria, che avremmo dovuto vincere per lui. È stato uno stimolo in più.

C'è soddisfazione a veder migliorare i giocatori?

Vedendola da fuori, la Roma mi sembrava una squadra forte. Altrimenti non l’avrei presa quando mi hanno chiamato. Può succedere che sia meno evoluta, c’è il consenso o meno del pubblico che vuol dire molto, è chiaro che si lavora per questo. Per il momento a me piace lavorare sul campo. Bisogna stare attenti per dire qualcosa, altrimenti i giocatori rispondono, e loro sono convinti di sapere molte cose. Spesso è così. Ogni tanto serve dare ordine e farli essere un po’ squadra. Il problema era che abbiamo perso di fiducia in alcuni elementi fondamentali e bisognava far crescere il gruppo in generale. Con Totti solo non si vince, poi capisco che siamo abituati a lui, ma non vincete. E lui deve rifare il contratto, per me lo deve rifare. Siete sempre venuti a metterla come un problema, uno scontro, e ora perché non me lo domandate più di Totti? C’entra eccome Totti. Non Spalletti. Nel senso che devono crescere altri calciatori come Totti, bisogna averne quattordici in questo periodo qui, non bastano lo stesso, in questo mese ne servono diciassette-diciotto, se non ne abbiamo così andiamo fuori da tutte le competizioni. Se se ne hanno 11 non si arriva in fondo alle cose. Totti non è la soluzione, è averne 20 di Totti, questa è la soluzione. Ora comincio io, deve fare il contratto secondo me. Così D’Ubaldo ci fa 8 pagine, 2-3 Vocalelli di suo. È naturale rifarglielo. Siamo abituati a lui. Io non voglio che smetta con me, se lo fanno smettere vado via anche se vinco. Non ero e non sono contro di lui, mi ci avete messo voi. O lui rifirma o anche se faccio il triplete vado via. È naturale come il boato del pubblico quando lui si scalda. Viene da sè. Totti non ha un contratto, ha un patto d’amore con la città. Quelli non si rinnovano, si vivono.

Il mio patto con la gente?

Bellissimo, altrimenti non sarei tornato. Se avessi avuto solo a che fare con voi non sarei tornato, ma c’è la gente e l’ho fatto. Voi non mi state simpatici. Io sono chiarissimo, se qualcuno non l’ha capito è così. Sono tornato per la gente e per la Roma e perché voglio bene alla Roma, ed era a un livello che non si poteva accettare. È tutto ancora dentro al pentolone, dobbiamo far cuocere bene la situazione. Non calpestare le aiuole di Trigoria, oltre ad annaffiarle, perché rimangano belle. Trigoria è un’oasi verde, bellissima. Oltre che metter cartelli, sennò si reagisce. Vanno annaffiati sempre. C’è da giocare delle partite e da restare nelle competizioni. Abbiamo una rosa che lo permette. In molti si prendono responsabilità. Io li ho soltanto difesi, loro ce l’hanno da sé. Non dò niente a nessuno. Ho allenato squadre forti, squadre normali. Son partito da dilettante, ho sempre giocato lì. Ringrazio, ma non mi frega niente dei complimenti.