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Scala: “Nel 2006 a Totti abbiamo detto che si era sfilato un tendine, poi ha capito”

Scala: “Nel 2006 a Totti abbiamo detto che si era sfilato un tendine, poi ha capito” - immagine 1
Le sue parole: "Sono stati tutti bravi. Mister Lippi, mister Spalletti, la società a stargli vicino costantemente, la famiglia. Il professor Mariani si è preso la responsabilità di operarlo subito, ancora lo ringraziamo"
Redazione

Vito Scala, ex club manager della Roma, è stato ospite di una puntata di OneTV e ha raccontato anche un aneddoto su Francesco Totti, di cui è stato preparatore atletico personale dal 1999 al 2017. Scala ha anche fatto parte dello staff della nazionale italiana di calcio durante l'Europeo del 2004, i Mondiali del 2006 e del 2010.

Ci può raccontare un aneddoto su Totti? "Ce ne sono tantissimi. Per capire il rapporto fiduciario che si è instaurato, un rapporto quasi fraterno, quando lui si è fatto male nel 2006 con l'infortunio alla caviglia, un infortunio molto brutto che non aveva una casistica. E quindi, nel momento di prendere la decisione di operarlo subito, insieme a mamma Fiorella e al professor Mariani, gli abbiamo detto che si era semplicemente sfilato un tendine e che bisognava intervenire subito per dargli la possibilità di recuperare velocemente. Il professor Mariani si è preso la grande responsabilità di questo, ancora oggi lo ringraziamo, di operarlo subito per dargli la possibilità di fare il Mondiale. Ma era un intervento cieco, nel senso che non sapevamo quali potevano essere i tempi di recupero anche con l'imminenza del Mondiale. Era febbraio, a giugno ci sarebbe stato il Mondiale. Però sul rapporto fiduciario e di stima che c'era con questi professionisti, insieme alla professoressa Giannini, Francesco ha detto subito sì. Poi, quando lui si è risvegliato dall'intervento dove io ero presente in sala operatoria perché non lo lasciavo nemmeno un attimo, lui ha capito la gravità dell'infortunio, ma sono stati tutti bravi. Dal mister Lippi, dal mister Spalletti, dalla società a stargli vicino costantemente. Alla famiglia che gli ha dato la carica per rientrare il più velocemente possibile, anche nei momenti di difficoltà sapeva che poteva contare su tutti".

Il momento più significativo nella Roma? "Uno si ricorda sempre le vittorie, gli Scudetti vinti con il settore giovanile e con la categoria Giovanissimi Allievi. Poi, in prima squadra, la vittoria dello Scudetto nel 2001. Ma anche tanti momenti in cui vedi dei bambini arrivare da te e poi diventare uomini, grandi giocatori e padri di famiglia. Con Francesco ho un rapporto fraterno, che esula da questo discorso. Aquilani, De Rossi, Corvia e tanti altri che si sono affacciati alla prima squadra, facendo una grande carriera. Pellegrini, Florenzi, Amelia, D'Agostino... hanno giocato con la nostra prima squadra. In molti oggi hanno smesso e sono padri di famiglia".

Totti ha detto che deve tutto a lei. "Lo correggo: lui deve tutto ai propri genitori. La famiglia per lui è stata fondamentale. Sono stato semplicemente un suo aiuto, ma perché c'è questo rapporto fraterno che ci lega e questo rapporto fiduciario che ci porteremo per tutta la vita. Abbiamo lavorato tutti insieme, con i professionisti che lo hanno seguito anche fuori dal campo ai professionisti della struttura sanitaria, il professor Mariani e la professoressa Giannini, il dottor Pengue. Si era creata un'organizzazione tale di professionalità e fiducia che ha permesso di creare uno scudo intorno a Francesco, dove lui doveva pensare solo e semplicemente a giocare a calcio".

Sulla Nazionale del 2006. "La Nazionale del 2006 è un emblema. I portieri, i difensori, il centrocampo e i giocatori lì davanti: sono tutti campioni, sono ed erano campioni come uomini e come calciatori. Era un livello altissimo, i più forti del mondo in quel momento con una grande guida tecnica come Marcello Lippi. L'affetto e il legame è rimasto quello, chiaramente la vittoria ci ha aiutato. C'era un senso di appartenenza molto importante, sentivamo il peso della responsabilità: squadra, allenatore e staff. Ho avuto tanti allenatori: Spalletti, Ranieri, Zeman, Luis Enrique. Poi ovviamente con chi vinci hai un legame diverso, ma anche con gli altri. Con Zeman ho un legame indissolubile, tra noi alla fine il tempo che trascorriamo è superiore a quello che passiamo in famiglia. La nostra vita è nel cuore della squadra".

Che cos'è il talento? "Francesco Totti, ma anche Del Piero. Noi dobbiamo gestire il talento e consigliare al meglio per poter gestire non solo il talento nella prestazione ma anche nel corso degli anni"