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Roma, l’era Friedkin alle porte. Dal mercato allo stadio: ecco cosa cambierà

Valerio Salviani

Attenzione al FFP

Con il cambio di proprietà la Roma non avrà possibilità di spendere di più sul mercato. I paletti imposti dal Financial Fair Play sono insuperabili e non permettono spese superiori ai ricavi. Friedkin potrà però spendere più del consentito nel suo primo mercato senza incedere in sanzioni immediate. L’Uefa concede infatti alle nuove società spese straordinarie, a patto che negli anni successivi si metta in atto un piano di rientro. Inoltre, il magnate texano potrebbe decidere “gonfiare” i ricavi del club attraverso un’auto-sponsorizzazione.

Obiettivo stadio

In questi anni di gestione Pallotta abbiamo imparato a suon di proclami e slogan che la Roma non potrà mai crescere senza uno stadio di proprietà. Vero. E per questo motivo anche con il cambio di proprietà, lo stadio della Roma continuerà a essere un argomento all’ordine del giorno. Si era parlato della possibilità di spostare il progetto altrove (facendo ripartire l’iter da zero), ma i recenti sviluppi con l’ingresso di Vitek nelle quote con l’acquisto dei terreni da Eurnova chiariscono che non ci saranno altri colpi di scena e che la nuova casa giallorossa sorgerà a Tor di Valle. Qualunque sia il destino del club.

Società come azienda

La Roma è un’azienda e resterà tale. Brutta notizia per i nostalgici, che sperano in un cambio di passo con una gestione più “famigliare”, votata quindi al passato. Il club continuerà a essere guidato da professionisti del settore, che ragioneranno in base ai numeri. E’ il futuro e i giallorossi non potranno sottrarsi. E nei prossimi anni l’andazzo sarà anche più accentuato, con i calciatori trattati solo come veri e propri asset economici. Sarà importante riuscire a mantenere l’identità romana e romanista che è rimasta viva anche nella transizione di questi ultimi anni.

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