È il giorno di Claudio Ranieri. Domani i giallorossi ospitano l'Empoli di Iachini alle 20.30 allo stadio Olimpico: tanti occhi saranno però per il nuovo tecnico della Roma, che torna a parlare dalla sala stampa da Trigoria otto anni dopo l'ultima volta. Le sue parole:
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Ranieri: “Qui per la maglia, pronto a lottare. I giocatori devono morire sul campo” – AUDIO – FOTO – VIDEO
Le parole del nuovo tecnico romanista: "E' un momento difficile, pretenderò il massimo da tutti. Ho perso soldi facendo questa scelta, ma se la Roma chiama io rispondo sempre"
Le sue emozioni e sensazioni per oggi rapportate a quelle di 10 anni fa?
Le emozioni sono sempre belle. Faccio questo lavoro perché mi emoziona. Quando si cambia società hai qualcosa in più, per capire e stare subito attento a tutto. Il ritorno a Roma per noi romani e tifosi romanisti è speciale. L'emozione è massima. C'è emozione e ambizione. Il momento è difficile, ma sono pronto a lottare.
Quale indicazioni ha ricavato dai due allenamenti e dove pensa di intervenire?
Ho fatto un solo allenamento vero, eravamo 12 giocatori. Gli altri recuperavano dalla fatiche di Oporto. Oggi sarà il primo allenamento con più giocatori. Sono curioso, parlerò con ognuno per vedere se hanno recuperato. Molto importanti sono le motivazioni, in questo momento è la cosa più importante. Capisco il momento negativo, ma arrivando da fuori dico che la Champions è là davanti, è molto vicina. Saranno importantissime le prossime due partite. Il pubblico sarà importantissimo, deve capire che questi ragazzi sono in difficoltà e vogliono sentirsi ben voluti. Da solo non ce la faccio a portarli in Champions League. Con l'aiuto del pubblico già mi sento più sicuro. Se hai il pubblico romano alle spalle che ti soffia dietro, tutto può accadere. Da romanista chiedo l'aiuto a me stesso, visto che sono un tifoso.
Come valori tecnici ci può dare un giudizio positivo sulla squadra? La fase difensiva è, tra le problematiche, una priorità?
Abbiamo fatto 49 gol, tecnicamente il gol questa squadra lo fa. Logicamente poi si deve essere propensi a rientrare velocemente, sennò gli altri ti fanno gol. Ho dato un'occhiata su grandi linee, non l'ho seguita molto perché spesso giocavamo in contemporanea. Quando ho potuto ho seguito la squadra. Molti gol sono arrivati in fase di costruzione, ossia con la palla a noi. Si perdeva palla, transizione e gol. Dobbiamo stare attenti su questo punto di riferimento. Se ti segnano su palla persa, il giocatore che ha subito questo si sente colpevole e non va bene perché si perde fiducia in se stessi e comincia a mancare un tassello nella difesa, un giocatore importante. Parlerò con i ragazzi e studieremo la soluzione più idonea per non perdere molti palloni in fase d'uscita.
A cosa si aggrappa per crederci?
Mi aggrappo ai tifosi e alle motivazioni dei giocatori. Devono saper reagire, ma per farlo devono sentirsi amati dai tifosi, è brutto aver paura di giocare in casa. Chiedo ai tifosi questo lasciapassare. Stateci vicino, abbiamo bisogno di voi.
Una frase con cui può riassumere questo momento c'è?
Non mi vengono, sono un istintivo, non preparo un discorso. Quello che sento poi dico e forse per questo sono credibile. Quello che sento lo esterno senza paura e senza timore. Noi tifosi vogliamo vedere la squadra che ara il campo, gente che sprizza rabbia e determinazione. Questo vogliamo noi tifosi, poi accettiamo anche l'errore. Prima però devono farci vedere che muoiono sul campo.
Florenzi è un terzino?
Florenzi è un giocatore universale, può giocare sia dietro che avanti, con caratteristiche uguali. Dipende dalla partita, dall'avversario, dalla situazione tattica. L'importante è che Alessandro si riprenda, essendo romano capisco cosa sta passando. Ogni errore che fa pesa più che ai suoi compagni. Deve tirare fuori la romanità giusta, stare petto in fuori. Non c'è niente di male a sbagliare e ammettere l'errore. Poi c'è un'altra palla da giocare, un'altra partita da giocare. Mi aspetto tanto da lui. So che il rebus è il ruolo di tutti. Zaniolo deve giocare da centrale, ma se ho tre Zaniolo devo vedere chi può giocare "aperto". Sacrifico uno e all'altro do il 100%. Il dubbio lo scioglierò solo giocando con loro. Se avrò uno che mi dà 80%, userò lui sull'esterno. Dzeko e Schick devono giocare insieme. Schick a Oporto è entrato con rabbia, è fortissimo, velocissimo e tecnico. Se si sblocca farà innamorare i tifosi.
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Il ruolo di Zaniolo?
So che il vostro rebus tattico è dove deve giocare Zaniolo, Schick o Dzeko. Zaniolo sappiamo bene che giocando centrale è nel suo ruolo. Deve andare in possesso di palla spesso e volentieri. Ma se centralmente ho "tre Zaniolo", devo vedere chi può giocare "aperto". Gli tolgo un 20% a uno - non parlo di Zaniolo -, sacrifico uno mettendo a destra o sinistra e all'altro do il 100%. Il dubbio lo scioglierò solo parlando con loro e capendo chi mi può dare di più sull'esterno rispetto a un altro. Posso avere così uno all'80% e uno al 50%. Se invece avrò uno al 100% e uno all'80%, gioco sull'esterno con quello che mi dà 80. Fuori dal suo ruolo, ma sempre imprevedibile e che può creare problemi agli avversari.
Schick e Dzeko possono giocare insieme?
Dzeko e Schick devono giocare insieme. Schick a Oporto è entrato con rabbia e volontà. Ha qualità incredibile, è fortissimo, velocissimo e tecnico. Se si sblocca, ed è vicino a riuscirci, farà innamorare i tifosi.
Su Pastore.
Io le poche partite che ha giocato alla Roma non le ho viste. Conosco Pastore da quando stava in Italia, dal PSG, ha classe sublime. Ma ora ho bisogno di gente che vuole fare la differenza. Non guardo nome, ingaggio o età. Devo vedere chi corre, chi lotta e chi si aiuta. Dobbiamo essere una squadra, cioè che tutti cercano di aiutare il compagno di squadra. Chi lo fa ha più probabilità di giocare. Chi si impegna dall'inizio alla fine ha più probabilità di giocare. Non parlo di Pastore, ma di tutti. Devono dare di più. Se siamo in questa situazione vuol dire che non hanno dato quello che avevano dentro. Le ragioni non le voglio sapere, non mi interessano. I discorsi stanno a zero. Paga l'allenatore. Ha pagato Di Francesco, ora devono rispondere. Io li aiuterò, ma loro devono aiutarmi. Parlando da tifoso, devono farci vedere quello che sanno fare e come vogliono farlo.
Le era mai successo di firmare un contratto per 12 partite? Dove si vede dal primo luglio?
Non mi era mai successo. Ora mi vedo qui con voi, domani sera in panchina, non vado oltre. Sono abituato a fare passo dopo passo. Un'altra società a queste condizioni non l'avrei presa, ma se la Roma chiama io devo rispondere sì.
Questi cambiamenti hanno avuto un impatto?
E' difficile, non conosco il prima e adesso il nuovo. Non lo so ma non mi interessa. Non sono bambini di 4 anni. Sono uomini e devono dare il meglio, che sia io o un altro. Scuse non ce ne devono essere più. Si va in campo, la palla la conoscono, il calcio lo conoscono. Se sono alla Roma e guadagnano quello che guadagnano è perché lo meritano e devono farlo vedere. Altre cose non mi interessano. Voglio una squadra allegra, sorridente, che lotta e non si arrende. Chi ha problemi li lasci a casa. I problemi li abbiamo tutti, ma li lascio a casa non li porto qua dentro.
La prima battuta con Totti quando l'ha sentito? Ha sentito Di Francesco? E' vero che non ha trattato sul prezzo?
Non ricordo cosa mi ha detto Totti. "Cosa fa mister? Dove sta?". "Sto a casa a Londra" (ride ndr). Poi abbiamo continuato a parlare. Non l'ho sentito Di Francesco perché capisco l'amarezza di chi è esonerato. Ho fatto un tifo spaventoso per lui, sia l'anno scorso che questo. Mi dispiace tantissimo, è un professionista e un lavoratore. Tutti sbagliamo, non ci sono allenatori esenti. Non ho trattato il prezzo, ho perso più ad andare via di quello che guadagno adesso. Non importa, non sono i soldi a ad avermi fatto venire, ma la maglia.
Più difficile rimettere a posto la Roma di oggi o quella che trovò tanti anni fa?
Tanti anni fa la squadra era importante, ma sul viale del tramonto. Diversi giocatori avevano una certa età e avevano dato tantissimo. Li ho motivati il primo anno, meno il secondo. E per questo poi sono andato via, se non riesco da romanista a motivare i miei giocatori romanisti, vado via io. Adesso non lo so, fatemi andare in campo, fatemi vivere l'emozione, fatemi sentire la squadra e poi saprò rispondere. Facile o difficile ora non lo so. Ci vuole l'aiuto del pubblico e dei giocatori. Chiederò il massimo ai giocatori, chiederò tantissimo, perché sono esigente con me stesso e voglio il massimo da loro.
Molti allenatori verrebbero a Roma a qualsiasi costo, ma poi ne escono con le ossa rotte. Perché si vuole Roma a tutti i costi se poi è così rischiosa?
Io la scelgo per un fatto che sapete tutti. Perché la scelgono gli altri non lo so. Roma dà emozioni che in altri posti non sono così speciali. Qui si vive 25 ore al giorno di calcio. Ne parlate 25 ore al giorno in ogni sede, radio, tv giornali... E' una squadra che fa notizia, lotta sempre per la Champions League per cui è tra le migliori squadre italiane. La nuova proprietà cerca di fare del suo meglio, investe tanto e logicamente poi a fine stagione si deve far quadrare il bilancio sennò non può essere iscritta.
Si deve intervenire di più su aspetto mentale o tecnico?
Aspetto mentale è quello che conta di più ora. Ho parlato solo di quello, non ho parlato di caratteristiche tecniche, di dove possa giocare Zaniolo, Florenzi o Pastore. L'aspetto mentale è la cosa più importante in questo momento. Volere fortemente un obiettivo, voglio gente ambiziosa. So che sarà difficile entrare in Champions, ma non mi arrenderò mai. So che incontrerò difficoltà, ma se sono un negativo alla prima difficoltà mi arrendo - "visto, non ce la faccio io e non ce la fanno i giocatori" -. Ma se invece sono un caparbio, uno che non molla mai, alla prima difficoltà aumento, cerco di capire il perché. Vado intorno al problema se non riesco a entrarci, lo scavalco, ma non mi arrendo. Voglio giocatori che non si arrendono.
Dzeko sta segnando meno rispetto agli ultimi anni, perché?
E’ normale che i bomber abbiano un anno "no". Quando tutti gli allenatori fanno le squadre, guardano chi fa i gol e la media gol della lora carriera. Anche Pruzzo e Batistuta hanno avuto i momenti "no". Può darsi che sia un momento "no". Ci sono ancora 12 partite, vediamo alla fine che farà Dzeko.
Chi sarà il portiere domani?
Lasciatemi vedere l’allenamento e domani sera saprete la formazione.
Una vicinanza maggiore dei tifosi può essere d’aiuto, magari aprendo i cancelli a Trigoria? Dall’Inghilterra ha portato la famosa campanella?
Qui ci vuole la campana di San Pietro, non la campanella (ride, ndr). Non mi chiedete cose a cui non so rispondere. In questo momento dobbiamo trovare serenità, rabbia e determinazione.
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