Una carriera da underdog, ma poi puntualmente predina imprescindibile di quasi tutti gli scacchiere tanttici. Simone Perrotta è stato senza dubbio questo anche per la Roma. L'ex centrocampista gialloroso si è raccontato in una lunga intevista a 'Il Fatto Quotidiano'. Ecco uno stralcio delle sue parole:


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Perrotta: “Con Tommasi parlavamo di presepi”. Poi l’aneddoto su Ranieri
Chi lascia ha nostalgia proprio dello spogliatoio. "A me è mancato il rapporto con i ragazzi, con i magazzinieri, con i fisioterapisti. La quotidianità. Mentre la partita era l'ultimo aspetto legato alla nostalgia. Oggi non è più così. Si parlava della partita, nascevano gli scherzi, si festeggiava per la vittoria, si discuteva per la sconfitta. Costruivi una comunità, dove i problemi di uno diventavano di tutti".
Cicinho ha svelato i suoi problemi di alcolismo. "Ai brasiliani piace bere, però Cicinho non l'ho mai visto alticcio in allenamento".
Il gruppo copre? "Certo e devi avere un allenatore intelligente."
Esempio? "Dopo una festa di carnevale, durata fino a notte tarda, arriviamo al campo in condizioni pessime. Ranieri ci vede, capisce, alleggerisce il programma e ci manda via".
I suoi momenti difficili. "Il primo anno alla Roma: ogni volta che prendevo la palla, erano fischi; se c'era una contestazione, quando uscivo da Trigoria la mia macchina ballava",
Paura? "No, ma all'inizio del secondo anno, in ritiro, c'erano i tifosi che urlavano "te ne devi andà". Raggiungo Spalletti per chiedere di essere ceduto. "Mettiti l'anima in pace, no".
Chi l'ha consolata? "La famiglia, mio figlio che aveva un anno."
Nello spogliatoio? "Damiano (Tommasi): era successo pure a lui e dividevamo la stanza: "Come fischiano, un giorno ti applaudiranno. In quella fase Spalletti era in crisi, la società gli aveva dato dieci giorni. Arriviamo a Genova, contro la Sampdoria, e mi cambia posizione. Andò benissimo. In stanza con lui non parlavamo di calcio, ma di presepe".
Di presepe? "Ci piace, mi dava delle dritte su come realizzarlo".
Tommasi aveva ragione. "In quella fase Spalletti era in crisi, la società gli aveva dato dieci giorni. Arriviamo a Genova, contro la Sampdoria, e mi cambia posizione. Andò benissimo".
Spalletti è permaloso? "Sta allo scherzo, ma dipende da chi lo fa..."
L'Europeo in Portogallo e lo sputo di Totti a Poulsen. "Lo aveva massacrato, e mi dispiace perché in quell'occasione è uscito un Francesco lontano dalla realtà".
Totti era ingombrante... "Un punto di riferimento, poi in tutte le occasioni extra-campo lo mandavamo avanti: "Tanto vogliono solo te". E noi ci davamo di lato".
In campo ha mai avuto paura? "Sempre! Tutti la provano. Magari prima del match mi ripetevo: "Ma non era meglio andare a mangiare al mare?". Poi in campo spariva".
Lei chi è? "Non lo so, però mi piacerebbe che la gente mi apprezzasse in quanto Simone e non come Perrotta".
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