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Mourinho: “Roma è giallorossa. Sono come un papà per questo gruppo” – VIDEO

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Le parole dello Special One

Redazione

Mourinho ha parlato al termine della gara contro il Leicester. La Roma vola in finale di Conference League e sfiderà il Feyenoord. Ecco le sue parole:

MOURINHO A SKY

Notte meravigliosa, ci sia abitua a certe emozioni? "Mi scuso, ma sono stanco. Voglio andare a casa. Vittoria di famiglia. Questo è il nostro merito più grande. Questa empatia e senso di famiglia. Abbiamo fatto una gara straordinaria, per me quando il tuo portiere fa due parate in 180' contro una squadra di Premier è perché qualcosa di buono abbiamo fatto. I ragazzi sono straordinari e lo meritano. Lunedì abbiamo una partita e altre due di campionato. In finale è sempre la stessa storia. Quattordici partite sono tante e abbiamo pagato con punti di Serie A. Vogliamo vincere".

La possiamo definire una battaglia di calcio? "Certo, giochiamo in modo rischioso quando pressiamo. Siamo una squadra che rischia, ma non abbiamo la capacità per farlo per tutti i 90'. Poi ci siamo abbassati col 5-3-1. La linea ha controllato bene, uno sforzo incredibile di quelli di centrocampo. Senza Miki non era facile tenere palla. Tanto lavoro da Nicolò e Tammy. Famiglia è l'unico modo di descrivere questo cammino".

Tutti promossi, su Abraham: come ha aiutato la squadra? E' il simbolo della disponibilità? "Io mi rifiuto di parlare bene di lui. Lui lo sa. Può fare meglio. E' un grande giocatore con possibilità di essere ancora meglio. Faccio fatica ad accettare chi può fare meglio. La disponibilità deve dimostrarla sempre non sollo contro la Lazio o in Europa. Sono d'accordo, lui e gli altri, anche chi era in panchina, fanno una famiglia. Adesso vinciamo la finale. Se mi permettete, volevo fare i complimenti a Carlo che è un grande amico e ha portato in finale un club che mi è rimasto nel cuore".

MOURINHO A DAZN

Dopo 31 anni la Roma torna a giocarsi una finale europea, che emozioni ha provato? "Scusa, ma sono veramente stanco e voglio andare via il più presto possibile. Ci sono diversi livelli di aspettative, responsabilità e speranza. La storia della Roma è di sofferenza, non vince da tanto. Il numero di finali non è in accordo con la storia sociale del club. Questo per noi significa tanto, è come per il Real e il Liverpool giocarsi la Champions. Questa per noi e per il Feyenoord è la nostra Champions. È dal primo giorno che ho questo senso di famiglia anche coi tifosi. Non abbiamo fatto una stagione spaventosa ma quella possibile. Sono 14 partite di Conference, tanti punti persi poi di domenica, dopo queste partite. Il Leicester è una squadra di qualità, Rui Patricio non ha lavorato tanto. Questo significa la compattezza della squadra, saper tenere una situazione di vantaggio. Sapendo giocare coi tempi con gli spazi, sapendoci abbassare gli ultimi minuti. È una vittoria della famiglia. Una squadra intelligente".

L'abbiamo vista quasi commossa. "Sono commosso, non quasi. Vincere è sempre vincere. Il primo, secondo titolo non cambia, è sempre gioia e ricompensa per il proprio lavoro. Per una squadra che non vince mai, non arriva in finale, tifosi straordinari... Sto in un momento della mia carriera che non lo faccio per me, ma per i miei giocatori, per i miei proprietari, per i tifosi, per la gente romanista. Sono emozionato non per me ma per l'emozione degli altri".

C'è una squadra italiana in finale di Conference, e un italiano in finale di Champions League. "Ho mandato un messaggio ad Ancelotti dopo la partita. È un club che sta nel mio cuore, sono bianco in Spagna. È il club più grande al mondo. Sono due cose positive in una. Siamo amici con Ancelotti: so che è contento per il suo amico e per la Roma. Lui ha la sua finale, io la mia. Vediamo se questi due giovani allenatori riescono a vincere qualcosa...".

Si vince questa finale? "Ciao".

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Come si prepara una finale così? "Il primo modo è avere il rispetto del calcio italiano e farci giocare l'ultima partita venerdì. Sicuramente il Feyenoord farà lo stesso e penso che noi, rappresentando il calcio italiano, meritiamo l'opportunità di prepararla nel miglior modo possibile. Non posso dire purtroppo, perché penso sia positivo avere tre partite in campionato da giocare con l'obiettivo di raggiungere l'Europa e se lo facciamo andiamo in finale con uno stato emozionale diverso. Andare a Tirana sapendo che in ogni caso siamo in Europa non aiuterà, ma il lavoro più importante è stato fatto il primo giorno. Il senso di squadra che abbiamo cominciato a costruire in Portogallo nel primo giorno di ritiro, poi giorno dopo giorno, i giocatori, lo staff, i tifosi. Questa partita è stata vinta da tutti, di famiglia, per questo la mia emozione. Ho fatto finali più importanti di questa, ma il senso di una gioia incredibile di tutti l'ho sentito in modo speciale".

Che emozioni ha adesso? "I tifosi hanno giocato bene. Ora bisogna guardare alla partita con la Fiorentina, da domani si lavora. La situazione di Mkhitaryan si trasforma, ora credo che non si debba rischiarlo. Abbiamo tre partite e dobbiamo pensare seriamente a queste tre, possiamo dire grazie ai nostri tifosi nell'ultima partita che giochiamo all'Olimpico. Ora l'emozione andrà progressivamente via e dobbiamo pensare che abbiamo queste quattro partite da giocare".

I tifosi sono scaramantici, ma la sua presenza ha portato tanti a comprare già i biglietti. Cosa pensa di aver dato in più lei? "Penso che sia una domanda per i tifosi, per la proprietà, per Pinto e i giocatori. Non voglio dire io quello che ho dato. Ho dato lo stesso di tutti gli altri, ognuno di noi ha dato lo stesso. I magazzinieri, i terapisti, i giocatori che giocano sempre e quelli che giocano meno. Questo senso di famiglia. La mia emozione, la mia gioia, con gli anni uno diventa meno egocentrico e più 'papà' del gruppo, per non dire nonno che è ancora presto. Sono contento per tutti. Ricorderò sempre la gente per strada, le signore con le bandiere sui balconi, i bambini per strada. Questo per me significa tanto. Roma è una città giallorossa. In un anno si sente facilmente, anche se vivi a Parioli. Roma è una città giallorossa. E domani si vedrà questa gioia. Io ho dato il mio piccolo contributo per questa gioia e questo mi fa felice".

Mi sembra quasi di averla vista piangere a fine partita. "Sì, forse sì. Non lo escludo. Perché ho provato l'emozione di tutti quelli che amano la Roma. Ho un romanista pazzo con me, per tanti anni l'ho avuto al Chelsea e anche in altre società, mi ha fatto capire bene il significato di questo club per la gente. Un club gigante che non ha una storia di trofei importante rispetto alla dimensione sociale che ha. Non è un trofeo, ma una finale che significa tanto per loro. Ho sentito cosa hanno provato".

Quattro finali europee diverse come nessuno. "Vediamo se vinciamo questa finale, sarebbe ottimo. Posso sicuramente affermare che in ogni club che ho allenato ho raggiunto una finale. Non posso dire di averla sempre giocata, ma l'ho raggiunta".

Abraham voleva uscire ma non l'avete fatto uscire. "Lui veramente, anche stanco morto, nelle palle inattive in difesa è fantastico. Noi difendiamo in maniera mista, un po' a zona e un po' a uomo. Per cinque minuti in più, magari c'è un corner dove tu vai in finale o ai supplementari. Per questo esigevo da lui sempre un minuto in più. Ma il ragazzo era stanco e ho dovuto cambiarlo, ma tutti hanno fatto uno sforzo straordinario. Il Leicester ha questo potenziale per cambiare le partite, hanno giocato a tre con Vardy e Iheanacho, noi ci siamo abbassati perché non volevamo pressare tutti e tre i difensori. Eravamo più compatti a centrocampo, siamo stati sempre molto organizzati, 'tranquilli'. Se un giocatore poi non sbaglia nella sua dinamica tattica individuale e globale siamo perfettamente in controllo. In due gare contro una buona squadra, Rui Patricio ha fatto una grande parata a Leicester e oggi niente. La palla a loro non è stato un problema per noi. E andiamo a Tirana".

MOURINHO A ROMA TV+

"Famiglia totale, stadio, strade, gente per strada, signore sui balconi, bambini per strada, campo, panchina, famiglia. La cosa più importante che noi abbiamo costruito quest'anno è questa famiglia. La famiglia ovviamente che merita di andare in finale , ma adesso dimentichiamo la finale e pensiamo alle altre partite che abbiamo da giocare. Speriamo nel rispetto del calcio italiano perché meritiamo di giocare venerdì per avere tempo di preparare la finale però vediamo".