È arrivato il giorno della presentazione di José Mourinho. Presso la Terrazza Caffarelli, al Campidoglio, alle ore 13:30 i tifosi hanno avuto l'occasione per conoscere da vicino lo Special One, che ha risposto alle domande dei giornalisti. Ad assistere all'evento il GM Tiago Pinto. La Roma ha trasmesso la diretta sui propri canali social e in chiaro sul canale 20 di Mediaset e on line sulla piattaforma Mediaset Infinity. La conferenza è stata distribuita live in 50 Paesi. Erano 67 le testate accreditate ed erano presenti media anche dalla Cina.
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Mourinho: “Progetto sostenibile, per i titoli serve tempo ma arriveranno”
Le parole del portoghese: "Arrivare, lavorare molto, seminare e aspettare il tempo per raccogliere i frutti. E' un contratto triennale e poi spetterà alla società decidere il futuro"
Tiago Pinto: "Buongiorno a tutti. Chiedo scusa se il mio italiano non è perfetto ma cercherò di parlare italiano. Ecco Mourinho, credo che basta (ride, ndr). Oggi è un giorno felice per noi, sappiamo tutti che è il primo step di un cambiamento di mentalità. Ci aspettiamo tante cose buone nella prossima stagione e nei prossimi tre anni. Non credo che vi aspettiate che io possa presentarvi Mourinho perché la sua carriera parla per lui ma voglio solo dire tre cose importanti. Primo, ringraziare Dan e Ryan Friedkin per l'opportunità che ci hanno dato di portarlo alla Roma. Poi vorrei ringraziare Mourinho per la fiducia nel nostro progetto e dire ai tifosi che questa settimana c'è stata un'energia molto positiva a Trigoria. Tutti noi siamo soddisfatti di avere l'opportunità di lavorare con Mourinho, imparare da lui e fare crescere la Roma con Mourinho".
Le parole di Mourinho
"Voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione al mio ingaggio per la Roma è stata eccezionale. Ho avuto subito questa sensazione di: "Non ho fatto nulla per questo" e mi sono sentito subito in debito perché l'accoglienza è stata emozionante. La prima cosa che devo fare è ringraziare i tifosi. Poi ringrazio la fiducia del club, della proprietà e della famiglia Friedkin, di Tiago e di tutti voi. Il modo in cui i tifosi mi hanno accolto a Roma e anche prima è stato veramente fantastico e mi ha colpito veramente. Magari c'è una domanda che arriverà sicuramente, posso cercare di rispondere prima della domanda. Perché sono qui? Sono vicino alla statua di Marco Aurelio, se non sbaglio nulla viene dal nulla e nulla ritorna al nulla. Questo ha un significato molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club nelle persone di Dan e Ryan. Quello vogliono per questo club, il modo in cui hanno parlato con me. Un progetto molto chiaro. L'eredità che vogliono per questo club. Non dimenticare mai il passato fantastico di questo club. Costruire un futuro. La parola 'tempo' a volte nel calcio non esiste ma in questo caso esiste ed esiste in un modo fondamentale perché quello che la proprietà vuole non è 'successo oggi e problemi domani' ma una situazione sostenibile nel futuro e vogliono veramente fare qualcosa con grande passione. E' la ragione principale per la quale sono qui. Adesso è tempo di lavorare insieme ai miei. Quelli che sono venuti con me, ma il concetto dei 'miei' è cambiato quando sono arrivato a Trigoria. I miei sono tutti quelli che sono lì, che vogliono lavorare insieme a noi. E' una mentalità che vogliamo sia di lavoro. Sicuramente arriva la domanda se questa incredibile città è la motivazione per cui sono qui e rispondo già no, perché non sono qui in vacanza. La città ha una grande responsabilità ed è un incredibile legame della Roma con la città, è ovvio: il simbolo, colori, nome è un legame incredibile. Si confonde un po' nel mondo la città con il club. E' una responsabilità che sento ma non siamo qui in vacanza ma per lavorare e per questa ragione allenamento alle 16:00, arrivederci e ciao. Possiamo andare? (ride, ndr)".
Una domanda da non romano, vorrei che mi rispondesse da esterno all'ambiente. Una volta ha detto che in Italia siamo matti perché parliamo tutto il giorno di calcio mentre negli altri paesi non è così. Qui siamo in una città con almeno 5 radio che parlano tutto il giorno della Roma, questa pressione è stata decisiva per questa sua scelta? La eccita l'idea di essere qui dopo tanti anni essere sotto questo calderone bollente? Ho dovuto cambiare telefono 3 volte perché non so come trovate sempre il mio numero. Scherzi a parte, è fantastico, è incredibile. Per chi ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca. Per chi è innamorato del calcio e pensa al calcio 24h ci manca. Come dicevo prima c'è un lavoro da fare internamente e all'interno del club dobbiamo concentrarci nel lavoro che abbiamo. Per tutto rispetto per il vostro lavoro da fare, noi abbiamo il nostro da fare. Non sono una persona troppo simpatica quando lavoro e magari non sarà come tu dici un piacere per voi lavorare con me. Io devo difendere il mio club e uno dei modi di farlo è che quello che si fa internamente, se possibile, deve rimanere internamente. Tutti noi all'interno di Trigoria e della società dobbiamo pensare così. Abbiamo un lavoro da fare e vogliamo rispettare il vostro.
Sia lei che Tiago Pinto avete parlato di mentalità. Il direttore parlava di cambio di mentalità. Credo che sia stato chiamato oltre che per vincere per cambiare il DNA dell'ambiente Trigoria. Lei è famoso per grandi capacità motivazionali, mi racconta come proverà a cambiare il DNA del gruppo che è arrivato settimo in classifica per limiti tecnici e per cali di tensione nell'anno e nei 90'. Quali sono le prime mosse del percorso? Conoscere il gruppo. Non andiamo a cambiare delle cose quando non siamo consapevoli di tutto quello che c'è all'interno del gruppo. E' importante conoscerlo. Ci sono dei principi fondamentali e non negoziabili. Oggi è il primo giorno di allenamento e voglio che i giocatori capiscano come lavoriamo noi ed è molto semplice. Tutto quello che non è al 100% non sta bene. Stiamo parlando semplicemente di allenamento. Con la tua domanda credo tu voglia andare in direzione dei giocatori ma io voglio andare nella direzione di tutti noi che siamo all'interno del club. Voglio dire che dal momento che sono arrivato ho fatto una quarantena che mi ha permesso di essere dentro il centro di allenamento e di poter parlare con le persone e capire. Ho visto una gioia terribile di tutti di lavorare insieme e cercare di dare buone condizioni di lavoro possibili. Ed è una sensazione buona. Arrivare e capire subito che la gente vuole lavorare insieme, per me è un buon feeling.
Da quasi tutti i giorni leggiamo le notizie con il suo nome sui quotidiani e iniziano sempre con 'Mourinho chiama', Donnarumma, Ramos, chiama tutti. Ha detto che vuole sempre parlare con tutti e comunicare con tutti. E' importante il suo carisma per attrarre gli altri giocatori o acquisti? Non ho parlato con nessuno, puoi pensare che non è vero ma ti dico la verità. Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago, con la proprietà e con le persone dei club di diverse aree di lavoro ma di giocatori non ho parlato con nessuno.
Lei è venuto in Italia nel 2008 e aveva trovato un calcio italiano che nei 5 anni precedenti aveva vinto 2 Champions League. Aveva un certo tipo di appeal, in quella stagione arrivarono Ronaldinho, Shevchenko. Adesso arriva in un calcio in cui abbiamo perso terreno a livello di fatturato e di visibilità internazionale rispetto alla Premier League, La Liga, anche alla Bundesliga. L'allenatore della squadra che ha vinto il campionato è andato via perché la squadra si stava ridimensionando. Nell'ultima Champions siamo arrivati agli ottavi e non vinciamo la Champions dal 2010 grazie a lei. Questa può essere la sfida più importante della sua carriera visto che viene in un calcio dove non è così in salute a livello di club, ad eccezione della Nazionale? In questo senso la prossima sfida è sempre quella più importante della mia carriera. In questo caso è questa la sfida. Ovviamente la più importante Quando parli del calcio italiano magari stiamo parlando dei campioni d'Europa o come minimo della finalista dell'Europeo e se non sbaglio ci sono tutti giocatori che giocano in Italia, magari manca solo Verratti. La maggioranza dei calciatori giocano in questo campionato. E se non è visto dall'estero come il campionato principale è responsabilità nostra, tutti noi dobbiamo fare qualcosa di più. Ovviamente lavoro per la Roma e solo la Roma mi interessa ma in modo indiretto per il calcio italiano e se possiamo dare qualcosa di più dobbiamo farlo. Non è che possiamo farlo ma dobbiamo farlo.
Che José Mourinho sarà quello di adesso? Come è cambiato lei? Se non miglioriamo con gli anni e se gli anni non ci rendono dei professionisti migliori vuol dire che qualcosa non ha funzionato per il meglio. Sono più maturo, al tempo stesso il DNA non cambia. Sono quello che sono nel bene e nel male e sostanzialmente sono la stessa persona.
Non ha parlato con nessuno all'esterno ma credo che lo abbia fatto molto in questi giorni di quarantena all'interno. Si parla tanto del futuro di Dzeko che è stato il capitano della Roma, lei che ha avuto a che fare con grandi attaccanti della storia, come si pone rispetto a Dzeko? E se dovesse restare alla Roma tornerebbe lui il capitano o la fascia resterebbe a Pellegrini? Io non ti devo rispondere alla domanda e dire quello che faccio all'interno del mio club. Se entriamo in questa dinamica, di dirmi cosa faccio e con chi parlo, scusa ma sarò un antipatico che non condivide con voi quello che faccio all'interno. La domanda del capitano sarà una situazione che prima di tutti la società e i giocatori devono sapere prima di voi.
Si aspettava questa accoglienza da parte dei tifosi della Roma in questa città dove è nata la frase Veni, Vidi, Vici: il suo percorso è sempre stato quello, un Veni, Vidi, Vici? Arrivare, lavorare molto, seminare e aspettare il tempo per raccogliere i frutti. E' un contratto triennale e poi spetterà alla società decidere il futuro. Sono 3 anni di contratto non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanti anni e come mai la squadra è arrivata a 29 punti dalla prima in classifica e perché a 16 punti dal quarto posto. Sono domande che mi devo fare e dobbiamo trovare delle risposte. Ritengo che sia il club che il GM conoscono le risposte meglio di me e sanno che c'è molto lavoro da fare, vogliamo arrivare a vincere dei titoli ma arrivare a vincere immediatamente non voglio dire che non succede mai perché nel calcio alcune volte non può succedere ma seguendo una traiettoria normale non sarà così.
Durante l'Europeo ha parlato di Cristante e Spinazzola, che ruolo avranno nella prossima stagione. Dopo il suo infortunio ha programmi in mente? Siamo tutti felici che abbiamo questi giocatori in Nazionale, che sta facendo molto bene e hanno il 50% delle possibilità di tornare a casa come campioni d'Europa. E' un orgoglio e anche per me che non ho mai lavorato con loro, lo sento come se fossero i miei giocatori, perché in questo momento i miei giocatori sono i miei giocatori. Siamo tutti molto felici di questa situazione. Cristante dimostra che è una Nazionale piena di giocatori di talento. Solo possono iniziare in 11 le partite, Mancini non può fare miracoli in questo senso. Mancini ha un rispetto grande per Cristante come giocatore perché ogni momento di difficoltà nelle partite, lui guarda a destra e a sinistra e Cristante è lì per aiutare. E' un ragazzo con una personalità di squadra fantastica e lo aspetto a braccia aperte. Per Spinazzola è una triste situazione per tutti noi. Ma è incredibile nella sua gioia di vivere e di fare, arriva al centro di allenamento con questo infortunio e sembra che non è successo niente. E' positivo ma non lo avremo per tanto tempo. E' una situazione dura per lui e per noi. La soluzione da trovare? Abbiamo un ragazzo giovane, Riccardo Calafiori che deve lavorare tanto per noi, abbiamo fiducia di lui. Sarà un giocatore della prima squadra Però scusi direttore (a Pinto, ndr) ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro.
Ha allenato grandi club e grandi giocatori, anche Roma ha grandi giocatori. C'è l'impressione che c'è un limite al budget di mercato. La preoccupa? Cosa vi siete detti con Spinazzola? Risponde Tiago Pinto: Qui è importante chiarire che abbiamo fatto insieme un'analisi della squadra. Sappiamo tutti quello di cui abbiamo bisogno ma sappiamo tutti che questo mercato è molto particolare e difficile da fare. Stiamo lavorando ogni giorno, anche se voi non vedete i risultati, per trovare la soluzione. Sicuro che alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho.
In questi anni la tua figura in Italia è diventata mitica. I tuoi due anni in Italia furono difficili, ci furono molte polemiche e battaglie e gli ultimi mesi non parlasti più con la stampa dopo il gesto delle manette perché ti sentivi perseguitato dal procuratore Palazzi. Undici anni dopo torni con quali sentimenti? Di dare battaglia? Di rimetterti nel ring? Di essere l'uomo del contro potere come eri all'epoca? O pensi che il calcio italiano o tu sei cambiato e sarà un'avventura più pacifica? Io sono l'allenatore della Roma. Non voglio essere niente di più, c'è tanto da fare qui. Devo concentrarmi nel mio ruolo, perché sarà il mio ruolo per 24 ore o poco di meno per dormire. Sono l'allenatore della Roma e voglio semplicemente essere questo. Se come conseguenza del nostro lavoro nel club possiamo dare qualcosa in più al calcio italiano è fantastico. Le situazioni possono arrivare o non arrivare. Tu che già mi conosci bene da tanto tempo sai che per difendere i miei farò di tutto, per cercare io dei problemi ovviamente no. Mi voglio divertire e penso che ci possiamo divertire tutti. Però non ho tempo per cercare. Per difendere i miei calciatori e la mia società, se bisogna fare qualcosa di più siamo qui.
Lei ha detto che in passato è stato vittima dell'ossessione per la vittoria e cito testualmente ha detto che se non vinceva era la fine del mondo... Sono vittima di quello che ho fatto, del modo in cui la gente mi guarda. Nel Manchester United ho vinto 3 titoli ed è stato un disastro. Ho preso il Tottenham in una finale di coppa in cui non mi hanno fatto giocare ed è stato un disastro. Quello che per me è un disastro per gli altri è una roba fantastica.
Qual è la sua idea di vittoria? E' solo alzare un trofeo o un raggiungimento di un obiettivo? Dal punto di vista oggettivo, non voglio che tu pensi che sono andato via dalle mie responsabilità, solo abbiamo in quanto squadra di lavoro un obiettivo in mente: la prima partita ufficiale, la vogliamo vincere. Quando finiamo la prima, pensiamo al secondo obiettivo. La prima ufficiale sarà in Conference League e vogliamo vincerla. In generale, c'è un lavoro da fare e questa società e questa squadra ogni giorno deve fare meglio. Posso dire oggettivamente che parlando della struttura fisica che abbiamo a Trigoria, la struttura fisica è diversa dal giorno che sono arrivato a oggi. La gente lavora 24 ore per fare una struttura fisica più bella e adatta per noi. Si sente che ogni giorno è meglio. Però stiamo parlando della struttura fisica. Poi la struttura umana: il lavoro che ha iniziato a fare quando sono arrivato. A partire di oggi se mi lasciate allenare, l'obiettivo è che ogni giorno dobbiamo essere una squadra migliore.
Parlavamo dell'enorme entusiasmo che ha scatenato il suo arrivo a Roma ma non tutti sono stati così entusiasti del suo arrivo, ritengono che non sia più quello di una volta. Cosa vuole rispondere? Niente, ho risposto prima, i miei ultimi 3 club: scudetto con Chelsea, 3 coppe con il Manchester United, una finale con il Tottenham, siamo arrivati dodicesimi in classifica e sesti in Europa League. Quello che per me è un disastro magari qualcuno non l'ha mai fatto nella vita. Però è così, è colpa mia.
Sulla panchina della Roma e vedendo la stagione che si prospetta, con la Juve di Allegri, il Napoli di Spalletti... Come lo sente il rumore dei nemici in funzione della prossima stagione? Non voglio la Roma di Mourinho, voglio la Roma dei romanisti. Io non sono nessuno, sono uno in più, che insieme a loro all'interno del club e a tanti, tanti tifosi del mondo, sono uno in più. Se vuoi parlare della Juve di Max o del Napoli di Spalletti o della Lazio di Sarri puoi farlo ma la Roma di Mourinho non mi piace veramente.
Dal 2008 la Roma non ha vinto nulla, ha avuto 9 allenatori e zero titoli. E' abbastanza forte già la squadra per vincere? Non è un'ossessione per me pensarla così. C'è una cosa da cui non possiamo scappare, quello che hai detto è la verità, come è vero che abbiamo finito a 29 punti in campionato dietro la prima e 16 dietro il quarto posto. Non possiamo scappare da questa realtà ma vogliamo capire bene perché e quale è il tragitto e come farlo, fino ad arrivare dove vogliamo arrivare. Stiamo parlando di tempo, è una parola che tutti noi condividiamo. E' stata una parola chiave quando ci siamo incontrati per la prima volta con la proprietà ed è una parola chiave in questo progetto. Se possiamo accelerare questo processo, meglio. E' la mia natura e voglio che i giocatori all'interno del club possono avere questa mentalità.
Ha parlato di una Roma sostenibile ma non è nelle sue corde aspettare molto per raccogliere i frutti del suo lavoro. Come può conciliare questi due principi e ritiene positiva una stagione eventualmente senza titoli? Voi parlate sempre di titoli e noi di tempo e di progetto, di lavoro. I titoli non sono parole, perché come parola è troppo facile da dire. Poteva essere una promessa troppo facile, la realtà è un'altra: tu parli di titoli, noi parliamo di tempo, di lavoro, di progetto e migliorare. I titoli arriveranno. Quello che la società capisce come idea chiave per loro è che non vogliono successo isolato, vogliono arrivare lì e rimanere lì. E' più difficile questo. La vittoria isolata è facile. E' ancora più facile se tu vinci e non hai soldi per pagare gli stipendi. Noi vogliamo essere sempre sostenibili e siamo uniti in questo pensiero. Lavorare e poi arriverà.
Come ha trovato Zaniolo, se pensa che sia pronto subito a tornare protagonista dopo questa lunga assenza? Qual è il ruolo migliore per lui in campo? Dobbiamo capirlo, dobbiamo comunicare e analizzare. Ho una squadra tecnica fantastica che mi piace tanto, con gente di tanto talento e di tanta passione. Abbiamo persone che stanno lavorando per noi che hanno lasciato situazioni buone da tanti anni in altri club e le hanno lasciate per lavorare con noi e per noi. Dobbiamo lavorare tanto e capire queste cose. Zaniolo è un ragazzo con talento fantastico all'interno della squadra, sappiamo quello che è successo dal punto di vista degli infortuni e poi dobbiamo trovare per lui dentro una dinamica di gioco della squadra l'habitat naturale, non solo per lui ma per tutti, dove si può esprimere al massimo. Una cosa è un'idea di gioco senza capire quello che fa felice il giocatore e un'altra cosa più importante è un'idea di gioco che i giocatori possono condividere con noi ed essere felici col loro ruolo.
Volevo capire qualcosa di lei sotto il profilo umano. Tutti si aspettano il Mourinho comunicatore. Sul Mourinho umano, quello che si è visto in All or Nothing, fa uscire il vero Mourinho? Ha già un'idea tattica di come potrà cominciare nella Roma? Il calcio negli ultimi anni è cambiato e lei si è evoluto in questi anni... Abbiamo un'idea ovviamente ma deve essere lavorata ogni giorno. Dobbiamo capire come possiamo far esprimere i giocatori al massimo. Dobbiamo cercare di mettere i calciatori in una situazione di comfort. N0n vogliamo farli giocare in un modo che non gli piace, dove non esiste piacere. Il miglior modo di far esprimere la squadra al massimo del potenziale è far esprimere la squadra nel loro modo di giocare. Il calcio si è rivoluzionato tanto, è difficile definire un modulo di gioco perché durante la partita devi avere la potenzialità di cambiare. Anche parlare di tattica è difficile, puoi giocare in un modo quando hai il pallone e quando lo perdi in fase difensiva cambiare il sistema tattico. I giocatori oggi di solito hanno più cultura tattica. Sul documentario? Non l'ho visto ma sì, eravamo naturali. Le telecamere erano lì ma nascoste e la prima settimana magari o la seconda sei ancora preoccupato, sai, ma dopo è naturale. Immagina che dopo una partita entri nello spogliatoi, non fai teatro. Se ti alleni e hai un microfono te lo dimentichi. Non puoi cambiare per questa situazione. Per favore, non dare idee ai Friedkin Production (ride, ndr).
Quando incontrerà la sua ex Inter le dispiacerà non incrociare Conte che spesso è stato paragonato a lei e se tre anni fa è arrivato un portoghese e ora lo Special One, se Ronaldo deve preoccuparsi del suo ritorno? Ci sono allenatori nelle storie del club che non devi paragonare mai. Qui si parla di Liedholm o di Fabio Capello e non devono essere paragonati mai con nessuno. Se parli dell'Inter non devi paragonare nessuno con me o con Herrera. Ronaldo non si deve preoccupare di me perché non gioco come difensore centrale. Purtroppo sono troppo scarso e vecchio per giocare con lui.
Se dovesse immaginare la sua Roma tra tre anni come la vedrebbe? Festeggiando.
Cosa? Qualcosa.
Lo sa che se si dovesse vincere a Roma, i nuovi nati nel 2022 potrebbero chiamarsi tutti José? Joseppe.
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