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Mourinho: “Abbiamo ancora tanti alti e bassi. Si nasce banditi non ci si diventa”

Mourinho: “Abbiamo ancora tanti alti e bassi. Si nasce banditi non ci si diventa” - immagine 1
Le sue parole: "Azmoun è un profilo di giocatore che amo ma gli manca qualcosina. Era una partita facile da chiudere, ma non lo abbiamo fatto"
Redazione

José Mourinho ha parlato ai microfoni di Dazn dopo la sfida contro l'Udinese. Queste le sue parole:

MOURINHO A DAZN

Che vittoria è. Si aspettava un secondo tempo diverso? "E' colpa nostra. Partita facile da chiudere ma non lo abbiamo fatto e abbiamo aperto la porta alla reazione dell’avversario. Per fortuna e merito nostro la reazione è stata fortissima. La panchina oggi aveva giocatori che potevano aiutare e non ho fatto male. In campo i ragazzi hanno avuto una risposta forte. Sembra che ci piace attaccare sotto la Curva e battere record di gol e punti negli ultimi minuti. Qualche volta però perdi punti in partite di questo tipo. Quando hai un avversario in difficoltà devi andare alla giugulare e chiuderla non l’abbiamo fatto”.

Ci racconta l’esultanza al gol. Ha esultato con un raccattapalle.  “Ho esultato con il gol che chiudeva la partita. Con i cambi avevamo perso organizzazione difensiva e potere difensivo. Quando segni all’85eismo mancano 10 minuti da giocare, la nostra organizzazione difensiva non i dava sicurezza. C’era da soffrire. Il terzo gol chiude la partita. C’era un bambino, per fortuna non era una donna o un poliziotto. È stato il primo che ho visto davanti a me”.

Tanto possesso palla, avete provato a fare la partita. “Avevamo lavorato su una cosa che avevamo in testa: a palla persa la transizione contro l’Udinese è dura, hanno più gamba di noi. La soluzione era non perdere palla. Lo abbiamo fatto bene. Dopo il gol si sentiva la fragilità dell’avversario è lì devi chiuderla".

Ha parlato di scelte in panchina. Azmoun con Dybala e Lukaku dall’inizio può essere una soluzione o è troppo sbilanciata. “E' un pochino sbilanciata perché la natura di Paulo e Azmoun non è di grande disciplina e organizzazione difensiva. Quando ne hai uno non perdi equilibrio, con due può essere.  Azmoun è un profilo di giocatore che amo ma gli manca qualcosina per essere un giocatore di Mourinho in fase di transizione difensiva. Ha qualità pazzesche. In panchina avevo anche Belotti e Aouar, una buona panchina”,

Sta recuperando i pezzi, tre punti dal quarto posto e vicino agli ottavi in Europa League. “Non ho fiducia nella nostra continuità. Siamo ancora una squadra da alti e bassi. A volte sono sorpreso in modo negativo. Se Renato torna e Smalling arriva forte a gennaio andiamo con tutto e vediamo”.

Come si fa a far scattare quello che chiedeva alla vigilia ovvero esaltarsi in trasferta. “Di solito nasci bandito, non ci diventi. Io sono nato decisamente un bandito del calcio. Cerco di influenzarli, vediamo se ci riesco”.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

L'Udinese si batte con la qualità, secondo e terzo gol ne sono il manifesto: è questa la chiave? "La chiave positiva, ma c'è anche quella negativa, ovvero che sei in controllo con l'avversario in difficoltà e devi approfittarne, andare alla giugulare e chiudere la storia. Invece non l'abbiamo fatto e sono tornati in partita. Loro sono molto pericolosi se perdiamo la palla, la soluzione era non perdere palla. Nel secondo tempo abbiamo fatto molto bene, ma è mancata quell'ambizione. Abbiamo però avuto una grandissima reazione, la panchina era ricca di soluzioni. Tante volte piango perché non c'è in panchina la qualità per cambiare la partita, oggi era ricca. Col secondo gol c'era qualità campo, ma anche poca organizzazione. Era un po' caotico. Il calcio caotico crea problemi all'avversario ma anche a te quando non hai la palla. Con l'ultimo cambio abbiamo trovato stabilità. Se non avessimo vinto sarebbe stato frustrante, sono tre punti fondamentali anche perché Lazio, Atalanta e Fiorentina hanno perso punti".

Poi Mourinho si interrompe e chiede: "L'Italia ha vinto la Coppa Davis? Complimenti".

Come ha ritrovato Pellegrini? "Mi dispiace tantissimo che Kristensen e Azmoun non possano giocare in Europa, che è uno spazio in cui puoi provare cose diverse perché è un'altra storia rispetto alla Serie A. Purtroppo per Azmoun non c'è tanto spazio per giocare titolare con Lukaku e Dybala, però oggi c'erano tante soluzioni. L'unica debolezza era lì dietro, quando Mancini ha segnalato la sua difficoltà all'adduttore è dura. È l'unico problema che abbiamo per gestione e sicurezza, ma se siamo tutti abbiamo la possibilità di fare quello che abbiamo fatto oggi. Mi sono sentito in grado di cambiare nella difficoltà".

Come mai non si riesce a chiudere le partite? "Siamo noi con le nostre qualità e i nostri difetti. Magari abbiamo coraggio, atteggiamento, la capacità di assumere rischi e ribaltare tante partite come abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Che è una grandissima qualità, legata ai tifosi. Ho allenato 6-7 squadre, quando la squadra è in difficoltà i tifosi o vanno a casa o ti fischiano. Qui invece non vanno a casa e ti appoggiano, questo crea un clima che aiuta la squadra a fare quello che fa spesso. Due punti extra molto importanti per noi".

Mancini cosa le ha detto prima del gol? "È venuto da me perché aveva bisogno di antidolorifici. Conosce il suo corpo, aveva problemi all'adduttore ma era un dolore tendineo, ma lui anche solo con una gamba va fino alla fine. Gli ho detto solo 'rimani lì che non c'è nessun altro'.

 

 

 

 

 

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