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La Roma e i suoi demoni: i cinque motivi della metamorfosi in Champions

Marco Prestisimone

Niente pullman o barricate. In Champions anche le squadre più piccole non hanno l’abitudine di impostare partite-bunker. Il CSKA Mosca ieri è partito con cinque difensori ma mai schiacciandosi nella propria area di rigore, lasciando spazi agli inserimenti dei vari Pellegrini e Under. Anche per questo la Roma trova meno difficoltà quando non si trova davanti undici giocatori pronti a ripartire in contropiede, come per esempio è successo con Bologna, Chievo e Spal. Il discorso è tattico ma anche psicologico: quando non si riesce a sbloccare il risultato o magari si va sotto nel punteggio, riaffiorano tutti i fantasmi. Non è un caso che nell’era Di Francesco su 20 di queste volte, solo in 3 occasioni la Roma sia riuscita a rimontare. 

 LaPresse

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