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Il mito Di Caprio e la resilienza, alla scoperta di Zaniolo: “E quel libro regalatomi da Ranieri…”

LaPresse

Il talento della Roma si racconta dal ritiro dell'Under 21: "Il mio punto forte è riemergere dai momenti difficili, la qualità migliore è la positività"

Redazione

Nicolò Zaniolo, da zero a mito. Non c'è stata una maschera tribale dai poteri magici, ma senza dubbio il nuovo golden boy giallorosso ha subito una metamorfosi profonda. Arrivato tra l'indifferenza e l'amarezza per la perdita di Nainggolan, in pochi mesi il giovane classe '99 ha esordito a Madrid e ha cominciato la sua ascesa che lo ha portato a essere uno dei giovani più promettenti d'Europa. Per L'Equipe è il sesto miglior talento Under 21 del mondo, non male. Dopo aver conquistato la Nazionale maggiore, Nicolò proverà a trascinare anche l'Italia Under 21 nell'Europeo di categoria che partirà domani. Zaniolo è una delle stelline azzurre, testa bassa e pedalare. Lontano dalle sirene di mercato, seguendo i consigli di Ranieri e divorando i film con Di Caprio. "Preferisco i thriller, Leo è il mio attore preferito. Quale personaggio avrei voluto essere? Sempre Leo, è il mio idolo in tutto", racconta Nicolò a Sportweek, inserto de 'La Gazzetta dello Sport'. Per il campo l'idolo è solo uno: "Kakà. Messi o Cristiano Ronaldo? Sono sullo stesso livello, come Ferrari e Lamborghini". Come il brasiliano ex Milan, però, la semplicità è il 'vanto' più bello: "La mia qualità migliore è che sono spesso felice e positivo, anche se sono un po' permaloso. E poi mi piace giocare alla playstation, di sicuro sono più forte di Moise anche se lui è più bravo a ballare".

Moise è Kean, l'altro gioiello della Nazionale di Di Biagio che ha accompagnato nell'intervista doppia il talento della Roma. Nicolò si racconta, tra fede e ragione sceglie la fede, a scuola la materia preferita è Educazione Motoria. Neanche a dirlo. La musica hip hop invece che il rock, quella italiana invece che straniera (Ultimo in cima alla classifica). "Le persone che mi fanno ridere? Quelle dotate di ironia, ma non sopporto il dileggio e la mancanza di rispetto". I valori sono quelli genuini, ma soprattutto la testa resta sulle spalle: "In campo mi piace fare assist, fuori sono tranquillo. Non cambierei nulla del mio aspetto fisico. In che epoca avrei voluto vivere? Il presente mi piace, anche se mi spaventa l'idea di avere i ladri in casa". Un timore che, purtroppo, la sua famiglia ha già dovuto affrontare, visto che mamma Francesca ha subito due rapine. Nicolò, però, ha la ricetta: "Sapere come riemergere nei momenti difficili è il mio punto forte". Resilienza, dunque. La stessa che gli ha permesso di non mollare mai, soprattutto nei primi tempi a Firenze. La sua crescita nelle ultime settimane sembra essersi un po' arrestata, ma dopo una stagione con tutti quegli occhi addosso è più che legittimo per un ragazzo di neanche 20 anni: "E tra un anno sarò più maturo". Nicolò vuole continuare a stupire, fisicamente è già di un'altra categoria, serve aggiustare qualcosa nella mentalità. In questo senso una mano può dargliela il libro scritto da James Kerr sugli All Blacks. Si chiama 'Niente teste di cazzo' e a regalarglielo, come rivela Zaniolo, è stato mister Claudio Ranieri.