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Il cardiologo Colizzi: “Ndicka fuori almeno un mese. Non avrà conseguenze al cuore”

Il cardiologo Colizzi: “Ndicka fuori almeno un mese. Non avrà conseguenze al cuore” - immagine 1
Il cardiologo spiega: "I sintomi di una compressione polmonare possono essere simili a quelli di un infarto"
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Il dottor Christian Colizzi, un cardiologo molto noto nella capitale, è stato intervistato ai microfoni di Forzaroma.info per chiarire meglio la situazione a cui è andato incontro Evan Ndicka nel pomeriggio di ieri. Ecco le sue parole.

Nelle ultime ore è arrivata  la notizia della morte di Giani, che giocava in eccellenza, quanto è importante la presenza del defibrillatore in campo? "Si, prima di quello anche la prevenzione. Ormai al giorno d'oggi l'idoneità agonistica dovrebbe prevedere altri esami obbligatori rispetto ai soliti che vengono fatti. Troppe volte si sente di stagioni che volgono al termine in maniera tragica per alcuni giocatori. Rendiamoci conto che l'idoneità agonistica non può essere rilasciata senza avere un quadro completo della situazione cardiaca. La salute cardiaca richiede anche esami più approfonditi, ci sono alcuni centri sportivi che lo fanno. Purtroppo anche ad alti livelli sono sicuro che alcuni esami non vengono effettuati. Poi, comunque, una volta che si è in campo avere un defibrillatore è proprio la base della base. Ogni minuto di rianimazione cardio polmonare senza l'aiuto del defibrillatore riduce del 10% le probabilità di sopravvivenza della persona.

A Udine nel caso di Ndicka c'è stata la possibilità di fare subito un elettrocardiogramma."Quello è un valore aggiunto. Il defibrillatore è un salvavita quando il cuore si ferma o ci sono delle aritmie basali, mentre l'elettrocardiogramma ti permette di discriminare quale può essere il problema cardiaco, per esempio se c'è un infarto in corso". 

Inizialmente si pensava fosse un infarto poi si è parlato di compressione polmonare."Si, uno pneumotorace che è una situazione in cui una bolla di enfisema congenita che in concomitanza con un trauma toracico si rompe e porta a questo problema. In questo caso è stato lieve, normalmente è così, ma doloroso e questo può aver indotto a pensare che fosse un infarto, ma poi gli altri esami lo hanno escluso". 

Questa situazione può avere conseguenze per il cuore? "Quando è uno pneumotorace di ridotte dimensioni no, nelle forme più importanti in cui si rompe una parte importante del polmone può mettere in pericolo la vita delle persone, ma fortunatamente sono casi rarissimi e intervengono di solito di polmoni più compromessi". 

Quando può tornare a fare attività chi ha problematiche di questo tipo?"Secondo me almeno un mese di convalescenza ci vuole, si deve rimettere a posto il tessuto polmonare quindi credo siano questi i tempi". 

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