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De Rossi: “Abbiamo tanta pressione addosso, non viviamo bene l’attesa di Juve-Roma”

LaPresse

Le parole del centrocampista: "I nuovi che sono arrivati sono forti. L’errore che abbiamo fatto è stato quello di parlare troppo dei giocatori che sono partiti. Futuro? Farò l'allenatore"

Redazione

Daniele De Rossi è tra i grandi attesi della super sfida di sabato tra Juventus e Roma. Di Francesco spera di averlo a disposizione dopo la panchina con il Genoa. A due giorni dal match il capitano romanista ha raccontato a Dazn le sue impressioni:

Sulla sua carriera

Quando ero piccolo avrei firmato in qualsiasi modo per fare la meta’ delle partite che ho fatto in Serie A, sono un privilegiato. Ho fatto il lavoro che amavo, nella città che amavo, con le persone che amo. Mi pesa guardare sotto il burrone, perché la fine è vicina, soprattutto in questo momento di infortunio, ho assaporato cosa significa stare lontano dalla squadra. So che mi farà male quando smetterò definitivamente di fare questo lavoro. Che manchino sei mesi, un anno, o tre anni, comunque nell’arco di una carriera siamo agli sgoccioli.

Sul suo infortunio.

E’ l’infortunio più grave della mia carriera. Si parla di cartilagine, ho subito una lesione grave. Sarebbe gravissimo se si dovesse rompere ancora a 35 anni. Ci vuole tempo, ho ripreso a correre e a calciare ma sono ancora indietro.

Sulla sfida contro la Juventus.

Abbiamo talmente tanta pressione ultimamente che non viviamo bene l’attesa di Juve-Roma. Abbiamo tanti pesi sulla schiena, siamo in un momento delicato perché sappiamo che dobbiamo fare meglio di quello che stiamo facendo. Siamo tutti sotto osservazione, mister compreso, e lo sappiamo. Vogliamo fare una grande partita più per noi che per l’importanza della sfida stessa. Poi se andiamo nel dettaglio sappiamo che le pressioni non sono solo sulla nostra situazione di gioco, ma anche per l’avversario che avremo, il più forte che c’è.

Sulla rosa della Roma.

La squadra è forte, i nuovi che sono arrivati sono forti. L’errore che abbiamo fatto è stato quello di parlare troppo dei giocatori che sono partiti. Il dolore per quelli che sono partiti rimane ancora oggi, ma doveva essere assimilato in maniera più sciolta. A livello di singoli le cose stanno migliorando e si stanno integrando bene.

Sul sorteggio di Champions League.

E’ l’inizio di un sogno e una pagina nera della mia carriera. Sono stato espulso, un rosso che ci ha penalizzato in una gara già complicata un paio di anni fa. E’ un peso che sento e ho sentito tanto dentro di me. Ora rimane solo l’avversaria che ci divide dalle prime otto di Europa.

Sul suo futuro.

Ho questo sogno di fare l’allenatore e se devo pensare a tutte le cose che deve fare un allenatore, la cosa che mi spaventa di più è quella di dover fare 100 interviste a settimana. Mio padre mi dice che fare l’allenatore è bello, ma è un lavoraccio (ride). Lui è un maestro proprio perché non ha avuto mai l’ambizione di diventare il nuovo Guardiola, Sacchi o Mourinho. Da lui posso imparare tante cose, anche come si sta al mondo quotidianamente. Non so se sarò capace ma viaggerò e studierò per imparare.

Sui giovani della Roma

"A volte parliamo di giovani e pensiamo ai '99 o ai 2000 e quando Lorenzo Pellegrini è un '95, ma è un giocatore di un certo livello. Anche Cristante che vediamo nelle ultime 5-6-7 partite è un giocatore forte. Lo stesso Zaniolo è esploso in maniera incredibile anche se si poteva vedere da luglio o agosto che era veramente solido. Coric è un giocatore che mi piace molto e non so chi sia adatto alla Roma e chi potrà andare in un club migliore o fare un passo indietro. In un momento in cui le cose non vanno bene anche i giocatori a livello individuale stanno facendo un passo indietro. Non ho citato Kluivert e Under ma sono due attaccanti fenomenali. Anche Schick sta incontrando delle difficoltà che sono legate a quelle della squadra, ma lui è un giocatore veramente forte".