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Dallo scudetto sfiorato al 28 maggio: tra gioie e dolori ecco cosa vi abbiamo raccontato

Francesco Balzani

Sul più bello la Roma si inceppa nonostante la storica doppietta in rimonta di Totti nel derby con tanto di selfie verso la Sud. Non una novità nella storia giallorossa. La squadra di Garcia perde pian piano terreno, e dal mercato non arrivano i colpi previsti bensì Doumbia, Ibarbo e Spolli. A questo si aggiunge il ritardo di Gervinho dai festeggiamenti per la vittoria in Coppa d’Africa e qualche problema offensivo di troppo. Anche nelle coppe le cose vanno molto male: eliminata in Champions dal girone con tanto di 1-7 casalingo col Bayern, eliminata a marzo dall’Europa League dalla Fiorentina (nel precedente turno col Feyenoord da menzionare i gravi danni ai monumenti di Roma da parte degli ultrà olandesi). Sempre i viola hanno la meglio pure in coppa Italia. Resta da difendere il 2° posto e l’accesso diretto alla Champions, un traguardo reso importante dalla concorrenza alla Lazio. E proprio il derby alla penultima giornata regala la gioia più bella dell’anno: Iturbe (fin qui un flop) sigla il vantaggio, Mbiwa il sorpasso dopo il pareggio di Djordjevic. La capitale giallorossa è un tripudio. Totti, Florenzi e De Rossi festeggiano sotto la Sud con t-shirt di sfottò verso Lotito che aveva pure chiesto la modifica d’orario del match. I festeggiamenti per il predominio cittadino però non bastano a Garcia che nel prepartita di Roma-Palermo avvisa tutti: “Se non avessi parlato di scudetto ora non saremmo nemmeno in Europa League. Il mio futuro? Resto finché mi vogliono”. In estate arrivano Dzeko e Salah, ma non basta. E’ l’inizio della fine, peccato che la storia si prolungherà fino a fine anno con la penosa figura contro lo Spezia in coppa Italia. L’episodio più triste dell’anno è certamente la morte del napoletano Ciro Esposito per mano di Daniele De Santis, ultrà romanista.

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