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Dall’iPad di Luis Enrique al bunker di Fonseca: le nove estati caldissime della Roma americana

Gianluca Viscogliosi

Ancora mancanza di risultati, niente coppe in bacheca e niente Champions - con introiti annessi - da giocare sul campo. Dell'entusiasmo e dell'apertura della prima Roma americana è rimasto solo il ricordo, come del presidente Pallotta, da più di un anno assente non giustificato dalla Capitale. Una società lontana fisicamente e ideologicamente, responsabile anche dell'addio definitivo e congiunto della coppia Totti-De Rossi. Una squadra blindata, rinchiusa tra le mura di Trigoria agli ordini di Fonseca e del suo staff quasi interamente portoghese. L'ennesimo nuovo metodo di lavoro per cercare la ripartenza estiva, e per provare a far diventare realtà quel sogno americano della primavera del 2011.