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Conte: “Voglio scrivere la storia. Mi piacerebbe allenare la Roma, ma serve serietà”

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Il tecnico salentino sul desiderio di vivere la piazza giallorossa: "Si sposa bene con me. Non sono ancora sazio, spero ci sia la possibilità di vivere questa esperienza"
Redazione

Antonio Conte torna a parlare e lo fa a cuore aperto, ospite della trasmissione condotta da Francesca Fagnani, 'Belve'. L'ex ct della Nazionale - come già uscito in alcune anticipazioni - si è soffermato anche sulla possibilità di allenare il Napoli e la Roma, spiegando il suo desiderio di approdare in una di queste due società: "Ho fatto tanto, ma certamente non sono sazio. Vorrei trovare una situazione in cui posso continuare a scrivere la storia, magari anche a livello europeo. Vedremo le opportunità. Il sogno? Me lo tengo per me. I matrimoni si fanno sempre in due quindi può darsi che un allenatore abbia un desiderio e se lo tenga per tutta la carriera. Ma ci sono due piazze che mi piacciono, Roma e Napoli. Vorrei vivere la passione che ti trasferiscono quelle piazze. Mi auguro che un domani ci sia la possibilità di fare quest’esperienza. Sono piazze che si sposano con me. Quali sono le condizioni giuste? Che ci sia sempre grande serietà e un progetto che mi dia la possibilità di competere per vincere". E poi sottolinea: "Non prenderei una squadra in corsa, sono situazioni create già prima". Conte prosegue approfondendo il rapporto con il patron del Napoli:"Con De Laurentiis spesso e volentieri ci parlo, abbiamo un rapporto personale. Mi ha sempre dimostrato grande stima, ha fatto una scelta ben precisa con Garcia, dopo Spalletti, le sue scelte hanno dimostrato che è una persona lungimirante, visionario. Il tempo gli darà ragione anche quest’anno".

L'allenatore attualmente svincolato dopo l'addio al Tottenham torna anche sul litigio con Mourinho ai tempi della Premier League. Conte vince 4-0 sullo United allenato dal portoghese, con tanto di grande esultanza. Che ovviamente non piace allo Special: "Io avevo semplicemente esultato, festeggiato nella mia zona e con i miei tifosi. José aveva fatto la storia del Chelsea, forse perdere 4-0 gli aveva dato fastidio ma io in quel momento stavo solamente esultando e non pensavo a quello", risponde il tecnico salentino. Poi Francesca Fagnani ricorda a Conte:"Mourinho, riferendosi a lei, disse 'Solo perché non mi comporto come un pagliaccio non vuol dire che mi manchi la passione, non serve fare il pazzo'. Lei le rispose 'Forse dovrebbe vedere cosa ha fatto in passato, forse è demenza senile'. C'è dell'affetto tra voi due..." E lo stesso Conte risponde: "Ci siamo sempre detti quello che pensavamo, apprezzo chi dice le cose in faccia. Poi ci siamo incontrati e stretti la mano. In quel periodo in Inghilterra c'è stato un momento caldo tra di noi, adesso abbiamo risolto. Lì li chiamano 'giochi di mente', attacco chi mi attacca. Se dissi a Mourinho 'vediamoci in ufficio'? Non me lo ricordo. Io vengo dalla strada però, non ho paura di nessuno". Conte spiega cosa lo rende così... 'belva': "Al Conte calciatore do un 8, mentre al Conte allenatore do 8,5. Avendo 54 anni, sono abbastanza giovane come tecnico e posso quindi alzare il voto nel resto della mia carriera, e non abbassarlo. Quando perdo, per me è un lutto per 36-48 ore. Fisicamente mi sento male, ma la prima cosa che faccio è capire il perché di una sconfitta. E lì divento feroce".

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