Il cross, il tiro al volo ed il gol. Poi la corsa sotto la Sud con le braccia larghe, i pugni chiusi e le lacrime. Federico Balzaretti è diventato per un pomeriggio l'eroe di una città, decidendo un derby sul filo di lana. L'ex terzino giallorosso è tornato su quella stracittadina e ha parlato della sfida di dopodomani ai microfoni di Roma Radio:
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Balzaretti: “Le mie lacrime erano quelle di tutti. La Sud? Senza tifo il calcio non esiste”
L'ex difensore giallorosso, diventato uno degli eroi del derby con il suo gol, è tornato su quel magico pomeriggio
Ti sei mai vergognato di quelle lacrime?
Ne vado orgoglioso, un momento di liberazione. Le mie lacrime erano quelle di tutti. Ho vissuto emozioni intense, quelle lacrime riassumono i sentimenti dei romanisti.
A chi lo avresti dedicato?
Compagni e società, a chi come me ha sofferto quella finale che è stata il momento di maggiore sofferenze. Passare dalla lacrime di 3-4 mesi prima a quel momento: tutti quelli che hanno vissuto quelle emozioni e la dedica è rivolta a tutti coloro che hanno vissuto quei momenti.
Conosci bene la sofferenza? Queste difficoltà caricano o preoccupano?
Dipende sempre dal carattere della persona. Mi riconosco un pregio che è quello che vedo sempre il positivo. A una persona positiva caricano, ci sono magari ragazzi che somatizzano di più o vivono con negatività questi momenti. E' una interpretazione personale. La Roma ha una squadra e una rosa che può fare a meno di assenze importanti. Se giochi nella Roma sei un giocatore di alto livello.
Chi sente di più il derby?
Belle domande e belle storie. Credo uno che lo sente davvero in maniera particolare era Burdisso. Un giocatore che aveva carica agonistica e sentiva un po' tutto. E' una partita che si prepara in maniera diversa perché la vivi in maniera diversa. E' un derby: è bello sia così.
A quale giocatore della Lazio bisogna stare attenti?
Credo davanti, se giocano Keita e Immobile, sopratutto loro. Un altro importante è Biglia.
Come vanno i ragazzi in giro per l'Italia?
Abbiamo un bel patrimonio, questo ruolo è davvero molto bello e mi entusiasma in maniera particolare: 35 ragazzi. Ce ne sono di molto validi, la bravura nostra è non farli sentire abbandonati. Per loro deve essere una tappa di avvicinamento verso l'essere giocatori da Roma. E' difficile tornarci perché il valore della squadra è veramente di altissimo livello. Ho seguito Gerson, Paredes, Iturbe che poi sono tornati. Mi auguro di poter essere d'aiuto, insegnarli quello che è la professione
Un messaggio per i tifosi?
Non sono io a dirlo, la Curva e il tifo della Roma è unico in Italia. Noi tutti abbiamo bisogno di giocare con tanta gente vicino: ti fa fare un salto di qualità, ti fa rendere conto di far parte di un gruppo e di una famiglia. Giochiamo per i tifosi, per l'applauso e il calore della gente. Senza tifo il calcio non può esistere.
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