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Allegri: “L’equilibrio ha fatto la differenza. Penso a vincere, non a giocare bene”

Le parole del tecnico al termine della partita pareggiata contro la Roma che gli ha assicurato il suo quarto scudetto bianconero

Redazione

Un pareggio che fa tutti contenti: grazie allo 0 a 0 dell’Olimpico, la Roma sale a +2 sulla Lazio e consolida il terzo posto, dall’altra parte la Juventus festeggia lo scudetto. Al termine del match, il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha rilasciato alcune dichiarazioni.

ALLEGRI A PREMIUM SPORT

Stagione entusiasmante. Complimenti al Napoli che oggi ha vinto anche con la Sampdoria. Dobbiamo festeggiare perché 4 anni così difficilmente si possono rifare. Faccio i complimenti a tutti, ai ragazzi e a chi ha lavorato a Vinovo. Avere giocatori del genere rende più facile arrivare agli obiettivi. A 3 giorni di distanza dalla finale di coppa hanno fatto una grande partita. Abbiamo sofferto un po' all'inizio ma poi ci siamo ripresi perfettamente.

Dove si trovano le motivazioni di un allenatore dopo aver vinto tutto? Cercherai qualcosa di diverso?

Non sono ancora lucido per rispondere. Le motivazioni si trovano. L'anno prossimo qualcuno andrà via, qualcun altro arriverà. A marzo dovrai essere dentro tutti gli obiettivi, si deve lavorare su se stessi per trovare gli obiettivi personali.

Che effetto le fa?

Emozione bellissima, vincere non è mai facile. In questo gruppo c'è chi ne ha vinti 7 e meriteranno la passerella sabato prossimo. Ora festeggeremo con i tifosi perché è giusto.

Il merito di questa squadra?

Aver mantenuto sempre la calma. Nel calcio ci vuole sempre calma, fare un passo alla volta per arrivare all'obiettivo. Se ti fai prendere dall'entusiasmo passano 3 giorni e crolli. Il lavoro psicologico è fondamentale. Con gli sbalzi d'umore non si vince nulla.

Un nome?

Sono contento per Pinzoglio, che ha fatto il terzo portiere ma si è calato nel gruppo con voglia ed entusiasmo. Sono contento per lui.

Un voto a lei?

Voti non me ne do perché già a scuola facevo fatica.

Costa?

Uno come lui alla fine della stagione spacca le partite. Ogni tanto mi fa arrabbiare ma è straordinario.

E' l'ultima di Buffon?

Non lo so, lo deciderà lui. Ho avuto un grande uomo e un grande campione.

ALLEGRI A SKY SPORT

Quando c’è da celebrare il vincitore c’è sempre lei. Perché?

Ho una squadra importante, di giocatori bravi che riescono a passarsi la palla. La società li ha messi a disposizione e li ha sostenuti nei momenti difficili. L’equilibrio ha fatto la differenza. Il Napoli ci ha dato del filo da torcere e c’è da fargli i complimenti, hanno fatto record di punti. L’importante era arrivare primi.

Ci spiega i minuti finali di Inter-Juve?

Ho una squadra di giocatori che hanno cuore e se non hai cuore è inutile. Questo è importante, ci vuole anche un pizzico di fortuna ma devi andartela a cercare. Nel calcio che è cambiato dal 1992-93, che hanno tolto il passaggio al portiere, ora l’ultimo quarto d’ora è diverso: negli ultimi dieci minuti devi difendere bene contro una squadra che attacca. I ragazzi sono stati bravi perché abbiamo portato la palla vicino all’area di rigore dell’Inter, poi le cose cambiano in un minuto.

A Bentancur avete spiegato che ha vinto lo scudetto? Non si è ancora abituato?

Ha iniziato bene. Devo ringraziare il gruppo, che mi ha accompagnato in queste vittorie di un gruppo storico. Sono contento perché sabato potranno fare una passerella davanti ai tifosi, vincere sette scudetti è irripetibile. Devo ringraziare chi il primo anno mi ha raccolto nel migliore dei modi, anche se alcuni di quelli sono andati via o hanno smesso.

In questi quattro anni hai inciso sempre, è stata l’annata più difficile?

L’anno scorso ho solo messo dentro giocatori con tutta la tecnica a disposizione perché la squadra non poteva più giocare così e rischiavamo di perdere il campionato e li ho responsabilizzati. Quest’anno tutti volevano andare sull’onda lunga, ma poi mi sono reso conto che non si poteva più giocare così e bisognava rimettere qualcuno in discussione. Quando vieni messo in discussione fai di più, sennò fai qualche metro in meno. Ho sempre avuto grande rispetto per loro, ho fatto scelte per la squadra e per stimolare chi tendeva a sedersi in qualche momento.

Pensi che sia difficile accontentare dal punto di vista estetico i tifosi della Juve?

Quest’anno abbiamo fatto 80-90 gol, siamo il miglior attacco e la miglior difesa. La cosa che a volte non riesco a spiegare è che si sta riducendo il calcio a troppa teoria: i vecchi allenatori sono stati messi da parte, il calcio è estro, fantasia. Ci sono momenti della stagione in cui bisogna giocar male per vincere e non è che devo far contenta la gente facendo l’esteta. Ci sono componenti imponderabili, come i momenti dei giocatori… L’allenatore deve stare in panchina, perché in campo ha sensazioni diverse: ci sono tantissime sfumature, ridurre una vittoria al giocar bene o male ha poco senso. Senza togliere niente a quelle squadre che hanno giocato meglio della Juventus, ma alla fine deve arrivare il risultato. Ci sono tante sfaccettature, mi viene da sorridere: quanti universitari riescono ad andare all’università imparando a memoria i libri? Sono fermamente convinto: il calcio è cambiato senza il retropassaggio al portiere, le altre cose sono chiacchiere. Ora dovrebbero far pagare un biglietto per il quarto d’ora finale.

Questa squadra l’anno scorso ha dato la sensazione di dominare di più la partita, quest’anno come mai ha saputo con bravura difendersi e vincere la partita in 20-30’?

L’anno scorso abbiamo fatto fino a gennaio con la squadra che non giocava male, peggio. Ed eravamo con sette punti di vantaggio. A Firenze ho cambiato, non giocavamo benissimo ma con le partite cambiava il nostro modo di giocare. Il secondo anno giocavamo con tre difensori, Pogba, Marchisio e Khedira e due punti. Facevamo due tiri e due gol, e ne subivamo zero. Ogni anno è diverso. Io devo arrivare al risultato, quest’anno siamo partiti giocando male, avevamo preso molti gol. La Juve nel dna ha la difesa granitica, ho dovuto fare cose diverse: vincere dando certezze, mettendo un centrocampista in più. Non si può partire con una cosa e arrivare fino in fondo, forse sono anche io che ho bisogno di cambiare.

ALLEGRI A RAI SPORT

La Juventus è campione.

Sono molto contento perché i ragazzi ci hanno regalato questo scudetto che ci fa entrare nella leggenda. Sono stati bravi e se lo sono meritati.

Come siete arrivati allo scudetto dopo la sconfitta col Napoli?

Dopo la sconfitta col Napoli la squadra è stata brava a restare serena e lavorare. A così poco dalla fine ci vuole una grande forza mentale, e chi ne ha di più vince.

Quanto è stata importante la rete di Higuain a San Siro?

Il gol di Higuain contro l'Inter è stata la zampata vincente, ma il Napoli poteva restarci dietro e c'erano altre partite da vincere. La sconfitta del Napoli con la Fiorentina ci ha dato lo slancio decisivo.

Numeri impressionanti.

Merito anche del lavoro di Conte. E' vero, è mancata Milano ma Roma e Napoli hanno sempre lottato fino alla fine. Il Napoli quest'anno ci ha provato fino alla fine, ma contro questa Juve era impossibile.

Si ritiene tra i bravi allenatori della Juventus?

No, mi ritengo un allenatore che si diverte ad allenare, che non sono monotono e lo dimostra il fatto che cambio i sistemi di gioco e li adatto ai calciatori che ho. Questo è il mio decimo anno di serie A e sono cresciuto molto, anche grazie ai dirigenti che ho avuto. C'è una crescita continua, il momento in cui non avrò più la voglia di mettermi in discussione e quindi di vincere, smetterò di farlo. C'è sempre una forte pressione se si vuole creare un percorso vincente.

Tu cambi spesso, gli altri no.

Cambio in base alle partite e ai momenti della stagione, altrimenti non vai in fondo. Alcune volte devi giocare con un modulo, altre con giocatori diversi. E' normale che se ho Douglas Costa non posso farlo giocare terzino, ma nel suo ruolo. Poi però ho anche Dybala e posso alternarlo a seconda di cosa mi serve.

I complimenti di Galeone?

E' di parte, ci conosciamo da tanti anni e io sono legato molto a lui come a tutti gli allenatori che ho avuti.

CONFERENZA ALLEGRI

Questo scudetto è stato quello più sofferto?

Per vincere gli scudetti bisogna fare dei punti contro squadre come il Napoli che hanno tenuto botta fino alla fine. Complimenti al Napoli, ma ancora più complimenti alla Juventus che ha chiuso una stagione leggendaria. Sette scudetti, quattro coppe Italia e due finali di Champions: solo per rispetto per quello che hanno fatto i ragazzi bisognerebbe fargli i complimenti. Alcune voci durante la stagione mi hanno fatto divertire, ora si va al mare così il vento porta via tutte queste voci.

Trapattoni, Conte, Lippi, Capello: si sente vicino a qualcuno?

Sono stati tutti grandissimi allenatori che a modo loro hanno vinto. Sono stati sempre un punto di riferimento. Io sono cresciuto con un allenatore che ha vinto solo in Serie B ma che mi ha insegnato tanto. Il calcio è cambiato solo una cosa dal 1993, quando è stato tolto il retropassaggio al portiere.

Questo scudetto è particolarmente gradito visto che è arrivato nell’anno di introduzione del Var?

E’ stato gradito quando eravamo sotto di quattro punti e siamo andati a Napoli, non abbiamo subito gol. Al ritorno al gol di Koulibaly i ragazzi sono stati equilibrati e hanno sostenuto le pressioni, ne ero convinto.

Incontro con la società per il futuro?

Si programmerà il futuro della Juventus con lucidità, affinché la squadra arrivi a marzo nelle migliori condizioni.

Il calcio ha una sua evoluzione, e nel calcio moderno è richiesto qualche schema in più che spinge oltre il limite i giocatori eccezionali che ha la Juventus.

Il calcio è un gioco di conoscenza: più i calciatori giocano insieme e più giocano meglio. Il calcio sì deve avere un’organizzazione offensiva, ma viene deciso anche dai singoli giocatori. Il mio pensiero è che i settori giovanili sono una tragedia. Ai ragazzini non gli si insegna più a giocare. Nel calcio ci sono due squadre, bisogna passare il pallone ai giocatori con la stessa maglia: se ai bambini non gli si insegna l’estro e la fantasia si crescono solo polli d’allevamento. È tutto più semplice meccanizzare. Se vogliamo vedere qualche ragazzo che tira il pallone all’incrocio dei pali, bisogna insegnargli a tirare in porta.

Le piacerebbe insegnare e creare la corrente dell’Allegrismo?

Noi più anzianotti dobbiamo portare ai nuovi allenatori le nostre esperienze. Il calcio non è solo teoria o libri. Io non ero buono a scuola, ma quanti ragazzi escono con il massimo dei voti ripetendo a pappagallo?

Le farebbe un periodo di riposo?

Sì al mare. Se resto alla Juve? Parlo con la società e vediamo.