Leonardo Graziani, capitano della squadra di Falsini, ha preso parte al nuovo podcast della società giallorossa "Dreaming Roma", in cui i protagonisti sono i talenti della Roma Primavera. Ecco le sue parole:


giovanili as roma
Roma Primavera, Graziani: “Pisilli è un riferimento. Ogni giorno vivo un sogno”
La sensazione è che tu sia tanto estroverso in campo ma un po' timido fuori, è giusto? "E' vero. Dentro il campo sono più libero, fuori un po' di timidezza c'è".
Classe 2005, decimo anno di Roma. Ricordi il primo giorno? "Il primo giorno è stato bellissimo, non lo dimenticherò mai. Il provino alla Roma è stato bellissimo, sono nato a L'Aquila ma sono cresciuto a Rieti. Mi hanno chiamato e ho fatto il provino con i 2004, più grandi di un anno. E' stato bellissimo, essere chiamato dal Direttore Sportivo che allora era Bruno Conti è stato stupendo. I campi di Trigoria sono bellissimi, essendo abituato a quelli di Rieti".
Che pensieri avevi in testa nel tragitto tra casa e Trigoria? "Avevo 7 anni, ero piccolissimo. Le emozioni non me le ricordo benissimo, ma ero molto agitato. A 7 anni non ero grande".
Dopo il provino avevi la sensazione di aver giocato bene o male? "Avevo la sensazione di aver giocato benissimo. Subito dopo il provino, neanche il tempo di farmi la doccia, esco e vedo subito Bruno Conti che parlava con mio padre. Un bel segnale".
Quanto e come ti ha aiutato la tua famiglia? "La Roma mi ha preso un anno prima, con quelli di un anno più grande. Bruno Conti aveva detto a mio padre che venivo solo 2-3 volte a settimana, anche perché il viaggio da Rieti a Roma è lungo. Papà gli aveva detto di sì, ma alla fine da 2-3 volte siamo passati a 5-6 a settimana. Papà vedeva che ero contento, come faceva a non accompagnarmi? Faceva avanti e indietro tutti i giorni, più l'attesa: di sacrifici ce ne sono stati tanti da parte mia, ma soprattutto da parte della mia famiglia".
Quando hai firmato il primo contratto da professionista il primo pensiero è stato ai loro sacrifici? "Sì, tutti. Vivo per queste cose e farli felici è la cosa più importante. Ci penso quanto gioco, mi emoziono. Uno dei miei obiettivi è farli sorridere e stare bene, li voglio rendere orgogliosi".
In questi 10 anni c'è un momento, una fotografia o una persona a cui sei affezionato? "Ogni giorno è sempre stato un'emozione entrare qui dentro, allenarmi e adesso anche con la prima squadra. Sembra di vivere un sogno ogni giorno. Anche quest'estate durante la preparazione mister De Rossi mi ha dato la possibilità di giocare qualche amichevole, lo ringrazierò sempre. Ringrazio la società e i miei familiari che mi sono stati sempre vicino".
La partita che rigiocheresti? "Sono rimasto malissimo l'anno scorso con la Primavera. Cresci nel settore giovanile per vincere trofei e da piccolo sogni di arrivare in Primavera. Poi ovviamente il salto in prima squadra, ma l'obiettivo primario era la Primavera. Essere arrivato in finale scudetto col Sassuolo e non vincere...sono stato veramente male".
C'è sempre un però, per te significa un altro anno in Primavera, fascia da capitano e un'altra opportunità. "Proprio per questo quest'anno non vedo l'ora di arrivare alle finali e vincere tutto. Ci sono rimasto malissimo e non vedo l'ora di rigiocare una partita del genere".
Per voi è la ciliegina sulla torta della fine di un percorso. Penso alle lacrime di Pisilli. "Sì, è molto simile a quello che ha fatto Niccolò. Lo stimo tantissimo ed è un ragazzo bravissimo. È un punto di riferimento, con lui sono cresciuto e con lui sono entrato dentro Trigoria. Vorrei fare quello che sta facendo lui perché è veramente un sogno. Mi dedico a quello per arrivare dove è Niccolò".
Qual è il ruolo che preferisci? "Sono una mezz'ala di qualità ma ho anche tutte e due le fasi. Sono offensivo, ma anche difensivo. Mi diverto molto soprattutto giocando con la palla tra i piedi, è bello far gol e farlo con questa società e squadra".
Meglio assist o gol? "Meglio un gol. Se l'attaccante è messo meglio sono il primo a dare la palla, ma il gol è il gol".
Un aspetto da migliorare e uno in cui ti senti già forte? "Sono un giocatore che fa la fase di possesso e di non possesso ma devo migliorare molto quella di non possesso. Ce l'ho ma la devo tirare fuori, su quello devo migliorare. Invece il mio punto di forza è avere la palla tra i piedi. Sono un ragazzo umile... Sono un giocatore di qualità, che mette in porta anche i compagni e gli fa fare gol".
Che peso ha una società come la Roma per il ragazzo, per il calciatore e per l'uomo? "Molto. Fuori dal campo è una società attenta a tutte le cose, ti aiuta ad arrivare nel mondo prima squadra. Ti aiutano, ti addestrano per giocare in prima squadra con gli stessi atteggiamenti che hai avuto fin da bambino. Quello per me è l'obiettivo della società e lo sta facendo benissimo".
Hai fatto il ritiro e le amichevoli da protagonista. Che estate è stata? "Non la scorderò mai. Ho ringraziato De Rossi, perché abbiamo giocato anche una partita a Rieti dove sono cresciuto e quando sono sceso dal pullman tutti mi chiamavano. Gli ho detto che mi stava facendo vivere un sogno, lui si è messo a ridere e mi ha tirato anche una pizza sul collo. Non scorderò mai i gol segnati in prima squadra o fare la preparazione con Dybala, che ti aiuta nelle varie situazioni. Veramente bello".
Ora ti stai abituando ad allenarti con loro? "Sì. Sta diventando il mio lavoro e voglio fare questo da grande. Voglio continuare così".
C'è stato un momento in cui hai pensato che l'esordio fosse vicino? "Beh, sì. L'ho pensato ma ci sono stati molti cambiamenti in questi mesi e quindi l'obiettivo primario è vincere le partite in Serie A. Se mi daranno spazio per andare sopra, non vedo l'ora. Ma è giusto che sopra vincano le partite".
Non sei tanto social. "Torniamo alla timidezza. Li suo ma molto sul calcio. Se devo mettere qualche storia è tutto sul calcio".
Che fai in ritiro? Guardi il telefono? "Sì, soprattutto per noi ragazzi di oggi i social fanno parte di noi ma cerco sempre di evitare. Mi piace tanto parlare con i compagni".
Avresti mai immaginato che il professionismo fosse lì a un passo? "Ancora non ci credo tanto, ma intravedo qualcosa. Devo continuare come sto facendo perché non è semplice, devo continuare così".
Qual è la tua ambizione? "'L'ambizione è giocare nei grandi stadi e vincere più coppe possibili. È il mio obiettivo. E soprattutto fare il calciatore".
Un sogno? "Ovviamente vincere il Mondiale con la Nazionale".
Cosa significa la maglia della Roma? "Tanto, tantissimo. Sono cresciuto qui, è un onore ogni giorno, soprattutto adesso in Primavera, giocare con la numero 10 e la fascia da capitano. Non so neanche descriverlo, è bellissimo. La società mi ha dato la possibilità di indossare entrambe e la devo solo ringraziare".
© RIPRODUZIONE RISERVATA