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Un anno fa il pari in casa del Manchester City: l’ultima perla di una Roma che non c’è più

Il match dell'Etihad fu il 49° della gestione Garcia. Nelle successive 51 gare, il rendimento dei giallorossi è crollato verticalmente

Alessio Nardo

Rudi Garcia ha fatto 100. Ha spento idealmente le candeline, nella serata più buia e amara. Borisov, altri tre gol sulle spalle. Che fanno male come quelli incassati tre anni fa, ai tempi del Lille. Altra storia. Ora c'è la Roma. Un percorso nato splendidamente, che sta proseguendo indecorosamente. Per colpa di tutti. Non solo di Rudi. Anche di Rudi.

Cento. Numero tondo. Il giorno dopo la catastrofe in Bielorussia si dà un'occhiata al calendario e si scopre che è il 30 settembre. Data che riporta alla mente tutt'altre sensazioni. Un anno esatto fa, Garcia visse la sua quarantanovesima gara sulla panchina romanista, conquistando un pareggio per 1-1 sul campo del Manchester City che volle dire molto di più di un semplice (per quanto prezioso) punticino nel girone di Champions League. Quel match sembrò essere l'apice di un percorso, la perla assoluta di un cammino. L'ideale dimostrazione di compattezza, quadratura, spirito, tecnica e cinismo da parte di una squadra in costante crescita, che anche senza Benatia, Castan e Strootman riusciva a mostrare un'identità forte e chiara. Pure in Europa. Pure contro avversari di caratura mondiale. Una Roma da lacrime agli occhi, in grado di far innamorare. Dove sia finita, quella squadra lì, ce lo stiamo domandando da una vita. E i quesiti restano miseramente irrisolti, a distanza di dodici mesi.

Sì, perché da allora la Roma è crollata. Senza un motivo. E' inciampata in qualcosa di losco e misterioso, sprofondando in un burrone malinconico di non gioco e risultati modesti. La deludente trasformazione è negli occhi di chi ammirava, un tempo, un'orchestra meravigliosa che oggi non c'è più. Ma soprattutto nei dati: barbari e crudeli. Quanto reali e incontestabili. La prima fetta dell'avventura romanista di Garcia (da Livorno 2013 all'Etihad) porta in dote numeri spaziali: 35 vittorie in 49 gare (vinto il 71,4% delle partite giocate). Otto pareggi e sei sconfitte. 92 i gol fatti (media di 1,88 a partita), 33 quelli subiti. Elementi che delineano un quadro chiarissimo: squadra in salute, forte e soprattutto costante nel rendimento e nell'efficacia. Solo otto le gare senza reti all'attivo, ben ventisette i match con porta imbattuta (il 55,10%).

Poi, la seconda metà. Quando quella notte, dopo Manchester, andammo a letto felici e raggianti, convinti di aver a che fare (forse) con la migliore Roma di sempre, mai avremmo potuto immaginare l'inizio di un simile calvario. Altre cinquantuno gare, con numeri diametralmente opposti. Soltanto 19 vittorie, di cui una ai supplementari in Coppa Italia (vinto appena il 37,25% dei match disputati), stesso numero di pareggi (19) e ben 13 sconfitte. Ventitré gol segnati in meno rispetto al primo blocco di partite (con due gare in più all'attivo) e quasi il doppio dei gol subiti: 62. Un disastro. Involuzione totale, dovuta alla bravura degli avversari (abili evidentemente nel prendere adeguate contromisure) ma anche alla brusca regressione di una squadra incapace di reagire. E che ieri, alla Borisov Arena, ha vissuto un secondo apice. Stavolta, di un lungo incubo.

I numeri della Roma di Garcia pre e post Etihad Stadium

Fino a Man City-Roma (49     gare disputate)

Dopo Man City-Roma (51      gare disputate)

Vittorie

35

19

Pareggi

8

19

Sconfitte

6

13

Gol fatti

92

69

Gol subiti

33

62