Ad un soffio dalla pensione, dicevano. Mai decisivo nei derby, sussurravano. Ancora una volta, per l'ennesima volta, Francesco Totti li ha messi a tacere. Tutti. Denigratori e sparlatori. Professorini del nulla e fenomeni da baraccone. A 38 anni, 3 mesi e 25 giorni il Capitano giallorosso è salito di nuovo sul trono dei protagonisti. Rimettendo in piedi, quasi da solo, un derby apparentemente perduto, andato. Ci ha pensato lui, l'uomo simbolo di un'intera storia, che ha scelto il momento più delicato e difficile per entrare nella leggenda. Come fanno i più grandi. Gli esseri speciali. Decimo ed undicesimo gol contro la Lazio, nel giro di un quarto d'ora scarso, dal 48' al 63'. Lasciato sul posto Marco Delvecchio, agguantato definitivamente Dino Da Costa, che con undici reti (nove in campionato più due in Coppa Italia) deteneva il record assoluto di reti realizzate nelle stracittadine romane.
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Totti re del derby: una storia lunga 5887 giorni
Nove degli undici gol alla Lazio, Totti li ha realizzati sotto la Sud. E quando il Capitano segna nel derby, la Roma non perde mai
Totti ha compiuto anche questo passo. Ha toccato la vetta nella classifica delle classifiche relative ai derby. Ora nessuno, nemmeno il miope più accanito, potrà avere il coraggio di smentire i numeri, i dati di fatto. Che parlano di 11 reti in 40 partite. 16 anni, un mese e 17 giorni. Per l'esattezza, 5887 giorni. 841 settimane. E' la fetta di tempo che separa il primo gol di Totti alla Lazio dall'ultimo. Una vita. Fatta di sogni e prodezze, sostanza e non parole. Una storia che è giusto raccontare.
Si parte da lì, dall'inizio. 29 novembre 1998, con il giovane fanciullo biondo già alla sua sesta stagione di derby (debuttò contro la Lazio il 6 marzo 1994). Una serata speciale, gara intensa e vibrante, proprio come quella di ieri. Un'altra rimonta da urlo, con la Roma di Zeman sotto di un uomo e di due gol a meno di un quarto d'ora dal termine. Gara persa? Neanche per sogno. Prima Di Francesco, al 78'. Poi, all'81', il primo degli undici guizzi. Il destro vincente da fuori area sul preciso assist di Delvecchio. Tre a tre. Accompagnato dall'urlo di Sensi e della Sud. La prima corsa sotto la curva più bella del mondo. L'inizio della favola.
Derby di ritorno, 11 aprile 1999. Ecco il primo schiaffo alla Nord, curva nemica, a coronamento di una prestazione perfetta della Roma, abile nel seppellire la Lazio di Eriksson per 3-1. Di Totti, al 90', la perla finale, condita dal goliardico "Vi ho purgato ancora" stampato in faccia ai tifosi biancocelesti. Spesso, quasi sempre, il Capitano ha griffato il colpo finale. Quello del delirio, della certezza del risultato. Accadde anche il 27 ottobre 2001, con il trionfo per 2-0 suggellato in extremis dal colpo di testa vincente su assist dalla sinistra di Lima. E tanti saluti a Peruzzi, freddato ancor più dolcemente nel match di ritorno (10 marzo 2002) dal poetico cucchiaio del definitivo e storico 5-1. Anche lì, maglia con dedica speciale, rivolta alla sua "unica" Ilary. Il 21 aprile 2004 prima rete su rigore rifilata ai cugini ed altra esultanza spettacolare, con Francesco cameraman provetto, impegnato a riprendere lo show della Sud. Il 23 ottobre 2005, dopo il gol a Ballotta, lunga corsa sotto la Monte Mario e pallone infilato sotto la maglia per mimare l'imminente parto di Ilary, che da lì a pochi giorni avrebbe dato alla luce il piccolo Cristian. Nelle ultime due occasioni citate, la gara si chiuse sull'1-1.
Manca qualcosa. Ah sì, la doppietta. Che arrivò, finalmente, il 13 marzo 2011. Il giorno del derby dei derby di Francesco Totti, indimenticabile per tutti. Anche per il povero Muslera, incenerito su punizione prima e su rigore poi. Un pomeriggio da favola, che sancì il quinto trionfo consecutivo della Roma nelle stracittadine. L'8 aprile 2013, ennesimo autografo di prestigio, al 57' di uno dei tanti derby pazzi. Lazio lanciata da Hernanes e frenata dal Profeta stesso, deficitario dal dischetto ad inizio ripresa. Totti, sull'opposto versante, sempre su rigore, si dimostrò invece spietato (1-1, risultato finale). Dulcis in fundo, il fragoroso ruggito del giorno 11 gennaio 2015. Con gli anni che passano, le generazioni che cambiano ed una costante, imponente e rassicurante: la presenza del numero dieci. Che ormai alla soglia dei 40 (o quasi) continua a fare quello che più gli piace: gol. Anche alla Lazio. Perché la parola derby, ad un mito come lui, non può far paura. Lui che da ieri è il re di questa partita, numeri alla mano. Numeri che ci dicono che sono ben nove i gol ai cugini sotto la Sud. E che quando segna lui, la Roma il derby non lo perde mai. Altre cento di queste sfide, eterno fuoriclasse.
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