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Veleno come prima

(Corriere della Sera – L.Valdiserri) Claudio Filippi chi era costui? Molta indignazione (ci sarebbero argomenti ben più gravi su cui riporla, ma tant’è)

Redazione

(Corriere della Sera - L.Valdiserri) Claudio Filippi chi era costui? Molta indignazione (ci sarebbero argomenti ben più gravi su cui riporla, ma tant'è) per la decisione bianconera di mandare, alla vigilia di Juventus-Roma, in singolar tenzone verbale contro Zeman, il n. 3 della Juventus, il preparatore dei portieri, ma non solo, Claudio Filippi.

Zeman ha emesso l'ennesima sentenza, accusando la Juve di mancanza di stile e di rispetto nei confronti dei giornalisti «che avrebbero voluto parlare con qualcuno ‘‘interessato alla partita''».

Filippi, con molta serenità, ha replicato: «In realtà sia io che Massimo siamo direttamente interessati». Zeman, dunque, ha praticamente dato del soprammobile a Filippi. Urgono quindi alcune note a piè di pagina. Romano de Roma (ma avranno pensato anche a questo i perfidi dirigenti bianconeri), nato il 7 luglio 1965, diplomato all'Isef nel 1989, preparatore atletico professionista dal 1994, docente universitario, numerose pubblicazioni al suo attivo, tra cui «Prestazioni tecnico-tattiche dei più grandi portieri del mondo – Scout della partita» e «L'attacco alla palla», è uno degli specialisti più stimati d'Europa. Tanto che, arrivato alla Juventus con il camper di Gigi Delneri e preso il posto di Alessandro Nista, sodale di Gigi Buffon, ha conquistato il portierone ed è stato confermato al momento della rivoluzione agnelliana, mentre il camper ripartiva.

Filippi ha detto che la decisione è stata presa «da mister Conte: Carrera e io siamo le due voci dello staff tecnico e ci alterniamo anche nel parlare». Succede spesso nel calcio tedesco, anche senza la squalifica del n. 1. Entrando nel merito, Filippi ha detto più di Carrera in tutte le sue vigilie, rivelando che Andrea Pirlo, sostituito contro la Fiorentina e dato per prepensionato, ci sarà: «Pirlo con la Roma gioca, e sicuramente sarà protagonista. Andrea è un grandissimo campione, tranquillo e sereno in ogni manifestazione, non vedo problemi». La Juve ne convoca 24, si aggiunge Padoin, non esce Bonucci. Di cose ne dice, Filippi: stima Zeman come tecnico, ma si esime, giustamente, dal cadere nell'ipocrisia dell'appello ai tifosi bianconeri affinché non lo insultino per tutta la partita, come è successo 6 anni fa, il 25 novembre 2006 (Juventus-Lecce 4-1), l'ultima volta che il tecnico della Roma si presentò a Torino (all'Olimpico e in serie B). «I tifosi sono un gruppo spontaneo e si comportano come si sentono».

Dai tempi di Farmacopoli, nutrono un forte risentimento (eufemismo) nei confronti di Zeman. E siccome è la sua prima volta nello Juventus Stadium, quello con le panchine all'inglese, che salgono in mezzo al pubblico, è stato predisposto un «cordone sanitario» speciale. Finora non è mai successo niente ma, come abbiamo visto a Firenze, quando erano i dirigenti bianconeri gli ospiti per nulla amati, si vuole evitare che gli spettatori più vicini non solo facciano ma anche urlino qualcosa. Anche per questo è stato mandato Filippi, per svelenire la sfida, perché Carrera è sicuramente più coinvolto in antiche ruggini con Zeman. Certo, è un po' come dire che di Carrera non si fidavano. Da qualsiasi parte la si guardi la scelta è bizzarra e controproducente, ma il dibattito che ne segue è ancora peggio. Tranquilli, comunque, tra poco ci indigneremo per altro.

Roberto Perrone

RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Certo, a domanda risponde: «Non ho detto nulla di cui mi debba vergognare. Se ci sono stati dei condannati, non è colpa mia. Se vogliono prendersela con qualcuno, sanno con chi devono farlo».

Ma risponde anche alla domanda se teme che, come in passato, l'arbitro possa aiutare la Juve: «Dormo tranquillo, non temo nulla. L'arbitro può sbagliare, così come Stekelenburg ha sbagliato contro la Sampdoria. L'errore, nel calcio, ci sta. Se la Juve è favorita è perché è una grande squadra e gioca bene. C'è un gruppo di giocatori importanti e Conte è stato bravo a dare loro mentalità e impostazione di gioco. Mi piaceva anche come calciatore, l'avevo quasi comprato per il mio vecchio Foggia».

C'è uno Zdenek Zeman che non fa un passo indietro nelle sue battaglie: «Ma io non ho mai litigato con nessuno. Non accetto di leggere che faccio polemica, ho risposto a due domande». Ma ce n'è anche uno che vuole riportare Juve-Roma a quello che dovrebbe essere: una partita di calcio. Basta scegliere e, per una volta, è più importante il secondo.

Nessuno, tra i «grandi», ha mai vinto allo Juventus Stadium: c'è riuscito solo Alberto De Rossi con la Roma Primavera nella finale dell'ultima Coppa Italia (gol di Viviani e Tallo). Il boemo, però, non vuole dare un valore simbolico a questa gara già carica e tira fuori un vecchio cavallo di battaglia: «La penso come per il derby: ci sono tre punti come nelle altre partite e io voglio che la mia squadra se la giochi contro tutte le avversarie. Poi capisco che affrontare un avversario come la Juve dia molta motivazione. La nostra è dimostrare che possiamo stare a questo livello».

Non ci sarà Alex Del Piero, per la prima volta: «Mi mancherà? Mancherà alla Juve». Ci sarà Francesco Totti, che in un'intervista a La Stampa è stato definito da Franco Baldini un attaccante «che non ha le caratteristiche della punta tipica del tridente di Zeman, quindi complimenti all'allenatore che sta valorizzando un giocatore formidabile anche a costo di rivedere il proprio credo». Cioè il 4-3-3, ma Zeman non è d'accordo: «Totti gioca nella stessa posizione di 13 anni fa, l'ho inventato io in quel ruolo. Forse Baldini l'ha visto giocare in un altro ruolo in un altro periodo». Così come Zeman non è convinto di un'altra affermazione del d.g., cioè che «la Roma non è abituata alla vittoria e nemmeno le manca, probabilmente». Risposta: «Anche a Roma si vuole vincere, lavoriamo tutti per questo».

Vucinic ha detto che gli stringerà la mano perché è stato un allenatore importante per la sua carriera ma anche che, se fosse un tifoso della Juve, lo fischierebbe. Zeman fa la sfinge: «Vorrei che mi spiegasse le motivazioni. Però è normale che ci siano tifosi a Torino. Anche a Roma, all'inizio, non applaudono l'avversario. Certo, l'ultima volta (Juve-Lecce 4-1, 25 novembre 2006, anno della serie B; ndr) l'accoglienza non è stata molto carina. L'ho segnalata anche al delegato della Figc. Ma per 90 minuti di offese non è successo niente».

L'ultimo dispetto della Juve è non aver mandato Carrera, ma il preparatore dei portieri, in conferenza stampa: «Questione di stile. Penso che la gente voglia sentire chi è direttamente interessato alla partita». Partita che la Roma giocherà così: Stekelenburg ha ancora la fiducia di tutti; Taddei confermato; De Rossi farà l'intermedio con Tachtsidis centrale; attacco Lamela-Osvaldo-Totti, con Destro e Nico Lopez in panchina.