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Roma, il mercato inattivo

Corner e calci di punizione, Di Francesco e Monchi stanno studiando come superare il problema del gol da palla ferma

Redazione

"Abbiamo avuto tanti angoli ma li sfruttiamo poco per quelle che sono le nostre qualità". Lo ha fatto notare Eusebio Di Francesco dopo Roma-Torino. La sua squadra produce pochi gol (in assoluto) da palla inattiva (nello specifico), come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Ecco perché il duo Monchi-Di Francesco stanno valutando uomini in grado di fare la differenza su corner e punizioni. Talisca, ad esempio, è uno di questi, Verdi è un altro, molto abile sui calci piazzati, sia da destra sia da sinistra.

La Roma in Champions ha calciato una settantina di angoli, ma ha ricavato poco: la rete di Kostas è una bella eccezione. Non sosteniamo di certo che debba diventare la normalità, ma qualcosa che le si avvicini. In campionato i giallorossi  hanno tramutato in gol quindici palloni da palla inattiva. Pochini, specie se si considera come la Lazio - la migliore in questo dato - abbia chiuso a ventisette. Discorso a parte è il calcio di rigore, che durante la partita è un l'evento eccezionale a differenza delle punizioni o dei calci d'angolo: ma anche qui siamo al cinquanta per cento di realizzazioni, tre su sei la Roma, mentre la migliore - sempre la Lazio - ha chiuso a nove su undici. Tornando al dato dei corner: la Roma ne ha battuti più di tutti, duecentocinquantadue.

Di Francesco ha in Kolarov l'unico (o quasi) in grado di incidere sulla palla inattiva. Infatti la Roma ha chiuso il campionato con sole due punizioni dirette realizzate, entrambe per il piede sinistro del serbo e le ricordiamo senza consultare internet o gli almanacchi: Bergamo, prima giornata di campionato, e Torino.

Funziona bene invece la fase difensiva su palle da fermo: otto le reti subite (da corner solo due), l'Inter con sei ha fatto meglio. La conclusione diventa facile: la Roma legge bene le situazioni difensive e sfrutta male (o meno) quelle offensive. Che alla fine ti fanno vincere le partite, questo è noto.