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Prandelli: “Possiamo battere i piu’ forti”

In un'intervista a Sette Cesare Prandelli fa il punto sul Mondiale in Brasile che partirà a giorni: "La mia Nazionale e' come il Paese: si carica in mezzo alle polemiche e puo' battere anche i rivali piu' forti"

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Il commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli in un'intervista a Sette in edicola da venerdi' parla del Mondiale alle porte e spiega perche' la Nazionale e' lo specchio dell'Italia. Sulla squadra italiana in campo per il prossimo Mondiale il ct dice: "Non siamo i piu' forti. Ma possiamo battere i piu' forti". E su quali siano le squadre favorite l'opinione e' che "il Brasile e' davvero formidabile. Davanti fa paura, il centrocampo e' solidissimo, la difesa forse un po' meno. Poi Germania, Spagna, Argentina".

Sul ruolo invece del calcio italiano, inteso come specchio e amplificatore del carattere nazionale, il ct afferma "Siamo troppo polemici e divisi. Ma a volte nella polemica troviamo un surplus di forza e di convinzione. Reagiamo solo dopo aver toccato il fondo. Non siamo un popolo da circostanze ordinarie. La mia Nazionale e' come il Paese: si carica in mezzo alle polemiche e puo' battere anche i rivali piu' forti". Il ct si e' posto il grande obiettivo e problema di recuperare il rapporto tra la nazionale e la gente: "Mi aveva colpito vedere la grande squadra di Lippi, i campioni del mondo, fischiata senza motivo. Ci siamo posti il problema di ristabilire il rapporto con la gente. Non ci ha pesato, anzi, ci ha arricchito andare a giocare a Quarto e a Rizziconi, su campi sequestrati alla criminalita', o in Emilia dopo il terremoto. Ne ho sempre discusso con i ragazzi, e loro sono venuti volentieri. Anche ad Auschwitz". Sul suo carattere, alla provocazione di essere considerato un buono, Prandelli ribatte: "Nulla e' piu' ridicolo di indossare un abito che non e' il tuo. Ognuno ha il proprio carattere. Carlo Ancelotti ha allenato e vinto in Italia, in Francia e in Spagna senza cambiare il suo. Io sono molto esigente con i miei giocatori. Si puo' essere rispettosi e insieme esigenti".

Su quali siano i leader della Nazionale italiana, Prandelli elenca: "Chiellini, che e' riuscito a conciliare lo sport e lo studio, ha un carattere molto forte; Pirlo e Buffon, i veterani: passate le cento partite, interpretano ancora la maglia azzurra con l'emozione e l'impegno dell'esordiente. De Rossi". Secondo Prandelli bisogna responsabilizzare i giovani che "hanno perso capacita' di sacrificio e fiducia nel futuro, non hanno il senso della sofferenza. Ma la colpa e' di noi genitori che li abbiamo viziati troppo" e anche i calciatori sono viziati, "a volte diventano un po' troppo personaggi". A proposito della tensione alla quale i giocatori sono sottoposti e se Balotelli riuscira' a sopportarla, il commissario tecnico azzurro risponde: "e' fondamentale trasmettergli il senso che non e' l'unico responsabile di quel che accade" e alla domanda se sia vero che quando arbitra in allenamento a volte fischia apposta falli che non ci sono, risponde: "Si'. I calciatori devono abituarsi a tutte le situazioni possibili, anche a subire torti".