Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.
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‘RADIO PENSIERI’, DOTTO: “Nella Roma c’è negatività, si sbaglia la gestione emotiva. Di Francesco è turbatissimo”
Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane
Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92.7): "Credo che domenica si vincerà abbastanza facilmente, bisognerà vedere poi cosa accadrà per agguantare in rimonta questo posto Champions. E’ un bel ribaltamento di prospettiva rispetto a un mese fa. Di fatto non è ancora successo nulla, ma questo nulla ha ribaltato completamente la Roma. Quando c’è la negatività nella vita alla base c'è una cattiva gestione emotiva che ci porta a scegliere parole sbagliate con cui raccontarla. Questo accade anche nella Roma. Non c’è nessuno che aiuti a raccontare nel modo giusto quello che sta accadendo. Anche all’interno di Trigoria mi sembra che il racconto non sia chiaro. L’unico riferimento certo è Di Francesco, che a sua volta appare turbatissimo e non sembra avere il controllo della situazione. Non possiamo non riconoscere comunque che ci sta mettendo passione e voglia. Spero di vedere Schick dal primo minuto domenica, ho grande curiosità di vederlo in campo con tutte le responsabilità della prima punta".
Andrea Pugliese (Teleradiostereo 92.7): "Io sono convinto che l’operazione Dzeko-Chelsea si farà, anche se dopo domenica. Gli argomenti a sfavore sono la scarsa voglia di Dzeko di andare al Chelsea e la Roma che avrebbe bisogno di trovare subito qualcuno. La Roma non è ancora il Chelsea, ma ha guadagnato blasone a livello internazionale e Di Francesco ha messo Edin al centro e ha fiducia in lui. Lì c’è Conte che lo ha chiamato e ha dimostrato fiducia, ma fino a quando? Magari arriva poi un altro allenatore che non lo considera. Oltre a questo poi c’è anche la famiglia che sta bene a Roma e anche lui, mi sembra evidente che lui preferisca restare qui. La Roma comunque potrebbe anche restare così senza cedere nessuno ora per poi effettuare in estate le cessioni. Monchi è un po’ perplesso e nervoso, ma sono sicuro stia già lavorando da tempo. Da domenica e per le prossime 4 partite per la Roma non c’è margine di errore. Con la Samp si può vincere, ho visto segnali di ripresa. Alla fine di questo ciclo saranno tutte e tre attaccate, si riequilibreranno i valori, poi c’è il rush finale. Per la Roma è obbligatorio andare in Champions, anche perché rinforzeresti economicamente le 4 dirette concorrenti e aumenterebbe il gap tecnico ed economico che vorrebbe dire poi anche dover abbassare il tetto ingaggi con conseguente rivoluzione".
Antonio Felici (Centro Suono Sport – 101,5): “Quando una società impedisce ad un giornalista che ha posizione critiche di fare il proprio lavoro, è un segnale di debolezza. Alle critiche si risponde con i fatti, con i titoli e con gli acquisti, dimostrando di essere più bravi. Schick? Se parte dalla destra è una questione problematica: a volte quando è entrato in partita in corso mi è piaciuto, soprattutto a Genova, ma lo fai quando è saltato l’ordine tattico della squadra. Nella Roma segna solo Dzeko, o si sveglia Schick o è un problema. Tra Lamela e Sansone scelgo il ponte di Ariccia. Lamela ha fatto bene qui, poi lui non ha una struttura mentale straordinaria: quello che è arrivato qui era uno che aveva prospettive importanti. Per una Roma che punta in alto c’è bisogno di Di Francesco: Gasperini ha grandi qualità da allenatore ma in una grande squadra è durato un quarto d’ora. È un allenatore perfetto in un club di provincia con un progetto chiaro. In questo contesto prima di mettere in croce Dzeko devi metterci tre quarti di squadra”.
Francesco Balzani (Centro Suono Sport – 101,5): "Credo che alla fine Dzeko andrà al Chelsea, anche se il giocatore non è per niente convinto. Se dovesse saltare però occhio a gioire perché potrebbe riaprirsi la pista Nainggolan-Cina. Insomma, il pericolo non è scampato per niente. Lamela? Non mi risulta, e mi sembrerebbe una mossa insensata. Pure Sansone che viene a fare? Di Francesco accetterà una rivoluzione a giugno ma gli andranno spiegate bene le cose, non escludo che si possa ripartire con un altro progetto tecnico il prossimo anno".
Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): “Pallotta e la Roma sono due mondi distanti: siamo abituati a presidenti presenti, che mettono il becco. Ma i presidenti italiani sono nati esperto di calcio? In America lo sport non è per partecipare, il suo è un modo diverso di vivere la mancata vittoria: c’è meno fretta e urgenza. Noi siamo più attenti al presente, lui ragiona su una prospettiva più lunga. Siamo sempre più vicini alla chiusura del calciomercato, la Roma deve darsi un tempo giusto per un cambiamento radicale della rosa. Se si è arrivati fino a questo punto l’affare si farà, la Roma lo reputa talmente conveniente che vale la pena rischiare da quello tecnico. Ci si può sorprendere a ogni mercato? È da anni che è così. A tutti vengono fatte le offerte, la differenza è che la Roma le accetta. Se per Alisson vengono offerti 100 milioni la Roma vende ma probabilmente lo farebbe anche il Napoli. Monchi dice una bugia parlando di offerta non buona, facendo vedere che è la Roma a rifiutare l’offerta: in realtà il problema è tra Chelsea e Dzeko, lui non può dire di averlo venduto. Con un altro allenatore ci sarebbe stata questa facilità nel creare questa operazione da parte della Roma? Di Francesco è uno a cui puoi vendere Dzeko a gennaio. La Roma anticipa perché il futuro è Schick, già quello era il segnale che c’era stata una scadenza su Dzeko. Non rischierei mai un investimento su uno come Berardi”.
Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): “Le trattative per Emerson e Dzeko non sono slegabili: il Chelsea offre questa cifra fuori mercato e lo fa anche perché ha la possibilità di prendere Emerson. Monchi vorrebbe chiudere entrambe le trattative, risolvendo il problema del fair play finanziario fin da gennaio e non a giugno con la spada di Damocle".
Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “Con la Samp ho visto segnali di Roma. Che gliene frega a Pallotta se la squadra che presiede e che è gestita da Monchi deve immaginare di sostituire un giocatore il 27 o il 31? Se arriva un’offerta il 30 o il 31 la Roma la accetta e Monchi deve avere un sostituto pronto. Le esigenze di bilancio sono prioritarie rispetto all’aspetto tecnico. Non posso credere che Monchi il 26 alle 10 di sera ratifica la cessione di Emerson e Dzeko e un minuto dopo si chiede chi c’è sul mercato. Le società vengono perché ci sono le braccia aperte per discutere".
Franco Melli (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Lazio dà fastidio a questi livelli, in qualche modo bisogna mettere i bastoni tra le ruote".
Furio Focolari (Radio Radio Mattino – 104,5): “Farei giocare Antonucci: ha toccato tre palle e ha fatto tre capolavori. È un predestinato, perché deve giocare Under?".
Roberto Renga (Radio Radio Mattino – 104,5): “Mi piace moltissimo la moglie di Dzeko, che vuole convincere il marito a rifiutare il trasferimento a Londra perché a Roma si trovano bene. La Roma può rilanciarsi, vincendo bene la partita e ritrovando morale, se poi ritrova ancora Schick meglio ancora. Antonucci lasciamolo tranquillo, troppi elogi possono fargli male".
Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattino – 104,5): “Dzeko e Schick devono giocare insieme, così poi Dzeko segna e convince la Roma a non venderlo".
Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino - 104,5): "In questo calciomercato vedo tanta fuffa. Spero che Dzeko resti, a Roma la gente mi ferma per strada e mi chiede perché tutto questo. E davvero non so cosa rispondere. Non c'è motivo serio di questa cessione. Ogni giorno che passa capisco sempre meno questo mercato: è dannoso, comunque vada a finire la situazione di Dzeko è paradossale. La Roma deve vincere una partita altrimenti si apre una crisi".
Nando Orsi (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Roma domenica deve assolutamente vincere, per dare un segnale forte. Altrimenti si apre una crisi dura”.
Claudio Moroni (Centro Suono Sport – 101,5). “La Roma è mia o nostra sentimentalmente, ma poi nella realtà è di Pallotta che ne fa quello che vuole. Io, a differenza di altri, non mi illudo più e mi sono convinto che finché non prenderà i soldi dallo stadio il nostro destino è legato a cessioni di big con la speranza di riuscire a trovare sostituti all’altezza”.
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