Loro lo hanno conosciuto bene, lo hanno visto crescere e poi partire. «Loro» sono Maurizio Zamparini e Walter Sabatini, rispettivamente presidente e direttore sportivo di quel Palermo che, nel 2009, puntò sul ventenne Javier Matias Pastore per poi vederlo trasformarsi in una stella, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".
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Zamparini: “Pastore, un campione a cui serve solo affetto”
Il presidente del Palermo: "Ancelotti lo voleva al Milan e il prezzo col Psg si decise grazie al tennis". Sabatini: "Ma non accetti subalternità"
"Il ragazzo era un fenomeno e per spiegarglielo le racconto un aneddoto – dice Zamparini –. Quando avevamo già concluso segretamente l’affare con l’Huracan (per un totale di 21,5 milioni, ndr) mi capitò d’incontrare Carlo Ancelotti. E sa cosa mi disse: “Ho visto un argentino fortissimo, si chiama Pastore. So che non fa parte della nostra politica prendere giovani, ma spero che il Milan lo compri”. E io zitto, attento a non dire che era già nostro. Considero Pastore un po’ come se fosse mio figlio. Ricordo ancora adesso il suo primo allenamento in ritiro. Dopo i primi tre palloni che toccò, mi vennero le lacrime agli occhi".
Per farlo rendere, secondo Zamparini, il segreto è uno solo: dargli affetto. "Occorre dargli tempo e volergli bene. Javier non ha il carattere forte alla Dybala. Soffre un po’ le avversità. Fateci caso: fin quando al Psg non è arrivato Ibrahimovic, nessuno lo ha messo mai in discussione, poi è successo. Invece il calcio è per gente come lui, Dybala, Messi. Gli allenatori vengono dopo. Sono convinto che a Roma farà bene. Averlo preso per 24,5 milioni è un buon prezzo. Vedrete che, se farà una grande stagione, la Roma lo rivenderà (ride, ndr)". Di sicuro Zamparini lo ha fatto col Psg: "Si era alla stretta finale della trattativa e Simonian chiedeva 42 milioni mentre Nasser Al-Khelaifi offriva 40. Allora Simonian vide un campo da tennis proprio sotto la sede in cui stavano conducendo la trattativa e disse: “Facciamo così: ce la giochiamo a tennis. Se vinco io mi dai 42, altrimenti lo paghi 40”. Nasser è stato campione di tennis in Qatar, ma davanti a tanta sicurezza disse: “Non c’è bisogno, vanno bene 42 milioni, ma toglimi una curiosità: dove hai giocato?”. E Simonian: “Mai fatto in vita mia. Era solo una strategia”. Nasser rise e firmò".
Più burbero qualche giorno fa è stato Walter Sabatini, lo scopritore di Pastore. "Amo l’armonia di movimenti e la profondità di corsa palla al piede. Sono molto felice di vederlo alla Roma. Eppure lui sa molto bene – e gliel’ho detto più di una volta – che non mi piace il percorso che ha fatto al Psg. Il primo anno ha giocato un calcio sublime, poi si è un pochino seduto e ha accettato di perdere i duelli con i calciatori che venivano acquistati. Ha accettato un ruolo di subalternità e questo un campione non lo può fare".
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