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Via Mou, la Roma sceglie la bandiera: “Tutti al lavoro. Non c’è più tempo”

Via Mou, la Roma sceglie la bandiera: “Tutti al lavoro. Non c’è più tempo” - immagine 1
I Friedkin esonerano il tecnico portoghese: "Necessario cambiare, per il bene del club". L’ex capitano firma fino al 30 giugno
Redazione

Chissà che cosa ha pensato Daniele De Rossi quando lunedì sera ha risposto al telefono e ha sentito la voce di Ryan Friedkin, pronto a fare la sua proposta “indecente”. Di certo, dopo aver avvisato amici e famiglia, ha spento il telefono, perché nessuno doveva sapere. Chissà che cosa ha pensato José Mourinho quando ieri mattina è stato chiamato nella saletta presidenziale di Trigoria per sentirsi dire: "Sei esonerato". Di certo - racconta Elisabetta Esposito su 'La Gazzetta dello Sport' - quando ha lasciato il centro sportivo era commosso e forse un po’ confuso. Una decisione che i Friedkin hanno preso alla luce dei risultati di questa stagione, considerati inaccettabili, e dei continui alibi messi in piazza da Mou. Perché adesso? Anche per dare al successore dello Special One la possibilità di salvare una stagione deludente per tutti. Dan arriva a Roma lunedì pomeriggio e passa la notte a parlare con Ryan: cosa facciamo, chi prendiamo (si era pensato seriamente anche a Conte) e come gestiamo la situazione. Quando è ancora buio partono le chiamate allo staff giallorosso: tutti convocati a Trigoria all’alba. Qui viene dato l’annuncio dell’esonero, con la scelta del nuovo tecnico ancora da confermare. Mourinho arriva al Fulvio Bernardini presto come sempre, poco dopo le 8, in vista dell’allenamento delle 10.30. Non sospetta nulla. Viene convocato per le 8.30 dalla presidenza che gli comunica la decisione. È decisamente sorpreso, ma accetta la scelta e inizia il suo giro di saluti. Nel frattempo il team manager Cardini avvisa la squadra: molti faticano a crederci. La città impazzisce, divisa. Alcuni contestatori arrivano a Trigoria e spargono volantini contro la proprietà. Intorno all’una Mourinho lascia il centro sportivo, i tifosi sono circa un centinaio, lo fermano. Abbassa il finestrino e si concede agli ultimi selfie.

Daniele De Rossi inizia presto questa giornata per lui tanto importante. Deve confermare il suo sì ai Friedkin, dato senza alcuna esitazione già il giorno prima. È il contatto decisivo. Si parla del contratto: fino al 30 giugno, poi si vedrà. Lui non pone alcuna condizione economica, sa che la sua Roma è in difficoltà e non può che aiutarla. Avrà però un bonus in caso di accesso in Champions League. Alle 14.42 De Rossi arriva a Trigoria, saluta i tifosi che sono tutti per lui e con lui, come sempre. Ryan Friedkin gli va incontro, gli mostra il centro sportivo rinnovato: resta colpito dall’entusiasmo del nuovo tecnico e un po’ anche da come continui a salutare tutti. È davvero ancora casa sua. Quindi l’attesa firma e alle 16.15 il discorso alla squadra, dove ha ribadito che bisogna dare tutto e che non ci sarà spazio per chi non lo farà. I Friedkin, presenti all’incontro assieme al Ceo Souloukou e al gm uscente Pinto, prendono la parola e ai giocatori lanciano un messaggio chiarissimo: "Adesso sono finiti gli alibi. Dovete darvi da fare".

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