Questo derby per Spalletti ha una chiave di lettura diversa. «È una partita che vale triplo, neanche doppio – dice il tecnico della Roma – C’è la partita, l’eventuale accesso alla finale e la consapevolezza di quanto stia a cuore ai nostri tifosi». Già, i tifosi. Quelli che poi lui vorrebbe avere sempre al suo fianco e che invece stasera resteranno ancora fuori: «Se qualcuno vedrà una curva vuota quella non sarà la nostra – ribatte Spalletti – Quello è il luogo di riferimento delle nostre passioni, è casa nostra. E io casa mia la vedo sempre piena. Idealmente è così».
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Urlo Spalletti: «È una sfida che vale triplo»
«Dipendenti da Nainggolan? No, non facciamo gli stessi errori del passato...»
Non gli piace il ruolo di favorito e non gli piace arrivare a questo derby quasi con l’obbligo di vincerlo. «Noi abbiamo degli obiettivi ugualmente importanti a questo, loro invece danno molta importanza a questa sfida e bisognerà capire come gestiranno questa tensione. Ma non vedo favoriti, il derby accorcia le distanze. E poi la Lazio è una squadra forte, costruita per far bene. L’unica incognita era l’allenatore, che però ha dimostrato di non essere un rincalzo e di poter ambire ad allenare a questi livelli qui».
A Spalletti non piace che qualcuno pensi che la Roma sia troppo legata ai singoli, nello specifico a Nainggolan. «Faremmo gli stessi errori che abbiamo fatto fin qui: la Roma non è un giocatore solo, ma una squadra forte». Facile leggerci un riferimento implicito al «tottismo» e ad un passato che non ha mai sentito suo fino in fondo. Anche se poi su Radja si sbilancia. Così: «È talmente forte che se ne hai dieci di Nainggolan, puoi buttarli dentro senza neanche badare al ruolo e avrai comunque una squadra fortissima. Lui sa fare tutto, è un animale raro».
(A. Pugliese)
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