rassegna stampa

Tuona Benatia: “Roma, proposta ridicola Non mantieni la parola”

(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese/C.Zucchelli) È stato un fulmine a ciel sereno, uno squarcio nel cielo che da Roma si diffonde fino all’alta Europa, in Inghilterra, per poi allungarsi alla Costa del Sol, sul mare di Barcellona.

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(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese/C.Zucchelli)È stato un fulmine a ciel sereno, uno squarcio nel cielo che da Roma si diffonde fino all’alta Europa, in Inghilterra, per poi allungarsi alla Costa del Sol, sul mare di Barcellona. È il fulmine che agita il mercato della Roma da quasi una settimana, da quando cioè Mehdi Benatia ha rilasciato un’intervista dal Portogallo. E proprio mentre il suo agente, Moussa Sissoko, ha corretto il tiro («La parole di Mehdi sono state strumentalizzate»), Benatia — ancora dall’albergo della nazionale marocchina — ha voluto chiarire le cose. Così.

Mehdi, vuole davvero andare via dalla Roma?

«Non ho mai detto una cosa del genere, per questo voglio chiarire. Non per rispondere a chi mi ha insultato, ma per spiegare alla gente che mi vuole bene come stanno le cose».

Prego, partiamo dall’inizio.

«La scorsa estate il mio agente mi sconsigliò di firmare per la Roma: il contratto era basso rispetto ad altre offerte e non giocavo in coppa. Io ho firmato lo stesso e non me ne sono mai pentito: c’era un progetto, l’idea mi piaceva. Sabatini mi ha guardato negli occhi, ringraziandomi. Durante l’anno più volte mi ha detto che gli piaceva il mio atteggiamento, dandomi appuntamento a fine stagione».

E poi che cosa è successo?

«Penso di aver dimostrato qualcosa, ma non ho mai fatto pesare nulla: né ciò che ho fatto in campo né fuori. Ma c’era un accordo, la Roma prima di firmare mi disse: “Bena, sappiamo che meriti di più e che hai rifiutato tanti soldi. Vieni, dimostra che sei da Roma e se andiamo in Champions o vinciamo lo scudetto, ti faremo un bel contratto”. Ma mi è arrivata una proposta inaccettabile. Ho sentito dire che avrei chiesto 4 milioni annui, non sono mai arrivato neanche a 3».

Già, ma si teme l’effetto domino, dopo il rinnovo a Pjanic.

«Non ho mai fatto paragoni con Mire, il centrocampista più forte del mondo. Non ho mai chiesto soldi in base al suo stipendio, ma per una vecchia promessa che mi era stata fatta. La società invece mi ha detto: “Tieni, prendi questi soldini in più”. Come a un bambino. “È questo e basta, non c’è trattativa”».

E lei che cosa ha risposto?

«Premesso che stimo Sabatini, che per me è un fenomeno e vuole fare una grandissima Roma, gli ho risposto che un accordo così non l’avrei mai firmato, preferivo restare con i miei soldi: pochi rispetto a quelli che mi offrono all’estero già da gennaio. Me lo disse anche il d.s.: “Il telefono squilla tanto per te...”».

Un mese fa, dopo Sassuolo-Roma, lei disse di sentirsi romanista. E adesso come si sente?

«L’ho detto perché lo penso. Ho comprato casa a Roma, ho le chiavi da soli 5 giorni. E poi qui sono innamorato di tutto: i tifosi, la città, i miei compagni e un allenatore fantastico come Garcia. Il mio errore è stato quello di essere troppo corretto con la società e troppo sincero: ho detto soltanto che squadre come Real, Bayern e City fanno sognare chiunque».

Con Garcia ed i compagni ha già parlato?

«Ovvio. I compagni sanno tutto, al mister ho detto quello che dissi a Pjanic quando doveva rinnovare: “Qui si sta bene, c’è tutto per fare grandi cose, dobbiamo restare”. Ma a Garcia ho detto anche che mi hanno fatto un’offerta bassa. Ho soltanto chiesto un contratto che mi dimostri che la Roma ci tiene davvero. Ma se tu mi dici o questo o niente, vuol dire che non mi vuoi tenere».

Il suo futuro dove sarà?

«Non so neanche come starei all’estero, il mio agente che fa il suo lavoro. Dovessi andar via, non avrei problemi a dirlo: per tutto quello che mi ha dato la Roma, merita sincerità. Ma non avrei problemi neanche a tornare a Trigoria, finirei la carriera a Roma. Ma sono rimasto deluso, meritavo più rispetto».

A conti fatti, è convinto che la Roma la voglia vendere?

«L’ho chiesto a Sabatini e mi è stato detto di no. Ma forse sono l’unico che possono vendere per rinforzarsi ancora: ho 27 anni, sono un difensore. Nel caso me lo dicano, senza prendermi in giro. Perché finora nessun dirigente ha parlato? Dico sempre quello che penso, è il mio difetto più grande. Ma sono fatto così».

Garcia però ha parlato...

«Già. Il mister è una persona eccezionale. E per la prima volta negli Usa ha detto: “Speriamo di tenere quasi tutti”. Ma che vuol dire quel quasi?».