Sul palco dell’Ariston, ieri sera, c’era Francesco Totti e gli ascolti di martedì hanno dimostrato che non sono i cantanti a fare i picchi di share, ma la gente che ha a che fare con lo sport. Il conduttore Carlo Conti è tifoso della Fiorentina, reduce dal poker subito dai giallorossi ma sottolineava l’attesa per la partita già alla vigilia del Festival («la serata di martedì? È importante solo perché c’è la partita») e ieri ha pure raccontato che i suoi collaboratori, mentre Dzeko faceva a fette i viola, gli passavano aggiornamenti con il contagocce.
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Totti a Sanremo: «Tra 20 anni al top. Nella Roma o no»
Il capitano ipnotizza l’Ariston tra risate e palloni calciati in platea: «Mio figlio laziale? Lo rispetterei»
L’avventura in Riviera di Totti è veloce come una trasferta di campionato. Il capitano giallorosso arriva nel piccolo scalo di Albenga con un volo privato partito da Ciampino nel pomeriggio di ieri, senza Ilary – rimasta a Roma a seguirlo in televisione – ma con il suo uomo di fiducia, Vito Scala, ad accompagnarlo.
Ed eccolo, il capitano: vede scorrere i suoi 14 gol siglati in carriera contro la Fiorentina. «Il viola mi ispira? Mi piace». E quando gli chiedono di presentare i concorrenti, replica «siete sicuri? Stamo in diretta eh» o sbaglia pronuncia giustificandosi («non si vede bene»). Poi all'intervista: «Fra 20 anni? Avrò smesso di giocare, si saranno stancati di me. Nella Roma o no, avrò un ruolo importante». Eppure, mentre calcia in platea palloni autografati, fra il pubblico in abito da sera c’è una certa agitazione per catturarli. «La mia canzone di Sanremo preferita? Quella di Povia, “Il Piccione” (in realtà il titolo è «Vorrei avere il becco», ndr)»: una risposta improvvisata (era previsto dicesse «Si può dare di più») che sui social scatena l’ironia, c’è chi ci legge un riferimento all’aquila della Lazio. Totti è sempre Totti.
(F. Rizzo)
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