rassegna stampa

Stadio: la Raggi resiste, Di Maio la appoggia

LaPresse

I 5 Stelle non faranno come il Pd con Marino. Ma le «verifiche» allungheranno i tempi per il nuovo impianto. Il club pronto a fare causa

Redazione

"Non si torna al passato", dice Virginia Raggi su Facebook. Un post rilanciato dal blog di BeppeGrillo e in perfetta sintonia con "la giunta di Roma deve andare avanti" firmato dal vicepremier LuigiDi Maio. Il vertice dei 5 Stelle fa quadrato nonostante diversi mal di pancia in giro per il movimento. Mentre si rincorrono voci su altri indagati nell’inchiesta "Congiunzione astrale". Ma la Sindaca prova l’ennesimo rilancio: "Affaristi, tangentisti, corrotti, palazzinari che da decenni hanno infettato i gangli vitali dell’amministrazione di Roma stanno provando ad adottare ogni metodo per tornare a “fare affari” anche a modo loro. A loro ho opposto le procedure di legge, i bandi di gara, i concorsi: tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione di un sindaco". Una dichiarazione che provoca la dura reazione di Roberto Morassut, ex assessore all’urbanistica della giunta Veltroni: "La Raggi dovrebbe tacere per le scelte fatte e per le persone cui ha dato responsabilità, finite nella vergogna". Ma non c’è solo lo scontro fuori , c’è anche un fronte dentro. Come riporta La Gazzetta dello Sport, la speranza della Sindaca è che l’inchiesta che ha portato in carcere il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito non si allarghi. Ieri la Raggi ha riunito gli 11 mini sindaci pentastellati, ma è nel cuore degli uffici che ora scatteranno verifiche per scongiurare possibili «inquinamenti». Dal nuovo stadio della Roma agli ex Mercati generali passando per l’idea di un nuovo palazzetto a metà fra basket e polo musicale alla vecchia fiera di Roma, bisogna ripercorrere tutte le tappe dei progetti. Non è tanto il coinvolgimento del suo fedelissimo Daniele Frongia . Assessori saltati e minirimpasti sono stati all’ordine del giorno in questi (quasi) tre anni. Il problema è piuttosto il rischio di finire nella morsa dell’immobilismo. Di certo l’operazione dello stadio della Roma, che avrebbe dovuto diventare il simbolo del "fare", non potrà essere almeno per il momento una carta per recuperare il consenso perduto. Anche perché lo scenario è agitato da tutte le parti. Da una parte una possibile fronda (si parla di cinque consiglieri molto scettici) in Campidoglio. Dall’altra anche la spada di Damocle della stessa Roma, pronta a chiedere un maxi-risarcimento nel caso saltasse tutto. Fra l’altro c’è anche un equivoco passaggio di un’intercettazione agli atti in cui l’avvocato Camillo Mezzacapo, l’altro arrestato con De Vito, dice: "Pallotta se ne deve andare...Deve capire che qua lo stadio non lo fa".