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La Gazzetta dello Sport

Stadio, incassi e indotto: un balzo in avanti da circa 50 milioni

pietro berardi
Gli esempi stranieri dimostrano che i soli ricavi da stadio possono crescere del 70%

Redazione

Nel calcio moderno lo stadio di proprietà consente di incrementare le leve gestionali a disposizione dei club e di conseguenza produrre un incremento dei ricavi. Un nuovo impianto comporta in prima battuta una più cospicua e assidua presenza dei tifosi in tribuna, con aumento dei ricavi dalla biglietteria e della vendita degli abbonamenti, scrive sulla Gazzetta dello sport Mario Nicoliello.

C’è poi il discorso legato all’esperienza dei fan prima, durante e dopo i canonici 90 minuti. Una struttura pensata a misura di spettatore può comportare la crescita del ricavo medio per posto disponibile: il tifoso arriva in anticipo per visitare il museo, consuma cibo e bevande e non torna a casa senza aver visitato il negozio ufficiale e fatto incetta di gadget con il logo sociale. Una struttura innovativa può consentire di esplorare pure i benefici legati all’area hospitality. Il club può così accrescere il paniere dei propri partner commerciali, i quali possono sfruttare lo stadio per fare direttamente affari con i propri clienti.

Altro ricavo diretto è la commercializzazione del diritto al nome dello stadio. La cessione del “naming rights” è una strada già seguita sia in Italia sia all’estero, pertanto anche nel caso dei giallorossi potrà apportare nuove risorse fresche per il mercato. Uno stadio funzionante può quindi portare vantaggi sulla competitività del club, innestando un circolo virtuoso. Non solo maggiori ricavi, ma anche patrimonializzazione della società.

La Juve ha visto crescere i ricavi da stadio dai 12 milioni del 2010-11, l’ultima stagione giocata all’Olimpico, fino ai 74 milioni dell’anno pre Covid, il 2018-19. L’esperienza straniera dimostra che nell’anno di inaugurazione della nuova struttura i soli ricavi da stadio (non considerando l’area commerciale) aumentano mediamente tra il 60 e il 70%. Per la Roma vorrebbe dire aggiungere una ventina di milioni ai 30 che aveva toccato prima della pandemia, per poi pensare di accrescere la voce anno dopo anno.