Stavolta non è un sentimento misto, ma univoco. E sprizza rabbia ovunque. Stavolta nel mirino di James Pallotta ci sono finiti direttamente i giocatori, colpevoli di un’altra prestazione imbarazzante, nella sconfitta casalinga di ieri contro il Napoli. E ci sono finiti senza mezzi termini. "Tutti sanno cosa è andato storto quest’anno e per questo abbiamo dovuto cambiare – le parole del presidente, direttamente da Boston – Ma il tempo delle scuse è finito. La partita con la Spal è inaccettabile, quella con il Napoli è stata anche peggiore. I giocatori devono lottare e mostrare che hanno le palle. Nessuno ha più alibi". E quel nessuno ingloba ovviamente un po’ tutti quelli che lavorano a Trigoria. Non è un caso, ad esempio, che anche Totti – prima della partita – ieri abbia detto: "Tutti dicono che ora avrò più peso nelle decisioni della Roma. Vediamo cosa succederà in futuro, anche perché se dovessi prendere posizione io qualcosa cambierò. Ne ho già parlato con chi di dovere".
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Roma travolta, è settima e rischia l’Europa. Pallotta ai giocatori: “Ci vogliono le palle”
Duro attacco alla squadra dopo il k.o. col Napoli: "Non ci sono più alibi". Ranieri: "Non scappo, resto". Totti: "Se avrò più peso so che cosa cambiare"
Ad aumentare il nervosismo anche la situazione stadio. Ecco perché Pallotta. ha deciso di mandare a Roma un paio di uomini di sua fiducia, che arriveranno direttamente dall’America nei prossimi giorni. Gente che avrà il compito di vedere e capire, magari indagare e sindacare. Ovviamente a braccetto con Mauro Baldissoni. In tutto questo, ovviamente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato proprio il 4-1 subito ieri dalla Roma all’Olimpico. "Stiamo cercando di fare di tutto, ma la verità è che gli altri corrono di più, ti mettono in mezzo, ed allora è difficile aiutare questi ragazzi – ha detto Claudio Ranieri –. Si sono allenati poco, ci sono stati tanti infortuni, le partite. Gruppo fragile? Vedendolo da fuori capisci determinate cose, vivendolo da dentro le capisci ancora di più. Dentro c’è un po’ tutto, l’aspetto fisico e mentale, ma non quello tecnico, perché la squadra di qualità ne ha. Siamo come un pugile, dobbiamo prendere meno botte possibile in faccia perché poi fanno male". Nessun passo indietro però: "Non mi sono pentito di aver accettato questa sfida. Come potrei mai pentirmi della Roma?". Un messaggio chiaro, anche ad allontanare tutte le illazioni legate a possibili dimissioni o le voci che si erano sparse ieri, legate ad un possibile imminente ritorno di Di Francesco.
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