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Roma senza pace: Dybala out a sorpresa, Juric ai saluti. Ma i Friedkin non ci sono

Roma senza pace: Dybala out a sorpresa, Juric ai saluti. Ma i Friedkin non ci sono - immagine 1
L'allenatore non convoca Paulo: "Ha un fastidietto"
Redazione

Il caso-Dybala, l'ultima di Juric e i Friedkin che annullano all'improvviso il loro sbarco a Roma. Insomma, se c'era un modo per rendere ancora più complicata la vigilia giallorossa è proprio questo, con tutto quello che è successo anche ieri intorno alla squadra giallorossa, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Come se non bastassero la mancanza di risultati, un gioco che latita e una negatività dell'ambiente che è oramai dilagante, tra la contestazione continua alla proprietà giallorossa e tanti tifosi che stanno iniziando anche a rinunciare all'idea di andare allo stadio. Ecco, allo stadio oggi si preannuncia un'atmosfera complicata, non fosse altro perché la Roma non sembra in grado di tenere testa neanche a questo Bologna, molto meno incisivo di quello della scorsa stagione. Ad infiammare la vigilia sono state le parole di Juric sulla Joya. "Dybala non ci sarà, ha avvertito un fastidio nel riscaldamento di venerdì e continua a sentirlo - ha detto ieri l'allenatore della Roma -. Ma non è un infortunio vero e proprio: avendo avuto tanti infortuni in passato, queste sono sensazioni, cicatrici, cose che non ti lasciano tranquillo. In Belgio aveva già sentito qualcosa, venerdì voleva provare ad allenarsi ma ha sentito un fastidietto". Apriti cielo, con radio e social che hanno iniziato a pensare che l'argentino si sia chiamato fuori. In realtà, però, Dybala ci è rimasto male, perché il fastidio al flessore era reale (tanto che venerdì ha fatto anche una risonanza magnetica, risultata però "pulita") ma d'accordo con i medici era deciso a fare un provino durante la seduta del pomeriggio per esserci. Prima, invece, sono arrivate le parole di Juric, che di fatto lo hanno escluso anche prima della sentenza definitiva. Tra l'altro, Dybala voleva giocare anche a Verona e a Bruxelles, ma in entrambe le occasioni il tecnico croato gli ha detto che preferiva preservarlo per la partita successiva (anche se a Verona, poi, lo ha mandato in campo nella parte finale della ripresa).