E certo che sarebbe facile indurli in tentazione, quei due che quando vai a controllare il loro anno di nascita ti accorgi che sì, sono due della Generazione X, quella compresa tra il 1960 e il 1980. Ics come pareggio, un punto a testa, tutti felici e una vita in vacanza, per cantarla con le note dello Stato sociale. Eusebio Di Francesco e Massimiliano Allegri ce l’hanno a portata di mano la soluzione di un rebus semplice semplice, quasi scontato. Però però Roma-Juventus - scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport" - non è mai stata un’amichevole.
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Roma-Juve e l’X Factor: così DiFra farà zapping
Manca un punto Champions ma ecco perché sarà gara aperta
L’X Factor è lì. Meglio due feriti che un morto direbbe uno che domenica sera sarà pure protagonista all’Olimpico. La Juventus ha un +16 da sfoggiare nella differenza reti con il Napoli. E in fondo non corre pericoli grandi neppure la Roma, che potrebbe essere già matematicamente qualificata ancor prima di scendere in campo contro la Juve, se la Lazio dovesse anche solo pareggiare a Crotone o l'Inter non vincere col Sassuolo. Questa è la base, il resto è nella ferma volontà di Di Francesco di giocarsi la partita.
Quindi sarà ancora 4-3-3, senza scelte intermedie e con tre attaccanti pure a spaventare Allegri, Under ed El Shaarawy ai lati di Dzeko. La Roma non cambierà i tempi e i modi del suo pressing offensivo, così ha fatto contro tutte le squadre che amano far partire il gioco con il portiere e i difensori. De Rossi e compagni non si abbasseranno a protezione del risultato. I tifosi, domenica, chiederanno sì di evitare feste scudetto bianconere, certo. Ma soprattutto – questo è il sentire – vorranno veder giocare da Dzeko e soci il primo minuto di una partita lunga fino alla fine del campionato 2018-19, che nell’immaginario dovrà essere quello dell’attacco allo scudetto.
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