rassegna stampa

Pallotta: “Io penso solo a Sean Cox: italiani, è ora di ribellarsi”

Furioso con le frange violente, cita le stragi di mafia: "Gli imbecilli stanno rovinando tutto"

Redazione

Vedendo James Pallotta giocare sorridente sotto la Sud con i figli di Federico Balzaretti, sembrerebbe delinearsi l’idillico quadretto finale di una partita perfetta. Invece ancora una volta proprio la gran parte di quella curva lo ha prima insultato e poi virtualmente tradito, invocando "Libertà per gli ultras" e offendendo carabinieri e giornalisti, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Il coro di gran lunga più cantato è uno: "Odio Liverpool". Per questo alla fine Pallotta carica a testa bassa, senza fare sconti, paragonando in qualche modo l’emergenza ultrà addirittura a quella della mafia.

"Non voglio parlare della partita, peraltro bellissima – dice il presidente –, ma non è questione di vita o di morte. Questa riguarda la vita di Sean Cox (il tifoso del Liverpool in coma, ndr), davanti a cui il risultato passa in secondo piano. Sono molto triste per Roma e l’As Roma che, a causa di pochi individui, vedono la propria immagine rovinata e calpestata in questo modo. Non conosco bene i fatti, ho visto le immagini come tutti, e vedere Sean a terra è stato terribile. È l’espressione della massima stupidità che possono avere degli essere umani. I miei pensieri vanno alla sua famiglia. È deprimente che poche persone – che alcuni mesi fa ho chiamato in un modo che sapete (fucking idiots, ndr) – purtroppo rovinino l’immagine di tutti. La curva Sud ha dei tifosi straordinari; se abbiamo fatto quella rimonta contro il Barcellona è stato grazie al contributo del 99.9% di loro. Purtroppo però una piccolissima frangia, di solito al di fuori degli stadi, rovina tutti. È tempo che le cose cambino, in Italia e a Roma, perché succedono troppo spesso. Nel 1993 ero stato a Firenze, agli Uffizi, e dovevo anche fermarmi a cena in quella zona, ma cambiai idea. Quella notte (tra il 26 e 27 luglio, ndr) avevo sentito delle sirene, ma non sapevo bene cosa fosse successo. Poi partii per Parigi e lì, in hotel, mi parlarono di bombe, così scoprii che una parte del museo era stato fatto saltare in aria. In quell’occasione gli italiani scesero in piazza e manifestarono contro la criminalità organizzata; forse è il caso che si inizi a prendere posizione in questo senso. Purtroppo, il calcio italiano e Roma hanno una storia in questo senso che dura da troppo tempo. Questo ci consegna una reputazione immeritata. I nostri tifosi sono fantastici, i migliori del mondo, e purtroppo per questa minoranza di perfetti imbecilli si compromette la nostra storia e il nostro patrimonio".