La Roma si ritrova già in Champions (ha 4 punti di vantaggio sull’Inter) e stasera per festeggiare il meritato traguardo può fermare la Juve. La domanda è questa: cosa manca a Nainggolan e Dzeko per volare nell’empireo dei colleghi juventini? In questi ultimi anni poco o nulla, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Come Higuain e Dybala hanno fatto con i bianconeri, spesso la coppia si è caricata la Roma sulle spalle, traghettandola su sponde decisamente affascinanti. E a dichiararlo è lo stesso mercato che li ha sempre visti come oggetto del desiderio.
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Olimpico, un derby tra gente felice. La Roma gioca per far festa, la Champions è già al sicuro
Dzeko proprio ai bianconeri ha segnato all’esordio in casa. Nainggolan ha detto no alla Juve e ha litigato sui social col tifo rivale
Per i tifosi juventini Nainggolan è il nemico pubblico numero uno. Quello che segna e fa la linguaccia a mo’ di sberleffo; quello che bisticcia via social coi tifosi rivali; quello che, contattato per essere l’erede di Vidal, dice «no grazie, preferisco restare a Roma», per poi allargarsi ancora di più arrivando a dire: «Non andrei mai da loro». C’è da sorprendersi che i giallorossi lo adorino? Ed a questo punto conta poco che la rete segnata il 14 maggio scorso sia l’unica realizzata ai bianconeri, con cui il bilancio personale racconti solo 3 vittorie, 3 pareggi e 9 sconfitte. Il Ninja è un leader ormai trentenne che è difficile scollare dal mondo romanista, anche se alcune voci di mercato sussurrano come il Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro sarebbe pronto a tornare all’assalto per averlo. Ed anche lo stesso Nainggolan – davanti a un’offerta di 12 milioni all’anno – potrebbe cedere. Il più dispiaciuto, forse, potrebbe essere l’amico Pjanic, visto che il trasloco a Torino non ha affatto affievolito l’amicizia.
Dzeko è l’altro grattacapo che la Juve si troverà a dover affrontare. Si può dire che il centravanti bosniaco alla Roma abbia vissuto 3 vite. La prima cominciò proprio contro i bianconeri, nel giorno del suo esordio all’Olimpico. Era il 30 agosto 2015 e i giallorossi di Garcia batterono la squadra di Allegri 2-1, con Dzeko autore della seconda rete, svettando di testa su Chiellini. Sembrava la concretizzazione di tutte le promesse estive. Invece risultò (in apparenza) un fuoco di paglia. Poi nella scorsa stagione c’è stata la resurrezione, ereditando (con 29 gol) il titolo di capocannoniere che era stato di Higuain, e nell’annata che va concludendosi la consacrazione (16 reti in campionato e 8 in Champions), con le eccezionali punte di rendimento in Europa. L’obiettivo è modificare il bilancio personale, che vede Dzeko vittorioso contro la Juve 1 volta (con quell’unico gol) e sconfitto 3.
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