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Gandini: “Pallotta ha sempre voluto vincere. Baldini? Il buon lavoro porta la sua firma”

LaPresse

L’ex dirigente di Milan e Roma: "Mi aspettavo di più da entrambe. Il bostoniano non l’ho mai sentito assente"

Redazione

Non sempre è solo il tempo a dare la misura della conoscenza. Sentendo parlare Umberto Gandini, a.d. della Lega Basket, si capisce come nella sua vita precedente - quella calcistica - Milan e Roma le abbia metabolizzate fino in fondo, pur nelle diverse misure di anni ed emozioni. In rossonero è rimasto 23 anni, chiudendo come direttore dell’area sportiva, in giallorosso solo due, come amministratore delegato. Eppure di entrambe, i segreti, anche quelli non rivelabili, li conosce tutti.

Gandini, qual è la prima differenza che ha trovato fra Milano e Roma?

"Per prima cosa il legame che unisce il tifo giallorosso alla squadra. Solo in pochi posti al mondo l’ho riscontrato a questi livelli. In rossonero, una cosa del genere non c’è stato neppure negli anni d’oro. E forse è vero che questo tipo di pressione fa sì che nella Capitale sia più difficile vincere. Poi c’è un altro aspetto: pur nella rivalità, fra Milan e Inter c’è collaborazione - guardate l’esempio dello stadio - e questo rende più facile avere un peso politico maggiore anche in Lega. Tra Roma e Lazio, invece, è un rapporto che ha più alti e bassi, anche se ora c’è più comunanza d’interessi" dice il dirigente intervistato da La Gazzetta dello Sport.

Lei ha avuto due presidenti: Berlusconi e Pallotta. Davvero la presenza fisica fa tanto?

"Berlusconi nel 1994 è diventato Presidente del Consiglio, perciò - pur non facendoci mai mancare il suo supporto - il vero punto di riferimento è stato Galliani. Ma guardi che Pallotta, oltre ad avere investito tanto, ha sempre avuto un forte desiderio di vincere. Non c’è riuscito, ma non l’ho mai sentito assente".

Come giudica i tanti cambi al vertice vissuti dal club nei nove anni di gestione Usa?

"Non mi permetto mai di giudicare le azioni della proprietà. Di sicuro, però, la stabilità è una delle condizioni che aiuta a portare avanti un progetto".

Per quanto ha potuto vedere, si può dire che Baldini sia stato il dirigente più influente della Roma in questi anni?

"Franco ha fatto molto bene. Il buon lavoro svolto porta la sua firma. Può avere sbagliato qualche scelta, ma è facile misconoscere a posteriori tante cose. Penso anche a quanto di positivo hanno fatto, ad esempio, Di Francesco e lo stesso Monchi".

Avrebbe tenuto Gattuso?

"Rino ha fatto benissimo al Milan e ne incarnava lo spirito. È un grande allenatore. Come lo diventerà De Rossi".

A proposito. Maldini, Leonardo, Boban da un lato, Totti e De Rossi dall’altro: le bandiere servono o no?

"Servono non in quanto ex giocatori, ma se collocati in ruoli utili al club e sentiti come tali dagli stessi protagonisti".

Giudizi su Pioli e Fonseca?

"Il milanista ha fatto molto bene, mi pare che i risultati con la sua gestione parlino per lui. Perciò prima di fare un nuovo cambio, sarei attento. Il portoghese sta lavorando in modo efficace. Magari la squadra in difesa non è irreprensibile, però sviluppa tanto in attacco".

Finiamo con un pronostico i giocatori che ha più curiosità di vedere in questa sfida.

"Non faccio pronostici ma, non potendo ammirare Zaniolo, mi godrò Dzeko e Bonaventura. Jack è uno dei giocatori più incisivi e, soprattutto, incarna lo spirito Milan che conosco".