Nel momento in cui Kostas Manolas ha deciso di restare a Trigoria, Antonio Ruediger ha chiuso le valigie direzione Londra. Forti, rapidi, potenti, esplosivi dal punto di vista muscolare e caratteriale, europei, e quindi non costretti a lunghi viaggi intercontinentali nelle soste. Una sorta di coppia perfetta. Lo sono stati, per due anni e più di 50 partite, poi le vie del mercato li hanno separati, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Sembrava Manolas quello destinato a partire e Ruediger quello destinato a restare, invece il no di Kostas allo Zenit e la corte serrata di Conte a Toni hanno cambiato le carte in tavola. Stasera il difensore del Chelsea è atteso titolare, quello della Roma più in panchina che in campo. Sfida, dal primo minuto, rimandata. L’amicizia no. Quella resta. Tifano l’uno per l’altra e non è facciata, come dimostrano i «like» su Instagram. Oggi, per la prima volta, il tedesco tornerà all’Olimpico da avversario e magari sarà pure l’occasione per chiarire i presunti «buu» razzisti che gli sarebbero stati rivolti da una parte dei suoi ex tifosi a Londra. Al 90’ ci saranno ancora scherzi e battute, in pubblico e in privato, prima sarà solo battaglia.
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Manolas e Ruediger, dalle valigie alla sfida
Il tedesco doveva restare e il greco partire, poi il ribaltone. Toni e il caso dei "buu" a Londra
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