La Roma è alla ricerca di un "head of performance" per la prossima stagione, la casella da riempire per evitare di sbagliare ancora. In buona sostanza, capo della preparazione. È uno degli uomini che dovranno andare a formare la nuova Roma, in particolare quello che si dovrà occupare di qualsiasi aspetto della preparazione atletica. Un ruolo per cui la Roma un’idea ben precisa e chiara in testa ce l’ha ed è quella che porta al nome di Paolo Bertelli. Già, proprio lui, il preparatore fiorentino che a Trigoria è già stato ai tempi del primo Spalletti (con cui aveva iniziato il rapporto a Venezia) e che poi ha lavorato con la Juventus, la Nazionale e il Chelsea (dove è ancora tutt’oggi). Sempre portato con sé da Antonio Conte, l’uomo che aveva deciso di affidargli i muscoli dei suoi giocatori, scrive la Gazzetta dello Sport.
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La preparazione fa flop. Pronta la rivoluzione
Pallotta per ripartire rivuole Bertelli, attualmente al Chelsea. Potrebbe ricoprire il ruolo di coordinatore atletico di tutte le squadre
Bertelli è l'uomo scelto da Pallotta, su suggerimento di Franco Baldini (toscano come lui), parere suffragato poi anche da quello di Francesco Totti. A Londra vive a Wimbledon e si trova bene. Nel club e in città. Tornare a Roma, però, vorrebbe dire finire di fare il pendolare per vedere anche la famiglia. In più, a Trigoria, Bertelli dovrebbe occuparsi di tutto ciò che riguarda la preparazione atletica. Non solo della prima squadra, ma anche di tutte le altre squadre in qualità di coordinatore dei preparatori delle squadre giovanili (dalla Primavera a scendere) e di quella femminile, oltre ovviamente alla seconda squadra, nel caso – come sembra – che la Roma decida davvero di allestirla.
Pallotta vuole che tutti siano messi nelle condizioni di rendere al meglio dal punto di vista atletico, tanto da aver speso negli ultimi anni centinaia di migliaia di euro perrimettere a nuovo – in tal senso – Trigoria. E qualcosa sarà fatto anche la prossima estate, prima del ritiro estivo della prima squadra. Se poi ci sarà Bertelli, ancora meglio. In caso contrario, l’head of performance sarà un altro. Ma il concetto resta. È una mini rivoluzione atletica.
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