Sono stati sufficienti questi tre mesi e mezzo a Di Francesco per entrare in un mondo Roma completamente diverso da quello che aveva lasciato da calciatore e da team manager: come riportato nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, ha scelto la via del dialogo per coinvolgere i calciatori nella sua metodologia di lavoro, riuscendo a colmare alcune lacune tattiche ereditate dalla precedente gestione Spalletti.
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I 100 giorni di Eusebio. Ora la Roma è tutta sua
Niente alibi, dialogo e attenzione alla fase difensiva: così Di Francesco ha conquistato tutti
Nella gestione Eusebio ricorda Capello più che Zeman: ha eliminato qualsiasi tipo di alibi relativi alla difficoltà di allenare a Roma, prendendosi la responsabilità di tutti i risultati. Lo stesso Spalletti aveva cominciato indicando la strada per costruire “lo stile Roma”, ma Di Francesco ora non vuole abbandonarla come fatto da chi lo ha preceduto. Un altro punto determinante in questi primi cento giorni è stato il dialogo: Eusebio si è ritrovato a scalare la montagna della diffidenza dei giocatori, che dopo le prime prove incolori estive e contro l’Atalanta, avevano fatto emergere le proprie perplessità. Ma il tecnico è stato in grado di adattare il proprio credo tattico alla rosa, mostrando la difesa a tre con l’Atletico Madrid, spostando Nainggolan più avanti quando necessario e presentando l’eventuale cambio modulo con Schick. Non per ultimo decisivo l’aspetto tattico: Di Francesco sta puntando tanto sull’assetto difensivo e la crescita di Manolas ne è la dimostrazione. Non a caso per il greco è vicino anche il rinnovo di contratto. Ad ora sono 4 partite su 6 in A con la porta inviolata, l’anno scorso Spalletti raggiunse lo stesso traguardo alla dodicesima.
(D. Stoppini)
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