A Roma lo insultano, a Siviglia lo abbracciano. Monchi torna a casa: oggi alle 13 sarà presentato al Ramon Sanchez Pizjuan, il suo stadio per 26 anni, dal 1991 al 2017 quando decise di lasciare casa e trasferirsi alla Roma. Una storia d’amore intensa, complessa e senza lieto fine, quella dei suoi due anni in giallorosso.
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Dagli insulti agli applausi di Siviglia: Monchi torna a casa
Il dirigente sarà presentato oggi: riprende a lavorare dove ha vinto per 17 anni. Ma anche gli spagnoli sono in crisi
Arrivato con alle spalle 17 anni di straordinari successi sul mercato con annessi trionfi del Siviglia sul campo, Monchi a Roma non è riuscito a ripetere la stessa formula. Così dopo il picco della semifinale di Champions di un anno fa per lo spagnolo è iniziata la picchiata nel gradimento popolare tanto da diventare crudelmente il ‘Cassiere di Siviglia’, con la lista dei nomi da rinfacciargli, in uscita e in entrata, che si allungava col passare delle settimane: Salah, Rudiger, Alisson, Strootman, Nainggolan, Pastore, Nzonzi, Schick.
Sembrava destinato all’Arsenal di Emery, ma non ha resistito al richiamo di casa. "Il cuore non dimentica mai il posto dove ha lasciato i suoi battiti migliori", ha postato Monchi sabato. Segnale chiaro che al cuor non si comanda. Come riporta la Gazzetta dello Sport, anche il Siviglia è in crisi come la Roma: l’allenatore Machin è stato mandato via la scorsa settimana dopo la crudele eliminazione in Europa League e al suo posto ieri è andato in panchina Joaquin Caparros (e ha portato a casa una fondamentale vittoria per la lotta europea a Barcellona con l’Espanyol). I pezzi tornano a incastrarsi: Caparros in panchina, Monchi dietro la scrivania, come anni addietro. Tutti i messaggi social relativi alla questione sono stati infiocchettati da insulti in arrivo dalla Roma giallorossa che si contrappongono alla felicità del “sevillismo”. Due facce della stessa medaglia.
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