Undici anni fa, era l’11 novembre del 2006, quasi 5mila romanisti erano nel settore ospiti di San Siro a vedere la Roma di Spalletti tornare a vincere in casa del Milan dopo 20 anni. Erano arrivati con qualsiasi mezzo, come stasera, anche se saranno molti di meno, circa 1700. Cambiano i tempi, ma non cambia la voglia della Roma di dimostrare «che su quel carro lì possiamo salirci anche noi». Di Francesco lo ha detto chiaro e tondo, Spalletti usò qualche giro di parole in più nel 2006, ma la sostanza è la stessa: la Roma spera che al Meazza si accendano le luci per diventare grande, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Quella squadra ci riuscì e a fine stagione si portò a casa la Coppa Italia (e Totti la Scarpa d’oro). Se quella Roma che vinse con la doppietta di Totti (e la rabona di Aquilani) conquistò il successo in casa del Milan che mancava dal gol di Pruzzo del marzo 1986, questa ha più feeling con Milano.
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C’è Milan-Roma? Ora San Siro pare il giardino di casa
Per i giallorossi nelle ultime 12 trasferte 6 vittorie e solo 3 k.o. I blitz targati Spalletti che a maggio fece lo sgarbo a Totti: lo lasciò in panchina e gli preferì, nel finale, Bruno Peres
Nelle ultime 12 trasferte (Coppa compresa) solo due sconfitte: 5 vittorie e 4 pareggi. Sia nel 2016 sia nel 2017 Spalletti ha portato via l’intera posta. Con polemiche lo scorso maggio quando, alla quartultima giornata, a partita ampiamente chiusa, ha tolto Dzeko per far entrare Bruno Peres. Tutto il Meazza, fin dalla lettura delle formazioni, aveva applaudito ed invocato Totti, che si era scaldato per oltre 80’. Cambiata la punta centrale, tutti pensavano che concedesse la passerella finale alla scala del calcio al ragazzino, diventato uomo, che il Milan provò a portare in Lombardia quando faceva le medie.
A Francesco il Meazza piace tanto. Ha segnato all’Inter, al Milan e anche, nel 2000, alla Romania con la maglia dell’Italia. Quel giorno in campo c’erano, con lui, Maldini, Di Livio, Albertini e Delvecchio che, sempre con lui, venerdì sera erano in Georgia per l’amichevole organizzata da Kaladze. «Tornare a giocare è stato speciale», ha detto Totti al fischio finale, emozionato per gli applausi dei tifosi della Georgia. Sicuramente ne incasserà tanti stasera, ma non più dal campo.
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