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Graziani: “L’esonero di De Rossi non è per colpa dei risultati”

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Le parole dell'ex bomber di Roma e Torino
Redazione

L'esonero di De Rossi, per tempistiche e soprattutto per premesse legate al rinnovo di contratto di pochi mesi fa è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Le motivazioni sembrano essere legate ai risultati, giustificazione che Francesco Graziani, ex calciatore della Roma, stenta a dare in un'intervista a il Tempo: «Secondo me c'entrano poco e niente. C'è stato qualcosa tra lui e la società, che poi ha fatto scaturire questa decisione. Poi ovviamente nessuno era contento dei tre punti in quattro partite, però devo dire che la Roma non era una squadra senza gioco o allo sbando. Ha resistito Fonseca al Milan, gli hanno dato una chance a Venezia. Inoltre non mi pare ci siano polemiche legate a Palladino o Italiano, visti i loro risultati, Pecchia si è fatto rimontare da 2-0, esoneriamo anche lui?».

Hanno fatto rumore anche le parole di Totti, quasi profetiche, legate al destino di De Rossi, paragonato a Mourinho.

«Avrebbe fatto la fine di Mourinho in caso in cui non fossero arrivati i risultati. Un primo bilancio poteva essere fatto in questa seconda sosta, tra altre tre giornate. La gara con la Juventus per me aveva dato segnali positivi e col Genoa ha perso all'ultimo secondo. La Roma ha giocato tre gare in trasferta, e non è stata particolarmente fortunata, va detto anche questo».

Molti tifosi adesso si scagliano contro i giocatori. Si può effettivamente giocare contro l'allenatore?

«Chi pensa che un giocatore possa giocare contro l'allenatore deve capire che prima di tutto gioca contro se stesso. Ho avuto tecnici con cui ho discusso, ma in campo davo sempre il 200%. Innanzitutto per me, ma poi per la professionalità dei miei compagni. I giocatori avrebbero potuto parlare con la società per dire di non essere d'accordo con la decisione presa, magari anche arrivando a situazioni estreme, dicendo di non voler scendere in campo domenica».

Ma secondo lei De Rossi è l'unico responsabile?

«Se va via De Rossi deve andare via anche Ghisolfi. Anche lui è figlio di questa realtà che stiamo vivendo, perché l'allenatore non è l'unico responsabile che non sta facendo rendere la squadra per quelle che sono le potenzialità, quindi qualcosa è stato sbagliato anche nella costruzione dell'organico. Mi dispiace molto per Daniele, stava lavorando bene, non se lo meritava e soprattutto, dal punto di vista professionale è una botta molto forte».

Adesso si riparte con Juric, che ne pensa?

«Ritengo che sia un ottimo tecnico. A volte gli rimprovero che non riesce a contare fino a 10 quando si arrabbia. Per il resto però è un tecnico preparato, bravissimo. E sono convinto che con il materiale a disposizione farà sicuramente bene»