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Il Tempo

Da Tirana al Torino, Roma smarrita

Da Tirana al Torino, Roma smarrita - immagine 1
La Roma chiude la prima parte di stagione da sesta in classifica,. Esattamente la stessa posizione occupata nell’anno solare 2022

Redazione

Le dichiarazioni con cui Mourinho ha commentato la sconfitta con il Torino e formalmente ha chiuso il 2022 sono state rumorose. Non tanto nei toni, riferisce Il Tempo, quanto nei termini. E nelle prospettive che potrà avere la sua squadra se alcune criticità non verranno risolte. Quella mediocrità di cui il portoghese è “indigesto“, ma in cui la Roma è attanagliata da troppi anni, rimarranno tali se non verrà innalzata la personalità, ambizione e qualità. Della rosa e della squadra tutta, compreso chi questi giocatori li allena. E se i trofei a volte accecano, i giudizi spesso offuscano, i numeri purtroppo parlano. La Roma chiude la prima parte di stagione da sesta in classifica, a pari merito con l’Atalanta. Esattamente la posizione occupata nell’anno solare 2022, calcolando la somma punti da gennaio ad oggi. Un dato in linea con quanto dimostrato dalla Roma nell’ultimo quadrienno, tra quinti e settimi posti.

Eppure la vittoria di Tirana, lontana solo sei mesi, doveva essere il volano di un qualcosa di più grande, di più ambizioso. La Roma rimane in corsa per i suoi tre obiettivi stagionali e il tempo per recuperare c’è tutto, ma l’involuzione è sotto gli occhi di tutti. Anche del suo allenatore che ammette come “manca qualcosa di fondamentale rispetto allo scorso anno”. Una spiegazione che non può limitarsi a Dybala sì, Dybala no. Ha radici più profonde, quelle corde intangibili toccate a più riprese dal portoghese nelle ultime settimane.

La Roma si è seduta sulla vittoria di Tirana, ai giocatori sembra mancare la voglia di innalzare il proprio livello. Coccolati dai sold out, ma bloccati nel vincere di fronte a loro. E l’ingresso in campo di Dybala contro il Torino, più che sottolineare la grandezza dell’argentino, ha acceso i riflettori sugli altri. Mourinho questo lo ha capito e ha iniziato a mettere i calciatori di fronte alle loro responsabilità. Ma come si migliora un qualcosa che è uguale da quattro anni? Sicuramente comprando i calciatori. Nessuno ha mai svilito l’estate di parametri zero, ma non sembra bastare.